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Matthew ha deciso di portarci tutti in vacanza in una villa che ha affittato a Santa Monica. Dopo aver raccontato cos'è successo con la madre di Dylan abbiamo cercato di stargli vicino ma rifiutava qualsiasi approccio con la gente,  perfino con noi, quindi abbiamo pensato che un po' di relax avrebbe potuto fargli bene, anche se in auto è tutto imbronciato e non ci parla nemmeno. Ha le occhiaie evidenti e ha fumato più sigarette in sti giorni che in tutta la sua vita. Difatti prende il pacchetto e tira fuori una sigaretta che mi affretto a prendere e buttare giù dal finestrino
"Ma sei stupida?"
"No tu sei stupido, vuoi morire di cancro ai polmoni già domani? Basta"
"Non sei mia madre"
Dopo essersi reso conto di ciò che ha detto sbuffa e si gira dall'altro lato. Caroline e Matthew non hanno fiatato ma lo vedo dagli sguardi che si lanciano che sono in imbarazzo e dispiaciuti. Apro il finestrino nuovamente, questa volta per il caldo, e cerco di ignorare la musica schifosa che piace a Matthew e che Caroline sopporta. Dopo circa mezz'ora arriviamo davanti alla villa enorme, nemmeno casa di mio padre è così grande. Scendo dall'auto e trascino la mega valigia piena di vestiti che potevo evitare visto che staremo solo 5 giorni ma la valigia diventa improvvisamente leggera quando Dylan la prende senza dirmi niente. Lo seguo fino al piano superiore dove appoggia la mia valigia e dopo circa 5 minuti torna con la sua. Senza aprire bocca chiude la porta a chiave e comincia a levarsi la maglietta dirigendosi verso il bagno. Si fa la doccia circa 5 volte al giorno, non ho capito il senso di ciò ma borbotta qualcosa tipo 'ho bisogno di lavarmi' e si rimette sotto la doccia facendo docce lunghissime. Non capisco che problemi abbia, è in una specie di stato di trance o stress post-traumatico. Esce dalla doccia e cerco di non saltargli, nonostante non si alleni da un po' i suoi muscoli mi fanno deglutire ma non posso fare la figura della scema in questa situazione, quando le uniche parole che mi rivolge sono quando non gli va bene qualcosa. Difatti mi ignora e comincia a vestirsi davanti a me senza un minimo di pudore. Non dico che dovrebbe avere pudore ma i miei ormoni non sono d'accordo con il mio cervello, che mi impone di starmene buona dove sono. Ma lui ovviamente non è stupido e ha notato il mio autocontrollo, visto il ghigno che ha stampato in faccia.
"Che hai da fare così Megan? Ti piace ciò che vedi?"
"Smettila"
"Di fare cosa?"
Sale sul letto e mi fa indietreggiare così tanto da farmi sbattere sulla testiera.
"Questa la leviamo" comincia a togliermi la maglietta e in cuor mio so che lo fa solo per distrarsi e questo pensiero mi fa stare male, perciò lo fermo anche se la maglietta ormai è andata
"Non vuoi?"
"Non è questo, lo sai benissimo, è che mi sembra di essere il tuo sfogo visto il tuo stato d'animo"
Non mi risponde ma comincia a lasciarmi una scia di baci partendo dalla clavicola fino ad arrivare alle mie labbra, lasciando un bacio delicato.  Vorrei fermarlo ma i miei ansimi dicono tutt'altro e lo sa benissimo anche lui.
Mi lascia un'altra scia di baci partendo dalle labbra, poi al collo, sul seno e scende giù, fino alla pancia. Poi mi lascia così, sul letto come un idiota che si aspettava già di più, e mi rendo conto della mia figura da scema e dalla figura ancora più da scema se provassi a lamentarmi. Perciò mentre ridacchia rivolto verso la porta del bagno faccio un gran trambusto con la valigia per attirare la sua attenzione e appena sono certa di avere tutta la sua attenzione su di me, tiro fuori il costume da bagno spogliandomi davanti a lui. Non avrei mai voluto comprare questo bikini ma Caroline insisteva nel dire che va di moda e che su di me starebbe bene e io non ne ero convinta, perché copre davvero molto poco. In questo momento invece la ringrazio mentalmente, sperando in una reazione di Dylan che arriva due secondi dopo, facendomi sussultare dalla paura
"Dove intendi andare vestita, anzi, svestita così?"
"Sono affari miei"
"Non sarai arrabbiata per lo scherzetto di prima, infondo sei tu che hai cominciato credendo che ti stia usando solo per scopare"
"Odio questa parola okay? Puoi scopare con Maria, Marie o come cazzo si chiama, o con tutte le amiche che hai avuto ma non voglio che scopi anche con me, che io sia una delle tante, perché io sono la tua fottuta ragazza e non ne posso più di non sentirti parlare, di vederti annegare nel tuo dolore e di vederti così vulnerabile, indifeso e privo di tutto ciò che ti caratterizza. Mi fa stare male, odio vederti così, perché tu non sei così. E sai cosa mi fa stare ancora più male? Il fatto che per un anno intero ti ho fatto stare così, e questa è una delle cose che non mi perdonerò mai"
Non mi accorgo neanche delle lacrime che ho, prendo i miei vestiti e me li metto dirigendomi verso la porta ma il corpo di Dylan mi blocca contro essa. Non voglio guardarlo in faccia, perché scoppierei a piangere e l'ultima cosa che voglio è piangere perché quello che dovrebbe stare male è lui, non io.
"Guardami"
"No"
"Guardami ho detto"
Sposto lo sguardo e lo vedo l'inferno nei suoi occhi, lo vedo che cerca di stare meglio e che non ci riesce. Vedo che gli hanno strappato le ali, che non riesce più a volare e che si sente perso. Lo vedo, e non posso fare niente per farlo stare meglio, perché la sua perdita è troppo grande, perché io non so a cosa pensa. Non so di cosa ha bisogno ma vorrei, vorrei così tanto saperlo, vorrei prendere un po' del suo dolore e farlo mio, perché lui non se lo merita, lui fa solo del bene, fa del bene a me e fa del bene agli altri e in compenso si è preso solo dei calci. Ha avuto solo delusioni, nessuna vittoria e io vorrei essere quella che lo possa tirare fuori dal suo dolore ma non posso, nessuno può. Io posso solo stargli accanto, aiutarlo, ma è lui che deve tirarsi fuori, perché ha toccato il fondo e gli servirebbe solo una spinta per uscirne, ma forse non vuole. Forse ha bisogno del dolore, perché è l'unica cosa che lo fa sentire vivo e io non posso farci niente.
Lo guardo negli occhi e scoppio a piangere, piango per lui, per la sua perdita e  per una vita che è sempre stata ingiusta nei suoi confronti.
Mi prende il mento e mi guarda negli occhi così intensamente da farmi sentire vulnerabile.
"Sai perché ti amo? Perché riesci a farmi stare bene anche se non te lo dimostro e ti tratto di merda."
Mi abbraccia così forte, come se avesse paura che scomparissi da un momento all'altro e va verso il letto, dove rimaniamo abbracciati per ore interminabili.



l'inferno nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora