Capitolo 2.

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"Non correre Ale, ne abbiamo di tempo" lo tranquillizzo, per i corridoi stava andando decisamente troppo veloce.

"Scusa.. è che sono agitato" ride, portandosi una mano dietro la nuca.

"È normale il primo giorno." sorrido "Ecco l'aula."

Entriamo, c'è già qualche alunno, e ci sediamo vicini.

"Prima di uscire devo passare nell'ufficio della preside a ritirare il mio orario, mi accompagni?" mi sussurra all'orecchio, pochi minuti prima che cominciasse la lezione.

"Certo" affermo.

Entra la professoressa e cominciamo la lezione. Dio che noia!

~

"Ecco, questo è l'ufficio della preside. Non si può entrare in più persone, ti aspetto qui fuori." gli indico le sedie e lui annuisce con il capo.

"Torno subito."

~

"Eccomi qua" esce tutto sorridente "Allora.." comincia a leggerlo ad alta voce.

"..e per finire, venerdì ultima ora biologia!"

"A-Ale ma.. abbiamo lo stesso orario!" dico, quasi incredula.

"No? Ma davvero? Che belloo! Almeno conosco qualcuno" sorride.

"Bhe, questo è vero." rido.

"Ora possiamo andare." mi prende la mano e usciamo dal college. Ah, che aria fresca che tira qui a novembre.

"Dove alloggi?" gli chiedo.

"Sono 10 minuti a piedi da qui, Oxford Street." sorride.

"Capisco! Io sono nella via opposta, dietro la pasticceria "Mariah's cakes".. non so se hai notato."

"Oh, certo che ho notato! Ieri sera, appena arrivati, siamo andati lì a mangiare una brioche e.. ti dico, ho ancora l'acquolina in bocca!" ride, leccandosi i baffi.

"Ti capisco, cucina ottime cose." se solo ci penso mi viene il languorino.

"Ti accompagno a casa?" domanda premuroso.

"Non preoccuparti, è meglio se ti riposi." sorrido.

"Ma va, tranquilla. Allora ti accompagno."

Continuiamo a camminare verso casa mia senza parlare, siamo abbastanza taciturni. È il mio cellulare che rompe il silenzio.

"Rose, allora? Com'è andata?" domando.

"Kate.. sarà un maschietto! Non vedo l'ora, sono felicissima davvero!" grida entusiasta, perforandomi il timpano.

"Hey, hey, l'orecchio mi serve ancora!" scherzo "Sono molto felice per te, davvero!"

"Anche io lo sono tanto! Ci sentiamo dopo allora.. okay?" domanda.

"Certo, a dopo scema!"

Stacco la chiamata e comincio a ridere.

"Perché ridi?" domanda Alessandro.

"Rose, è la migliore amica più idiota che esista. Ma le voglio un bene dell'anima." sorrido.

Sorride anche lui e arriviamo a casa mia.

"Grazie per avermi accompagnata, Ale. Ci vediamo domani?"

"Veramente.. pomeriggio vorrei un po' uscire. Te che dici? Puoi portarmi in giro?"

"È un'ottima idea! Facciamo alle 18 vicino alla pasticceria, okay?" sorrido.

"Okay! Mi dai il tuo numero? Così, se dovesse succedere qualcosa, ti avverto."

"Certo! Il mio numero è **********"

Scambiamo i numeri di telefono e mi dà un bacio sulla guancia.

"A dopo, Kate."

Rimango lì impalata per qualche secondo, poi infilo le chiavi nella serratura.. ma nel mentre mio fratello apre la porta.

"Chi sarebbe quello?" si riferisce ad Alessandro.

"È un amico, Luke. E poi sono libera di fare quello che voglio." sbuffo.

"Scusami sorellina.. è che.. lo sai, dopo quello che è successo con Mark.."

"Non parlarmi di Mark. Non merita di essere nominato." sospiro con gli occhi lucidi.

"Come si chiama questo qui?"

"Alessandro, è italiano. Ha vinto un viaggio-studio qui a Londra e starà per un mese nella nostra scuola. È un tipo apposto Luke, molto molto calmo." lo tranquillizzo.

"Va bene, ti credo. Mamma e papà sono a lavoro." sorride.

"Okay, allora salgo in camera."

Prendo le scale e mi chiudo in camera a chiave. Mi siedo sul letto e sento una lacrima colarmi sul viso. Luke non doveva, non doveva nominare Mark. Ora mi va solo di piangere e basta. Mi arriva una chiamata sul cellulare, è Alessandro.

"Kate scusami se ti disturbo, ma mi sono perso.." sospira.

"Come ti sei perso?"

"Ma stai piangendo? Si, non riesco più a tornare a casa.. sono sulla Harrow Street."

"Ti sbagli.. sei così lontano? Arrivo subito, non muoverti."

"Grazie.."

Asciugo le poche lacrime che ho in viso e sciacquo la faccia nel bagno di fronte alla mia camera. Poi scendo in salotto da Luke.

"Esco un attimo, Alessandro si è perso."

"Fai attenzione e recuperalo." ride, ed esco di casa.

Raggiungo velocemente Harrow Street, non è molto lontana ma è praticamente al lato opposto dove abita Alessandro. Lo vedo vicino ad una delle storiche cabine telefoniche rosse, e gli vado incontro.

"Grazie di essere venuta, senza te non so come avrei fatto!" mi fa un bel sorriso.

"Figurati, tutto per un amico." sorrido.

Lo riaccompagno a casa sua. Il tratto dura 15-20 minuti a piedi.

"Vuoi rimanere un po' da me? Visto che ti trovi.."

"Disturbo, lascia stare!"

"Ma no! Dai.." mi prega.

"E va bene, con questi occhioni che hai ti accontenterei sempre."

Ridiamo entrambi e mando un messaggio a Luke.

"Rimango un po' da Ale, ci vediamo dopo. xx"

Saliamo con l'ascensore fino al terzo piano. Bussa al campanello e dopo poco viene ad aprirci un ragazzo alto, in carne e con indosso solo dei pantaloncini. Però, se quello era il fratello di Alessandro.. cioè, sono diversissimi.

"Mich ti presento Kate, una mia compagna di classe" sorride, e mi fa spazio per entrare "Kate, lui è mio fratello Michele."

"Piacere!" affermiamo all'unisono.

Chiudono la porta e Alessandro mi porta in quella che sembra la sua stanza.

"Qui è molto carino, poi ci paga tutto la scuola.. sono davvero felice di aver vinto questo concorso." sorride.

"E beh, deve essere una soddisfazione enorme!" sorrido, come per congratularmi con lui.

"Già. Qui è tutto meraviglioso."

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