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Dopo aver comprato milioni di maglioni e aver convinto Dylan a comprare più felpe solo per metterle io, abbiamo prenotato tutto all'ultimo minuto. Non so perché ho questa fissa Delle sue felpe, preferisco mettere le sue.
Forse perché sono sue, idiota
Cara coscienza.
Ebbene, abbiamo fatto un ora in aereo e mi pento di aver dormito durante tutto il viaggio, mentre lui, a detta della hostess, ha mandato a quel paese un tipo seduto dall'altro lato perché secondo lui mi fissava in maniera molesta. Il modo in cui sono vestita è abbastanza imbarazzante. Siamo dovuti partire dalla California con 40 gradi e abbiamo dovuto infilarci i giubbotti pesanti qui. Stiamo aspettando le nostre valige perché ovviamente siamo i più sfigati e Dylan si è già innervosito troppo. Sta litigando con una hostess come se fosse colpa sua, corro al soccorso di quella povera donna.
"Ehi, amore, dai andiamo"
"Ste cazzo di valigie ci stanno mettendo più di un ora"
"Calmo, adesso vedrai che le porteranno"
Sono sicura che sia successo qualcosa, ha parlato al telefono con suo padre prima di partire ed era frustrato, ovviamente non mi dice niente. 
"Andiamo a prendere da bere qualcosa intanto?"
"Scusami la sfuriata. Mio padre non mi da mai buone notizie. La sua compagna continua a litigare con il compagno di tua madre ormai, per la custodia dei figli. Vorrebbe che andassi a fare da supporto ma non ci penso nemmeno quindi non cercare di convincermi"
"Come vuoi tu"
"Stavo pensando che noi ci saremmo conosciuti ugualmente. Se non ti fossi presentata a quella gara i nostri familiari ci avrebbero fatto conoscere"
"Non credo sai? Senza determinate situazioni non sarei arrivata a confessare a mia mamma cosa faceva mio padre. Se ti ricordi l'avevo fatto principalmente per ricattarlo per farmi uscire da quel collegio dove mi avevano rinchiusa. Mi viene da ridere pensando al fatto che ero rinchiusa in quel posto"
"Si beh ricordo la sera nella quale mi hai presentato alla madre di Brian e sono stato preso a pugni. Se non fossimo stati in compagnia del suo fratellino e di sua madre gli avrei fatto il culo"
"Signori, scusate l'interruzione, ecco le vostre valige. Ci scusiamo per il disagio causato, avrete diritto a uno sconto del 20% se fate il mio nome in assistenza clienti"
"Fanculo tu e il tuo sconto"
Prende le valige e si allontana. Sono rossa dalla vergogna e chiedo scusa per conto suo. Lo rincorro ma mi sto già innervosendo anche io. Non è possibile che deve farmi fare sempre ste figuracce. Lo raggiungo e non dice più una parola. Fottuto bipolare, lo odio quando si comporta così. Questa vacanza promette tutto tranne che andrà bene.
"Rallenta non riesco a camminare così veloce"
"Se riesco a camminare io con la tua mega valigia c'è la puoi fare anche tu"
"Dylan fermati un attimo e ascoltami"
"Siamo già in ritardo"
"Non me ne frega un cazzo. Fermati ho detto"
"Che c'è"
Sbuffa e guarda dall'altra parte, chiaramente non è solo la questione di suo padre
"Smettila di comportarti da stronzo, non ti ho fatto nulla, siamo nella stessa situazione e odio quando mi urli in faccia"
"Senti, mi dispiace, ti avevo già detto che sono arrabbiato"
"Non è un buon motivo per prendertela con me"
"Non so cosa fare"
"Dammi la mia valigia" mi passa la valigia e mi reco verso l'uscita, seguendo la massa di gente, ha fatto innervosire anche me, spero sia contento ora. Sento un braccio che mi tira la valigia e mi giro di scatto quando vedo Dylan rosso in faccia dalla rabbia.
"Siamo qui da soli e tu prendi e scappi con la valigia? Sei pazza? Pensa se non ti trovavo"
"Sono perfettamente in grado di cavarmela"
"Fottuta ragazzina testarda"
"La smetti? Mi dà fastidio quando ti comporti così. Non sono una bambina"
Non mi risponde nemmeno, mi trascina per tutto l'aeroporto. Dopo aver fermato un taxi mi lancio letteralmente dentro mentre lui sistema le valige dietro. Si siede accanto a me e mi appoggia la mano sulla coscia, paraculo. Mi metto vicino al finestrino e lo ignoro completamente. Non ho intenzione di parlargli dopo che mi ha insultata in tutte le maniere. Stronzo egoista. Mi infilo le cuffie e alzo il volume della musica al massimo. Il tassista ci guarda incuriosito, avrà da raccontare ai suoi colleghi oggi. Sto ascoltando beatamente Eminem finché le cuffie non smettono di funzionare. Non ci posso credere, sono così sfigata. Sento la sua risata e mi giro verso di lui furiosa.
"Che cazzo ti ridi eh? Non eri tu quello che faceva lo sbruffone?"
"No beh mi fa ridere il fatto che nemmeno le cuffie vogliono che mi ignori."
"Beh io si quindi fatti gli affari tuoi"
"Mi dispiace per averti trattata male. Davvero"
"È troppo tardi per le scuse" fa un mezzo sorriso e mi passa le sue airpods. Mi fa pensare al fatto che ormai dovrei comprarmi Delle cuffie nuove. Sono combattuta ma la voglia di ascoltare musica passa sopra il mio orgoglio. Si tiene l'altra cuffia, si mette nel posto vicino a me che ci divideva e appoggia la testa sulla mia spalla. Sto cominciando a sentirmi male, non è mai così nervoso, chissà cos'è successo. Gli accarezzo la testa e la alza di scatto, evidentemente non si aspettava che lo perdonassi così in fretta. Nemmeno io in realtà, ma so che non da mai a mostrare come sta veramente. Il tassista scoppia a ridere e lo guardo incuriosita e irritata allo stesso tempo
"Sapete ragazzini, alla vostra età l'amore è molto semplice, si litiga e si fa pace, nessun problema, è tutto rose e fiori. Alla mia età, sai che tua moglie si scopa il suo collega, ma fai finta di niente e ti scopi clienti occasionali anche tu"
All'ultima frase Dylan mi stringe forte la mano, mi fa piacere. Mi chiedo solo perché abbia fatto sto discorso, non sa niente della nostra vita e si permette di dire cose senza sapere come stanno realmente.
"Beh, evidentemente non ti scopavi bene tua moglie, senz'offesa ovviamente"
"No ragazzo mio, le donne sono così, vogliono avere sempre tutto. Vedrai tra qualche anno, quando la beccherai a letto con il tuo migliore amico o con il suo ex fidanzato del quale non ti dovevi preoccupare, mi ripenserai"
Sono rossa dalla rabbia e sto per ribattere, finché non frena dicendo che siamo arrivati. Apro la portiera e la sbatto violentemente, spero che Dylan lo abbia mandato a fanculo.
Scende anche lui e viene verso di me con un sorriso in faccia, ma cos'ha da ridere? Prende le valige e vado ad aiutarlo e mentre il tassista se ne va, lo mando a fanculo. Scoppia a ridere e mi da un bacio sulla tempia
"Ero Incazzato nero alle immagini che mi sono passate per la testa di te e Aaron o di te e Brian, poi ho pensato che tu non mi faresti mai niente di simile, così come io non lo farei a te. Ed è questa la differenza tra noi e lui e la sua stupida moglie"
Gli sorrido e basta, vorrei dargli un bacio ma sono ancora offesa. Finalmente posso cominciare ad osservare il luogo in cui ci troviamo e rimango incantata da come la neve luccichi al sole. Mi mette così tanta tranquillità la neve qui. A New York nevicava spesso d'inverno, ma la gente che ci camminava sopra e i disagi che creava al traffico rovinavano tutto, così invece è perfetto. Perfino l'albergo è mozzafiato, non che mi aspettassi qualcosa di meno da lui ovviamente. Mi accorgo che mi sta fissando e divento rossa, come se non bastasse già il freddo. Nella hall dell'hotel la signora della reception mi guarda male, ma che cavolo ha?
"Non ho ben capito signorino che mi ha detto, ha prenotato due stanze separate giusto?"
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, ma che cavolo di problemi hanno tutti oggi?
"No, una camera sola"
"Ripeta il cognome per favore"
"Smith, Dylan Smith"
"Aaa si ora ricordo, ha prenotato la suite. Ecco le chiavi, grazie per aver scelto di soggiornare da noi. Signorina Campbell, mi saluti suo padre"
Ovviamente. Ecco perché mi guardava male. Ma come diavolo ha fatto a capire che sono sua figlia, insomma, di Campbell ne esistono tante al mondo. Un ragazzo ci prende la valige e ci accompagna fino nella stanza, ringraziandoci anche lui per aver scelto di soggiornare da loro. Non che ci fosse tutta questa gran scelta in mezzo alle montagne.
"Tranquilla, il resto della vacanza andrà meglio"
Apre la porta con la chiave magnetica e rimango senza parole. La stanza è enorme e piena di candele, il letto è pieno di petali di  rosa e c'è una vista pazzesca sulle montagne grazie alla mega finestra in mezzo alla stanza. Un'enorme vasca idromassaggio è posta proprio davanti e sto per mettermi a piangere dalla gioia
"Ommiodio, ommiodio, grazie, grazie mille aaa ti amo"
Gli salto addosso e cadiamo nel letto, scoppia a ridere e mi da un bacio. Mi sono appena ricordata che avrei dovuto continuare a fare l'arrabbiata ma ovviamente non si riesce ad essere arrabbiati quando il tuo ragazzo fa riempire la stanza di candele e petali di rosa. Ribalta la situazione e mi ritrovo sotto di lui mentre mi bacia ovunque. Mando a fanculo nuovamente i buoni motivi per i quali dovrei essere arrabbiata perché il modo in cui mi bacia mi fa andare in fumo il cervello, finché, ovviamente, non bussano alla porta
"Servizio in camera"
"Forse quei cartellini con scritto non disturbare e no servizio in camera dovrei usarli quando ho intenzione di scoparti"
"Dylan!"
"Scusa, di fare l'amore"
Mi bacia di nuovo mentre sorrido sulle sue labbra.
Ha la capacità di farmi arrabbiare e farmi tornare il sorriso in meno di due ore. Ah, l'amore.

l'inferno nei tuoi occhiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora