CAPITOLO 13 - River e Ocean: incontro al Giardino di Charlotte

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KYLE

Sono giorni ormai che non incontro Aiden. Lo sento rientrare ogni notte quando ormai albeggia e la mattina esce ancor prima che io arrivi in cucina. Non mangia alla mensa e, non frequentando la stessa facoltà, è praticamente impossibile incontrarlo per puro caso.

Ho la netta sensazione che mi stia evitando e la cosa mi dà altamente sui nervi, ma non posso certo tendergli un'imboscata, mi renderei solo ridicolo.

Conoscendolo mi riderebbe in faccia.

Sono talmente assorto nei miei pensieri che non mi accorgo di Nicole finché non è lei a richiamare la mia attenzione.

"Kyle ci sei?"

La sua voce mi riporta alla realtà. La guardo sorpreso "Ciao Niki. Qualcosa non va?"

Lei trattiene una risata "Dovrei essere io a chiedertelo. Non ti sei neanche accorto che ti salutavo"

"Scusa, ero sovrappensiero"

Guarda la tazzina che ho davanti "Molto sovrappensiero. Il caffè è ormai freddo."

Sono nella caffetteria del campus da almeno mezz'ora e per tutto il tempo sono rimasto seduto a pensare a quel bastardo, dimenticandomi completamente di ciò che avevo ordinato.

"Hai ragione. Ne chiedo un altro. Tu cosa vuoi?"

"Un caffè anche per me"

Faccio un cenno alla cameriera.

Prima che arrivi la nuova ordinazione, mi bevo anche il caffè ormai freddo.

Ho bisogno di rimanere sveglio, ultimamente per colpa dello stronzo non riesco a dormire bene finché non lo sento rientrare. E dopo è anche peggio: mi assale una voglia irrefrenabile di andare da lui e pretendere una spiegazione dopo naturalmente averlo riempito di botte.

Anche ciò che abbiamo fatto mi tormenta, non ricordo tutto perfettamente, è stato troppo travolgente, e ho come la sensazione di essermi dimenticatoio qualcosa, ma ciò che ho provato è fin troppo chiaro e il mio corpo lo brava ancora.

Mi sento come se avessi provato un droga potentissima e adesso non riuscissi a non pensarci, a non desiderarne ancora.

Resistere è un tormento, è sempre lì in un angolo della mia mente in ogni momento, come una ferita che non vuole guarire e continua a bruciare.

Nicole mi guarda preoccupata "Sicuro che vada tutto bene? Per caso hai litigato con Aiden a causa del suo lavoro?"

La fisso sorpreso, lei sa qualcosa che io ignoro "Che lavoro?"

"Non ne sai niente?"

Io scuoto la testa irritato.

"Non posso credere che non ti sia accorto di niente"

Sta iniziando a farmi girare le palle "Non c'è mai, come avrei potuto notare qualcosa?"

"Meglio"

Si guarda attorno, poi mi si avvicina "Una mia amica mi ha detto che lo ha visto lavorare in un locale come accompagnatore. Si fa chiamare River"

Sono allibito, le parole di Nicole mi sembrano assurde, così le ripeto come un idiota "Accompagnatore?"

"Sì, intrattiene le clienti."

Sul suo viso si forma una smorfia di raccapriccio, come se mi avesse appena confidato che Aiden uccide i bambini.

Io invece non riesco a capire cosa sento di preciso: rabbia, gelosia.

BRAVI RAGAZZIDove le storie prendono vita. Scoprilo ora