CAPITOLO 11

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CAPITOLO 11
Scoppio a piangere come una stupida, davanti ad una città, davanti alla mia città, davanti alla mia amata Torino; però solo io so, quanto sia stato brutto vivere e sentire la continua e costante mancanza di una figura paterna, ad esempio, quando ero più piccola e avevo solo dieci anni: era la festa del papà ed aspettavo che lui si facesse vedere anche solo per alcuni minuti, quindi aspettai per ore e ore davanti al portone, in attesa di sentire il rumore delle chiavi nella serratura e invece no, non si presentò.

Mentre, il mio viso é rigato dal pianto, vedo che si appoggia vicino a me, con fare silenzioso, Paulo, non mi tocca o mi parla, ma osserva solamente.
Appena mi accorgo della sua presenza, cerco, pur non riuscendo, di asciugare le lacrime.

Sento che la sua mano si appoggia delicatamente sulla mia, appoggiata alla vetrata, provocandomi un brivido che percorre tutto il mio corpo.

<<Ehi principessa, perché piangi?>> bisbiglia lui.

<<Penso>> rispondo io, con la voce tremante é ancora scossa.

<<Posso sapere cosa ti fa così male?>>
sussurra con una voce talmente bassa, che è difficile da sentire, dato, anche, l'alta musica che proviene dalla casa, o probabilmente per la paura di essere inopportuno e di correre troppo veloce.

Io annuisco.
<<Penso a mio padre, a lui, quando ancora sapeva chi ero e che, nonostante tutto, sono sua figlia, lui adorava portarmi sul Monte dei Cappuccini, quando ero piccola, quindi questo paesaggio me lo ricorda>> rispondo io, singhiozzando.

<<Ma tuo padre non c'è più?>> chiede lui con una voce premurosa, ma allo stesso tempo tremante.

<<No, i miei genitori si sono separati quando ero piccola. È da lì ho perso i contatti con lui. Quindi vedere questo paesaggio, simile a come si vedeva su quella collina, mi ha fatto ripensare a lui a quanto ho sofferto e soffro per la sua mancanza.
Da piccola ho sempre sperato che magari lui si presentasse, tipo il primo giorno di scuola, il giorno del mio compleanno o magari a Natale, e colmare tutta la sua mancanza con un abbraccio, tra un padre e una figlia,che si vogliono bene e se ne vorranno per sempre, invece non è mai stato così, anzi quando mi sono fatta il profilo instagram, lui mi ha bloccato, ed io nonostante abbia vent'anni ci sono e ci rimango tuttora male.>>

Mi interrompo, rendendomi conto della grandissima cazzata nel raccontare la mia storia, la mia infanzia e la mia più grande sofferenza a lui, Paulo.

<<Scusa, non volevo scaraventarti nella mia storia, così bruscamente>> esclamo io, imbarazzata e ancora con gli occhi visibilmente lucidi.

Lui, non risponde, con il pollice asciuga le lacrime che mi rigano il viso, si avvicina sempre di più, fino a quando le nostre labbra si sfiorano e si incontrano in un bacio casto e innocente, con la costante paura, che qualcuna o qualche invitato ci possa vedere e scoprire tutto.

Ci sediamo su un piccolo divanetto nella terrazza, io e Paulo cominciamo a parlare della nostra infanzia, soprattutto mi racconta dei suoi genitori, i sacrifici che hanno fatto, per permettergli di raggiungere il suo sogno, quello di fare il calciatore, nonché il suo attuale lavoro.

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Ciau❤
Come state??
Questo é un capitolo un po' pesante, pian piano ci stiamo immergendo nel vivo della storia.
-Ali🖤

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