Capitolo 19

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Il martedì mattina non è migliore del lunedì, è come una leggenda che il primo giorno della settimana sia il peggiore, ma tutti sanno che non sono diversi i suoi vicini, tutto il mondo lo sa, ma continuano a girare certe voci.
Oggi che si farà? Non schifo, quello è già iniziato. Oggi metterò in atto una delle bugie più grandi che abbia mai detto, anzi, forse la più grande, e non vedo l'ora di disfarmene e che finisca presto.
Perché è tutto così complicato? Non si può fare la scuola tramite video chiamata? No, sarebbe troppo facile.
Mi infilo le cuffie dopo essermi vestita e truccata ed esco, ricordandomi all'ultimo di mandare un messaggio a mamma dove l'avviso che non mi sarei fermata a casa per un pranzo tranquillo.
Da ieri ho pensato che andare in metro la mattina e svegliarmi per conto mio non è una cattiva idea, insomma, ho uno specchio mio vicino alla scrivania, perché occupare il bagno insieme a mamma quando posso usare il mio? Ecco come ottimizzare i tempi.
Muovo la testa a tempo e raggiungo la metro come il giorno precedente, facendo una corsa giù per le scale e salendo sul mezzo non appena si aprono le porte, svelando una puzza tremenda, che mi stordisce e mi impedisce di salire a causa della distrazione per i passanti.
-No...merda- borbotto guardando l'ora sul telefono e risalendo le scale per uscire, scrivendo sul gruppo.
《Ali sei già a scuola o ci stai andando? Non sono riuscita a prendere la metro》invio sperando in una risposta immediata.
《Sono già qua con le ragazze, tra quanto passa la prossima?》mi chiede lasciandomi sospirare.
《7 minuti, arriverò tardi mi sa》ammetto appoggiandomi ad un lampione.
Faccio per mandare un messaggio a mia madre, dicendole che sarei entrata un'ora dopo, ma anche questa volta un clacson attira la mia attenzione. Non dovrei accettare, non dovrei affatto, ma almeno arriverei in tempo.
Il finestrino posteriore si abbassa e incrocio le braccia al petto guardando i due con le sopracciglia alzate, roteando poi gli occhi e avvicinandomi alla macchina, aprendo la portiera.
-Solo perché ho perso la metro- mormoro ai due senza che alla loro madre venga qualche sospetto.
-Hai perso la metro Grace?- mi domanda la donna, appunto.
-Si, sono arrivata e un'ondata di gente mi ha praticamente travolta mentre una puzza terrificante mi ha distratta, sembrava ci fosse un morto sui vagoni- ammetto accennando un sorriso e guardandola attraverso lo specchietto retrovisore.
-Non hai un mezzo tuo? Una macchina o una moto- domanda, innocentemente e facendomi istintivamente guardare i due fratelli, ma solo Ric capisce.
-Lo scooter della fidanzata di papà, ma non lo guido mai- rispondo annuendo e appoggiandomi alla portiera dopo aver allacciato la cintura.
-Ovviamente sai che Thomas ha la sua moto, però approfitta dello stesso percorso che faccio per  andare al lavoro la mattina, eh, piccolo approfittatore?- domanda lei sorridendo al figlio che scuote la testa per dire "no" alla classica battuta della mamma.
-Eh, piccolo approfittatore- sussurro facendole il verso, ma guardando il ragazzo negli occhi.
Risponde con uno sguardo abbastanza contrariato e io mi trattengo dal ridacchiare.
-Tra poco siamo arrivati, Grace se vuoi possiamo offrirti un passaggio tutte le mattine- propone lei, facendo scattare me e i due fratelli.
-No- diciamo all'unisono, cosa che ci porta a guardarci con confusione.
-Volevo dire...non è necessario, grazie mille- rispondo gentilmente dopo quel breve momento quasi aggressivo.
-Va bene, in caso noi passiamo di la sempre a quell'ora, basta che ti faccia vedere- dice tornando a guidare.
-Non si preoccupi, non sarà un problema farsi notare- ribatto alzando entrambi gli angoli delle labbra ma ironizzando leggermente.
Scendiamo dalla macchina e io mi impegno il più possibile per cercare il mio gruppo e raggiungerle dopo aver ringraziato la donna e salutato con un cenno della mano i due.
-Okay, mettiamo le cose in chiaro, se non avessi accettato il passaggio sarei arrivata tardi, e non volevo assolutamente che succedesse, alla prima ora mi diranno già i risultati e dovrò fare degli schemi- spiego alle ragazze, visto che mi hanno chiesto come mai sono scesa dalla macchina di Thomas.
-Di già? Hai già i risultati dopo un giorno? Dovresti organizzare sempre tu queste cose, in segreteria fanno sempre un casino- esclama Layla incrociando le braccia al petto.
-Già, diciamo che c'è stata una spintarella da parte di qualcuno a far scorrere le cose- ammetto alzando le spalle, spiegando successivamente come Ric avesse chiesto questo favore al fratello, immagino corrompendolo con qualche loro segreto.
-Ci vediamo dopo come al solito, devo chiedere una cosa a Riccardo- dico salutando le altre e facendo un segno al secondo De Luca.
Questo mi raggiunge in pochi secondi e continua a camminare verso la porta del nostro edificio.
-Pronta per oggi?- mi chiede alzando un angolo delle labbra prima di fermarsi e aprirmi la porta.
-Si, a proposito...volevo chiederti se riuscirai a tenere Thomas il più lontano possibile da me, senza ovviamente fare in modo che se ne accorga- chiedo tranquillamente.
Ma invece di andare verso la classe mi dirigo verso le macchinette insieme a lui per prendere un thè o un caffè.
-Il solito?- mi domanda, sapendo già cosa prendo la maggior parte delle volte. Annuisco semplicemente e mi appoggio al muro.
-Prima di venire alla pista dovrò guardarmi qualche gara, magari riesco a fare qualcosa di diverso dal solito- propongo mentre scende quel liquido strano che noi chiamiamo "thè", che non è vero e proprio come dovrebbe.
-Stai attenta, per favore Grace, per quanto possa essere d'accordo con te sul fatto che mio fratello sia un gran coglione, se ti dovesse succedere qualcosa per lui sarebbe la fine del mondo, e non solo- dice, con un tono diverso dal divertito o dal suo solito umorismo. Cos'era? Preoccupazione o tristezza? E per cosa?
-Ric, sembri mia madre, stai tranquillo, di certo non farò quello che farà lui, non tutto almeno- spiego appoggiando una mano sulla sua spalla per tranquillizzarlo.
-Va bene, verrò anche io in moto- mi dice accennando un sorriso e porgendomi il bicchierino di plastica scaldato dalla bevanda.
-Ti propongo una cosa, al semaforo precedente alla pista...se ci incrociamo, appena scatta il verde accelera un po' di più, vediamo chi arriva primo, mmh?- domando alzando appena il mento. Forse Thomas mi ha contagiata giusto un po'.
-Mio fratello ti ha fatto il lavaggio del cervello, decisamente, ma è comunque più ragionevole della sua proposta- dice porgendo la sua mano verso la mia libera.
-Allora a dopo- dico semplicemente stringendola e girandomi per andare verso l'aula, lasciando il ragazzo ad aspettare il proprio caffè.
Entro in classe e faccio il famoso schema per vedere dove si andrà in gita.
-Ho fatto un resoconto di tutte le mete proposte, e come stabilito ne escluderemo due su cinque, creando una classifica, ora mi sta rispondendo l'ultima classe quindi vi scrivo i risultati che ho- dico semplicemente prima di fare la tabella alla lavagna con tutti i numeri sotto le città.
-Quindi le tre prescelte sono Madonna di Campiglio, Sappada e Livigno?- domanda uno di loro, ricevendo una risposta affermativa.
-Se non ci saranno variazioni si, poi su 109 studenti partecipanti vedremo dove andrà a maggioranza- spiego infine, andando a rilassarmi al mio posto e riprendendo a bere il mio thè caldo.
Questa giornata sembra non passare mai, è come se qualcuno volesse far crescere l'eccitazione a tutti quelli che non vedono l'ora di passare il pomeriggio a Vitinia. Tutti tranne me.
Al suono della campanella che segna la penultima ora alzo la testa dal banco vedendo entrare una supplente.
Magnifico ora posso prendere le cuffie e ascoltare un po' di musica, tanto per rilassarmi prima della sfida. Dopo quasi un'ora di sonno mi sveglio ancora più intontita di prima, ma faccio in tempo a preparare lo zaino e correre fuori al suono della campanella, fermandomi con il fiatone nel cortile tra i due edifici sperando nell'uscita immediata di Anna dalle porte. La vedo correre verso di me e insieme ci dirigiamo verso il famigerato mezzo di trasporto pubblico.
-Devi fare tutto velocemente, arrivare a casa, mangiare qualcosa e prepararmi senza dimenticare nulla- spiego portando un dito alle labbra per togliermi una pellicina fastidiosa.
-Grace, non fare tutto di fretta, potresti sopravvalutare la situazione e correre un rischio- mi dice lei piegando la testa su un lato.
-Lo so, me l'ha detto anche Ric sta mattina, ma per quanto mi riguarda so di avere il necessario, è solo quello che mi aspetta dopo che mi mette in ansia- ammetto pronta a scendere alla mia fermata.
-Noi saremo la a fare il tifo per te, pensa a questo, ci vediamo la- dice come ultima frase.
Una volta con i piedi a terra, riprendo a correre fino a che non arrivo davanti alla mia porta, la apro e lascio le cose all'ingresso per andare ad infilarmi subito la tuta prima di preparare un panino con del prosciutto e del formaggio. Non è molto, ma non ho molto tempo per farmi un bel pranzetto, e al termine del mio pasto vado in garage per raccogliermi i capelli e infilarmi il casco.
《Sto partendo ora, a tra poco》mando a Riccardo prima di scrivere lo stesso messaggio alle ragazze, ma con un cuoricino alla fine.
Porto la moto sul vialetto come l'altra volta e dopo aver chiuso il portellone salgo in sella e parto verso la pista concentrandomi sulla strada. Non ho messo subito gli occhiali protettivi per prendere un po' d'aria, conoscendomi dopo suderò un sacco, e mi saranno d'aiuto solo per non trovarmi qualche sporcizia negli occhi.
Più vado avanti, più mi avvicino al semaforo, notando due figure ferme con solo una mano sul manubrio. Nonostante quella piccola proposta a scuola non mi aspettavo che Ric riuscisse ad arrivare nel mio stesso momento, ma il mio pensiero si interrompe quando arrivo accanto a lui e lo guardo, senza fare alcun movimento della testa.
Allo scatto del verde faccio un semplice giro con la mano e parto verso la pista non molto distante da li, ritrovandomi i due alle spalle come previsto.

|ANGOLO AUTORE|
Pronti per la sfida? Il prossimo capitolo è quello giusto, come la playlist che ho appena caricato!


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