Capitolo 3

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|ANGOLO AUTORE|
Dovevo pubblicare un'ora fa, lo so, ma al primo giro non si apriva Spotify, e senza non sarei riuscita a creare la playlist per il capitolo (che vi invito ad ascoltare mentre leggete, l'account è sempre quello: Michela Schistad), al secondo non si apriva Wattpad, quindi ho riavviato tutto e ho riletto per sicurezza.
Ora è tutto vostro :))
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Tornando indietro, inizio a sistemarmi i capelli su una spalla, pettinandoli quanto posso grazie alle mie dita.
-Non mi dirai come ti vestirai no?- mi chiede Anna, mentre camminiamo a passo tranquillo scendendo le scale.
-Affatto, uno perché mi stai trascinando alla festa, due perché voglio davvero avere su di te l'effetto sorpresa, se poi qualcun altro avrà la mia stessa idea, cosa che spero e penso di no, amen- rispondo con un'alzata di spalle soddisfatta.
Ricevo una linguaccia come risposta e mi preparo mentalmente alle ultime due ore di scuola con: ginnastica.
-E va bene, prendi l'autobus dopo scuola o ti viene a prendere qualcuno?- mi chiede fermandosi in mezzo al corridoio che si divide in due, per portare da una parte alla palestra e al bar, e dall'altra alle classi.
-Autobus, vado ad ammazzarmi a ginnastica- rispondo accennando una risata e allontanandomi a malincuore dalla mia amica.
Prima di passare per gli spogliatoi vado in classe a prendere le cose, attraverso due scuole quasi correndo questa volta, e poi mi vado a cambiare con la stessa velocità per non fare tardi, cosa che stranamente non succede.
Il tempo oggi è bello e il prof decide di farci fare un torneo di pallavolo nel secondo cortile, per la nostra gioia.
Ma almeno non dobbiamo correre per dodici minuti trascinandoci i polmoni come Achille con il corpo di Ettore.
Vado subito all'esterno, lasciando il mio zaino in palestra per sicurezza, con il telefono la in carica che non manca mai, meglio avere la batteria alta quando si è via di casa. So di cavarmela abbastanza bene con la pallavolo, nonostante abbia mollato lo sport, non manca l'esercitazione a scuola.
Non potete capire che lotta ogni volta per formare le squadre, tutti che si urlano contro per avere il più bravo o il meno peggio della situazione, così da farci perdere quei classici dieci minuti di trattative e scambi di favore o altre cose che non credo di voler sapere, insomma...i venditori di rose ti stressano di meno. Tutto nella norma per quelli della mia classe.
Dopo continui commenti e lamenti riusciamo a cominciare questa partita, chi delle due squadre vincerà, andrà con la vincente delle altre due, chi perderà con quella che ha perso, e siccome non siamo giusti di numero ci siamo divisi in maniera fattibile.
Miracolosamente riusciamo ad andare al quinto set, non perché sia bello, ma perché per una volta sembra che non siano tutti fatti di burro, ragazze incluse.
Andiamo contro la squadra vincitrice che però qua ci batte per pochi punti, quindi possiamo riprendere fiato e rientrare per bere qualcosa. Mentre i miei compagni delle squadre che hanno perso si precipitano sui materassi per rilassarsi, io vado verso lo zaino per prendere la bottiglietta d'acqua e bere quanto possibile, quindi tutto quello che c'è. Quando faccio per rimettere la bottiglia nello zaino, questo mi cade dalla panca e metà delle cose si riversano a terra.
-Merda- mormoro seccata e appoggiando lo zaino, mentre mi abbasso per prendere le cose cadute.
-Ma che diavolo...- aggiungo confusa, con la fronte aggrottata e la testa leggermente inclinata su un lato.
Mi fermo subito ad osservare due biglietti, specificatamente due biglietti per la festa di Halloween che si sarebbe tenuta di lì a poco.
-E questi?- mi domando, a volte non riesco a tenere a freno la lingua e parlo anche da sola, magari sottovoce, ma lo faccio.
C'è un biglietto attaccato con un pezzetto di scotch ad uno dei due.
Per te e la tua amica Anna, contiamo sulla vostra presenza.
-GB
《An, qualcuno mi ha messo due biglietti per la festa nello zaino, dice che contano sulla nostra presenza》mando ancora con la stessa espressione, confusa e sorpresa.
Se prima di ginnastica non lo avevo, vuol dire che qualcuno è venuto per forza a metterlo mentre ero fuori.
Inquietante, molto inquietante.
《Beh, almeno non dobbiamo andare in giro a chiedere...chi te li ha dati?》mi chiede, mentre aspettavo la risposta avevo rimesso tutto al sicuro e mi ero seduta.
《Non lo so, un certo GB ha firmato un biglietto, e Giada non può essere, il suo cognome non inizia per B, e non credo di conoscere altre persone in questa scuola che abbiamo quelle lettere nel nome》rispondo a mia volta, appoggiandomi al muro e sospirando.
《È parecchio inquietante la cosa, me li hanno messi nello zaino mentre giocavo a pallavolo, i soldi nel portafoglio ci sono ancora, non che fossero abbastanza per due prevendite》mando nuovamente, non avendo più altro in mente, non so davvero cosa pensare.
《Gioele ha il cognome che inizia per B, ma lui e la classe hanno un'uscita, se "contano sulla nostra presenza" penso che lo scopriremo, no?》mi domanda come se fosse ovvio, potrebbe esserlo ma anche no, è questo che mi da fastidio.
《Presumo di si An, vado a cambiarmi, ci vediamo fuori, non farmi aspettare》dico alzandomi e andando verso lo spogliatoio delle ragazze.
Sono ancora tutte la, che si cambiano con calma, mettendosi il deodorante spray e chi va avanti e indietro per prendere qualche trucco.
Io mi prendo il mio tempo e mi cambio come se il mondo intorno a me non esistesse, non perché non ho voglia di interagire con le mie compagne, ma è stata una giornata davvero strana, non riuscirei a dimenticarmi dell'accaduto a meno che non succeda qualcosa di altrettanto sconvolgente da mettere in secondo piano i fatti di oggi.
Pochi minuti dopo mi ritrovo in cortile, la campanella è suonata in tutto l'edificio non appena ho messo i piedi fuori dalla porta e da qui ho capito che avrei aspettato Anna per due o tre minuti al massimo, se mi va bene. Mi siedo sul nostro solito muretto e faccio dondolare le gambe con un po' di noia, vedendo uscire successivamente la massa di studenti tra i quali spero ci sia la mia amica.
Tra loro scorgo invece Thomas, che ride con i suoi amici e da loro una pacca sulla schiena prima di portare le braccia intorno alle loro spalle, andando verso il cancello della scuola passando per forza accanto a me.
Non appena lo vedo distolgo lo sguardo, tutti gli sforzi per non trovarmelo davanti durante la mattinata erano andati a mio favore, almeno fino ad ora.
-Ciao- sento dire, e riconosco subito la sua voce, che senza volere mi fa alzare la testa per poter incrociare il suo sguardo.
Credo di essere rimasta ferma anche questa volta, per fortuna che non mi azzardo a rispondere a questo saluto, quindi fisso gli occhi sulle porte sperando che comparisse la chioma disordinata di Anna.
-Tesoro, scusami scusami scusami- mi dice arrivando un minuto dopo.
-Tranquilla, andiamo prima che succeda qualcos'altro- dico scendendo dal muretto e incamminandomi con lei verso la fermata dell'autobus.
-Che è successo? Sono rimasta ai biglietti di GB nel tuo zaino- mi chiede infilandosi una cuffietta all'orecchio opposto al lato dove cammino, così faccio lo stesso.
-Poco fa, mentre ti aspettavo, da sola, è passato il gruppo di Thomas con lui incluso- rispondo facendo partire una canzone in modalità casuale.
-Beh, non si è fermato o ha fatto alcun riferimento all'incontro ai bagni no?- mi domanda arricciando le labbra in una strana smorfia.
-No, sennò sarebbe ancora qua o io avrei perso ogni capacità di intendere e volere- dico scherzando, arrivando alla fermata, per mia fortuna l'autobus era già li e stava per partire, e infatti succede proprio poco dopo, ma con me e la mia amica sopra.
-Sappimi dire se succede qualcosa- mi dice prima di scendere dopo qualche fermata.
Annuisco e dopo sei lunghe ore di scuola mi metto finalmente entrambe le cuffiette, con la musica sta volta, e trattenendomi dal canticchiare.
Mezz'ora dopo circa arrivo a casa, andando a chiudermi in camera e sedendomi sul letto con il pc davanti alle gambe e Spotify che si stava aprendo.
-Vediamo cosa posso mettere- mormoro, vagando con le dita sul mouse touch del portatile e scorrendo le musiche ascoltate di recente.
Just your presence, and I second guess my sanity
Yes, it's a lesson, it's based on my vanity
My tummy's up in knots, as I see you get so hot
Common sense is out the door, can't seem to find a lot.
Me le so scegliere bene le canzoni a quanto vedo.
Le parole di SOS mi risuonano nella testa mentre vago per la camera, cercando di mettere in ordine le cose più superficiali. Dovrei sistemare anche i due armadi, ma vorrebbe dire tirare fuori tutto, avere i vestiti sul pavimento e disperarsi nel cercare una sistemazione che non li faccia crollare come un muro.
Però potrei farlo, mamma non è ancora tornata e non ho molta fame, quindi è perfetto.
Mi riavvicino al pc per guardare l'ora e poi apro le prime due ante, tirando giù tutto, pronta  compiere una delle missioni più ardue di questa casa.
Dopo una buona ora passata a dare una sistemata all'armadio, mi fermo e controllo il telefono, tra i messaggi di qualche gruppo, quello con le ragazze incluso, notifiche varie, mi viene in mente un'idea per il costume di Halloween, così lo cerco su vari siti mentre le mie dita si muovono freneticamente per digitare.
-Bingo!- dico con un tono di voce normale, tanto non mi avrebbe sentita nessuno.
Ed ecco trovato il costume perfetto.
Lo compro dal sito e quando ricevo la conferma dell'ordine sorrido entusiasta, sperando che il tutto vada come me lo sono immaginata in questo momento.
Le ragazze ne andranno matte, soprattutto Anna.



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