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In viaggio

Una volta salutato Andrea, Martah si fermò davanti ai tornelli del terminal, passò il biglietto aereo sul led e attese che si accendesse la spia verde per poter passare oltre.  Una volta passata, imbarcò la valigia e si mise in attesa davanti al Gate. Guardando oltre lo spesso vetro vide che l’aereo aveva appena terminato le manovre di atterraggio. Guardò il cielo nero, il buio era calato e le luci dell’aeroporto unite alla condensa che si andava formando rendeva l’atmosfera quasi surreale. Dopo pochi minuti attraversò il lungo e tortuoso corridoio che l’avrebbe portata sull’aereo. Il posto accanto al suo era vuoto, poggiò quindi li la sua borsa e quando l’aereo decollò le venne in mente che non aveva portato nemmeno un libro da poter leggere durante il viaggio. Infilò le mani nella borsa sperando di potersi distrarre con qualche dépliant, invece trovò la corrispondenza che aveva trovato nella cassetta della posta, per lo più volantini di supermercati con super offerte, poi la sua attenzione venne catturata da una busta da lettera non affrancata e non sigillata. La osservò attentamente ed estrasse i fogli accuratamente piegati, avevano un leggero profumo erba tagliata. Prima di iniziare a leggere si soffermò ad osservare la scrittura, era una grafia splendida, sicuramente femminile con una leggera inclinazione che determinava che a scrivere era una persona mancina. Prese a leggere la lettera.

Cara Siryo, quanto tempo è passato.
Noi due ci conosciamo da moltissimi anni, anche se ci siamo perse di vista da molto tempo. Non importa se ora non ti ricordi di me, presto ci riuscirai. È molto tempo che volevo incontrarti, ma non ho mai avuto il coraggio di farlo.
Scriverti questa lettera per me è un dovere.
Ti sto scrivendo per metterti in guardia.
La tua vita è in pericolo e io non posso starmene con le mani in mano, non posso permetterlo.
Stai per incontrare sul tuo cammino due uomini, entrambi li conosci.
Uno è malvagio, prova un amore malato che lo spingerà a farti del male, per due volte tenterà di ucciderti. L’altro uomo invece ha un cuore puro e ti salverà due volte la vita.
Non temere, saprai subito riconoscere entrambi, basta guardare i loro occhi.
Questi incontri saranno determinanti per il tuo futuro e la persona dal cuore puro ti renderà felice, formerete una famiglia e sarete felici.
Fino a qualche tempo fa ti ho tenuto compagnia durante le tue notti insonni, ti ho tenuto la mano durante i tuoi attacchi di panico. Sono stata un invisibile amica, ma tra poco non sarà più così.
So che ora la tua testolina è piena di domande ma non preoccuparti ad ogni domanda avrai una risposta. Ascolta solo il tuo cuore, lui ti saprà guidare.
Appena puoi vieni a trovarmi, tu sai già dove abito.
Ti aspetto amica mia.
L.

Le vene del collo le battevano all’impazzata, respirava a fatica e aveva gli occhi lucidi. Una hostess le si avvicinò e cordialmente le chiese se fosse tutto a posto ma Martah non riusciva a sentirla. Trasalì quando la hostess le posò delicatamente una mano sulla spalla e a stento trattenne un gemito.
-Signora tutto bene? Posso portarle dell’acqua?-
-Sì grazie, gliene sarei veramente grata.-
-Gassata o naturale?-
-Gassata grazie.-
-Bene arrivo subito.-
La hostess si allontanò un momento da lei, per poi riapparire poco dopo con la bottiglia di acqua.
Martah la bevve quasi tutta d’un sorso, come se da quella bevuta dipendesse la sua stessa vita. Il cuore si calmò e il respiro tornò regolare. Mancava poco all’arrivo e lei aveva bisogno di ossigeno. Guardò fuori dal finestrino, l’aereo cominciava ad abbassarsi e per lei fu un sollievo sapere che mancava poco. Il comandante aveva annunciato che erano iniziate le fasi di atterraggio e che i passeggeri dovevano allacciare le cinture di sicurezza. Fu un atterraggio morbido e senza troppi scossoni. Appena scesa dall’aereo aveva una gran voglia di fumare ma, avendo imbarcato la valigia fu costretta ad attendere che il nastro trasportatore sputasse fuori la sua. Odiava quel momento, aveva sempre paura che la sua valigia venisse smarrita. Dopo alcuni, interminabili minuti, finalmente vide la sua valigia e poté tirare un sospiro di sollievo. Dopo essersi presa un buon caffè, finalmente poté concedersi la sua agognata sigaretta. Si sedette ad una panchina e chiamò l’hotel per confermare il suo arrivo. Al momento della prenotazione aveva deciso di usufruire del servizio navetta gratuito. L’addetta alla reception le confermò che la navetta che l’avrebbe portata in hotel era in arrivo. Martah ne approfitto quindi per chiedere se al suo arrivo la sala ristorante fosse ancora aperta, lo era. La receptionist le disse che se lo desiderava poteva, tramite lei, ordinare già quello che desiderava mangiare. Ci pensò un momento, poi decise di optare per una porzione di tortellini in brodo e una cotoletta con patatine. L’addetta prese la comanda e salutò Martah, ricordandole che la navetta sarebbe arrivata nel giro di venti minuti. Nell’attesa fumò un’altra sigaretta e chiamò Andrea, il telefono squillò a vuoto, quindi decise di riprovare una volta arrivata in hotel. Infilò la mano nella borsa, voleva rileggere la lettera che tanto l’aveva sconvolta. Non ne ebbe il tempo, la macchina con gli adesivi dell’hotel si fermò davanti a lei. Scese dall’auto un uomo in giacca e cravatta molto gentile, le tese la mano presentandosi, poi prese la valigia e la caricò nel porta bagagli. Arrivarono a destinazione in venti minuti, l’autista ci era andato pesante con l’acceleratore e a Martah stava bene così. L’addetta alla reception era la stessa con cui aveva parlato per telefono, una bella donna, poco più giovane di lei, un sorriso smagliante. Era bello poter associare un volto ad una voce. Fece il check-in e si vide assegnata la stanza 377 al terzo piano, camera con vista per fumatori. Martah seguì il facchino, che la condusse alla camera. Molto più bella dal vivo che in foto. Una volta sola in camera aprì la valigia, si cambiò indossando una tuta, chiuse la pistola nella cassetta di sicurezza e scese alla sala ristorante. Dopo essersi rifocillata a dovere tornò in camera. Prese il telefono per richiamare Andrea, ma proprio nel momento in cui lo fece gli squillò tra le mani. Andrea la stava chiamando.
-Ciao Martah, scusa se non ti ho risposto prima, stavo sistemando la mia nuova coinquilina, si è già adattata a meraviglia. Fatto buon viaggio?-
-Sì, diciamo di sì, ora mi metto a dormire, domani mi aspetta una lunga giornata.-
-Perfetto! Allora tienimi aggiornato. Ci sentiamo domani, ti auguro buon riposo.-
-Ok, a domani.-
Chiusa la telefonata si stese nel letto, con la speranza di riuscire a dormire senza fare incubi. La lettera che aveva ricevuto l’aveva profondamente turbata. Complice la stanchezza del volo, in pochi minuti si addormentò profondamente.
Non fece incubi quella notte, ma uno stranissimo sogno. Spesso le era capitato di fare un sogno simile in passato, ma questa volta si erano aggiunti nuovi particolari. I dettagli erano talmente vividi che sembravano reali.

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⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 07, 2018 ⏰

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