CAPITOLO VI

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Yoongi afferrò il bicchiere termico dal tavolo su cui lo aveva poggiato, prima di sistemarsi la camicia che aveva indossato quella mattina. Quel giorno aveva deciso di concentrarsi di più sui vestiti che avrebbe dovuto indossare, anche perché quella volta, era riuscito a dormire solo per tre ore. Aveva fatto una ristoratrice doccia calda e dopo aver finito, era uscito dal bagno con indosso dei boxer neri, che per abitudine, era solito portare sempre in bagno. Si era sistemato davanti alle ante spalancate del suo armadio e nel giro di qualche minuto, aveva deciso di indossare dei pantaloni di pelle nera, che a detta di molti, fasciavano le sue gambe nel modo giusto, perfetti per mettere in evidenza quello che di solito lui amava nascondere ma quel giorno, come gli succedeva di rado, aveva deciso di optare per un leggero cambio di stile. Scelse una camicetta nera, i cui lembi finali furono inseriti all'interno del pantalone, anch'essa calzava sul suo corpo come se fosse stata assemblata direttamente su di lui e dopo aver agganciato un collar-pin dorato in prossimità del primo bottone, indossò un cappello, anch'esso in pelle nera, con la visiera rivolta all'indietro.

Dopo aver preso lo zaino che solitamente utilizzava, afferrò le chiavi da una mensola posta sulla parete dov'era situata la porta del suo appartamento; porta che poi si richiuse alle spalle lasciando che quest'ultima emettesse un suono sordo che sembrò rimbalzare fra le pareti spoglie del disimpegno che collegava l'ingresso della sua abitazione a quella dei suoi vicini e che affacciava sulle scale.

Per gran parte della notte e anche per qualche sporadico minuto di quella mattina, Yoongi aveva pensato a quel ragazzo che fino a ieri sera, pensava di accantonare e mettere all'angolo. In lui, non era mai stata presente l'idea, né tanto meno la volontà, di capire chi fosse quella persona, era troppo impegnato sulla sua vita per pensare di poterlo fare. Aveva degli obbiettivi che mirava a portare a termine a tutti i costi; degli obbiettivi al quale non avrebbe mai rinunciato per nessuno al mondo e soprattutto, non lo avrebbe fatto per non vanificare tutti gli sforzi che aveva fatto, in precedenza, per rimettere a posto la sua vita disagiata. Ogni volta che Yoongi pensava a come aveva vissuto durante gli anni passati, un moto di rabbia e frustrazione lo assalivano e gli facevano pensare per l'ennesima volta che mai, avrebbe fatto anche un solo passo indietro lungo la strada che faticosamente aveva percorso.

Aveva capito cosa voleva quel ragazzo da lui ed il biondo, non era sicuro di volerglielo dare o voler anche solo provare ad incontrarlo per prenderlo in considerazione. E non gli importava nulla del fatto che non avesse neanche una vaga e sfocata idea di come fosse fatto: se fosse magro o grasso, alto o basso, brutto o bello, semplicemente aveva deciso di escludere la possibilità di creare qualcosa con qualcuno, per avere maggior tempo e maggior energia per dedicarsi a quello che secondo lui era un fine più grande. Sarebbe stato sciocco dire che non credeva nell'amore, anche perché non era quello il modo in cui Yoongi pensava andassero le cose ma credeva però, che per uno come lui sarebbe stato tremendamente difficile trovare la persona adatta. E ad aggravare ulteriormente le cose, per quanto riguardava questa parte della sua vita, c'era anche la notevole difficoltà che il giovane provava a mostrarsi aperto e libero nei confronti delle persone che lo circondavano; al contrario infatti, il suo istinto lo spingeva ad essere schivo e poco fiducioso e di riflesso, sceglieva con molta cura ed attenzione le persone a cui dava il permesso di entrare nella sua vita.

Queste erano da sempre state le posizioni principali di Yoongi e non si erano mai smosse di un solo millimetro negli anni, tant'era vero che le relazioni intime che aveva avuto prima di quel momento erano tutte legate a delle semplici notti di passione avute con persone di cui non ricordava né il volto, né tanto meno il nome. L'unica cosa di cui il biondo si premurava, era il fatto di sottoscrivere più volte alle persone con cui si intratteneva, che non ci sarebbe mai stato un seguito.

Ma era vero anche il fatto che il giovane non aveva mai incontrato, prima di quel momento, una persona singolare come quel ragazzo dei post-it. Era dalla sera precedente che non faceva altro che pensarci e nonostante avesse provato a scacciare via quei pensieri numerose volte, questi ritornavano con più prepotenza. A confonderlo e a farlo vacillare era stata la tenacia di quel ragazzo, una tenacia che mai si sarebbe immaginato di vedere, non rivolta a lui, almeno.

𝙁𝙞𝙣𝙙 𝙈𝙚 │𝙎𝙊𝙋𝙀Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora