Chapter 5

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Passarono cinque lunghissimi giorni. Stavo veramente malissimo.
Decisi di prendermi una pausa dalla scuola e da tutto il resto, ne avevo bisogno.
Contemporaneamente però, necessitavo di sfogarmi con qualcuno, di aprirmi e di confidare tutto ciò che tenevo dentro ormai da mesi.
La mia famiglia è sempre stata molto assente, e i miei amici erano essenzialmente una stretta cerchia di persone, che non variavano mai.
Allora riflettei.
Sentivo il cuore intrappolato in una clessidra, con un incotrollabile desiderio di incontrare una persona in particolare. Esattamente. Proprio Gabriele.
Appena riuscii a riacquistare le forze, presi un'aspirina, mi vestii, ed uscii di casa.
Chiusi a chiave la porta, presi l'ombrello e mi diressi verso casa sua.
Passarono circa cinque minuti, con la neve che cadeva fioca sulle strade piene di ragazzi.
*Trr*
Ero arrivato davanti al cancello di casa sua e, tremolante, suonai il campanello.
Una sottile voce mi rispose e mi aprì il cancello.
Con cautela, entrai in casa e vidi che Gabriele stava rilassato su una poltroncina di pelle nera. Lo salutai e lui fece lo stesso, ma in maniera ancora più gentile e carina.
Senza troppe domande, mi disse di accomodarmi sul divano, che avrebbe voluto prepararmi una bella tazza di tè caldo, da bere in compagnia.
Subito dopo si mise ai fornelli.
Io ormai ero lì, seduto sul divano, ad osservarlo e, cazzo, era incredibilmente magnifico.
Preparò una bella tazza di tè e la poggiò sul tavolino di cristallo situato tra un camino in roccia, ed il divano.
Si sedette di fianco a me. Cominciai a parlare, parlare, parlare, senza fermarmi, mentre lui mi stava ad ascoltare con uno sguardo penetrante e deciso.
Dopo qualche sorso di tè, riuscii a dire tutto ciò che avevo bisogno di comunicare, e dopo quel fatto mi sentii meglio.
Lì per lì, lui mi chiese di togliere la maglietta, e, anche se ero molto confuso, decisi di ascoltarlo. Mi risedetti sul divano con lui. Subito dopo si mise a coccolarmi e a farmi grattini su tutto il corpo, passando dal collo alle anche, dalle spalle alla pancia.
Piano piano, senza che me ne rendessi conto, cominciava a mettersi sempre più vicino a me, fino a che non lo trovai a cavalcioni su di me. Ogni tanto mollava qualche sonoro bacio sulla mia faccia e sul mio collo, lasciando dei succhiotti ovunque.
Lo fissavo. Lo fissavo dritto negli occhi. Occhi profondi, infiniti, nei quali mi persi per molto tempo.
Il ragazzo, notò che la cosa suscitava forte passione in me, e le mie emozioni erano schizzate alle stelle. Allora, con uno scatto fulmineo, mi sfilò i pantaloni e feci lo stesso anche io. Si era creato una sorta di legame tra me e lui. Decidemmo di spostarci nella sua camera, un luogo più appartato, con più spazio.
Passato qualche minuto a scambiarci coccole e a baciarci, sento che lentamente lui cominciò ad abbassarmi i boxer, fino a toglierli del tutto.
Ero completamente nudo.
Chiusi allora gli occhi.
Sentii una soffice mano che andava su e giù per il mio membro...

Due ragazzi e un dildo. Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora