MISSIONE

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La mattina seguente Hermione si sveglió prestissimo, come di consuetudine, e fu sorpresa nel vedere un diluvio universale precipitare fuori dalla finestra. Si avvicinó ai vetri e allungó il collo per controllare se non era uno degli scherzi dei gemelli, ma, a quanto pareva, il cielo era nero e infuriato quel giorno. Settembre stava mostrando la sua vera natura e Hermione ne era compiaciuta. Non amava le giornate brutte ma neanche quelle estive; il suo clima ideale era composto da vento frizzante ladro di foglie colorate e sole timido a fare capolino da dietro le nuvole. In poche parole le piaceva l'autunno...anche con la pioggia se costretta.
Hermione si trovò preparata di tutto punto quando tutta la Sala Comune non ancora si alzava. Non voleva già svegliare Ginny: era ancora l'alba. -Perché mi sveglio sempre così presto, maledetto Godric?- sussurró tra sè. Fece su e giù tra camera e Sala Comune numerose volte. Alla fine si stancó e rimase finalmente in camera a leggere un libro, nell'attesa che Ginny o Lavanda si alzassero. Quando finì il libro erano le 7.00 e si spaventó sia per l'orario, ancora troppo presto, sia per la incredibile velocità con cui aveva divorato quel libro. I temi di Storia erano da sempre stati il suo pezzo forte, ma non poteva pensare che sarebbe riuscita a divorarli come alcuni libri babbani che le regalava sua madre. In linea di massima le dava sempre romanzi d'avventura e d'amore; una volta le capitó di leggere persino un thriller. Quel libro sí che era stato avvincente!
Guardando il libro magico che aveva in mano, strinse le labbra e lo mise nella borsa. Dopo le lezioni sarebbe andata in biblioteca per fare i compiti e avrebbe preso anche un altro libro.
Essendo l'orario ancora prematuro per i suoi amici, lasció un biglietto per avvisarli e decise di uscire da sola. Era un po' timorosa su chi avrebbe incontrato a quell'ora tra i corridoi in penombra. I quadri si stavano svegliando e qualcuno le chiese cosa le era passato in testa per decidere di alzarsi così presto dal letto. Hermione riuscì a dileguarsi rispondendo educatamente, ma fu colta dal Preside che stava ai piedi della rampa di scale che stava scendendo lei. -Buongiorno, Silente!- disse con mezzo tono più alto del solito a causa dello spavento. Chiuse gli occhi un attimo e respiró, ricomponendosi. Si sentì così imbarazzata in quel momento che le guance le si tinsero di rosso. Silente sorrise come faceva sempre: -Al giorno d'oggi arrossire anche per le più piccole emozioni è un dono che pochi hanno il privilegio di possedere, sa signorina Granger?- intrecció le mani davanti a sè ed Hermione, incapace di dire alcunchè, rimase immobile ed in silenzio, un po' ancora sorrideva imbarazzata. Silente scosse il capo: -Suvvia, venga subito qua sotto: le scale cambiano. Poi come riuscirà a raggiungere più direttamente la biblioteca?- fece un segno con la mano ed Hermione si affrettó a scendere le scale. Silente aveva grande ingegno: le scale si mossero subito dopo. -È veramente così noto che io sia un topo da biblioteca?- chiese la ragazza con un pizzico di fastidio che cerchó di non far notare -ecco...mi dispiace di essere già in giro a quest'ora, Preside, ma...-. Silente rise sotto i baffi donando agli occhi un'aria vispa e furba. Non era per niente preoccupato di Hermione che aveva infranto una regola di Hogwarts inesistente, ma era lì per un motivo ben preciso. -Venga con me, signorina Granger- e la scortò sotto braccio per tutto il tragitto verso la biblioteca. Mentre camminavano Hermione chiese stupita: -Stava aspettando me?-
-Certo, signorina Granger, o per quale motivo mi sono fatto una passeggiata mattutina per tutto il castello fino alla scala della Sala Comune dei Grifondoro?-. Hermione non potè che annuire colpita e imbarazzata dal ragionamento di Silente. Era palese che stesse aspettando lei.
-Ma come mai, Professore?-
-La risposta sta arrivando, signorina Granger-
"La risposta sta arrivando", per Hermione quella risposta era una tortura ora che sapeva che era successo qualcosa. Con il batticuore seguì spedita Silente fino all'ufficio di Piton, il quale gli stava aspettando. Hermione rimase sorpresa, perché erano lì? Piton le gettó uno sguardo freddo e distaccato come era solito fare poi si voltó con uno scatto verso Silente porgendogli una pozione sigillata.
-È la scelta più giusta, Professore?- chiese Piton, il suo tono era sempre lugubre e distaccato.
-Mi crederà, professor Piton, potessi trovare una caramella Tutti Gusti +1 al gusto di limone-. Quella affermazione accese un ulteriore punto di domanda nella testa di Hermione. Quale incarico le avevano dato che fosse così importante? Cos'era quel liquido che Piton aveva dato a Silente? Perché proprio lei? Cercó di chiedere spiegazioni, ma Silente la anticipó: -Mia cara signorina Granger, questa- e le mostró la boccetta -è un...- -...Distillato della Morte Vivente. Professore, cosa sta succedendo?-
Silente si raddrizzó e annuì pensieroso. -Speravo tu conoscessi questa pozione, signorina Granger. Se avessi fallito avrei incaricato un'altra persona. Vedi cara, devo chiederti di venire con me al Ministero-.
-Perché io e non Harry? O Ron?-
-Perché hai una mente molto più superiore, signorina Granger. I tuoi amici avrebbero rischiato troppo-
Hermione si spaventó: -Rischiato troppo? Professore, per mio errore non sono aggiornata sulla situazione attuale del Ministero, potrebbe aiutarmi a capire?-
-È normale che tu non sappia come stanno le cose. Quello che andremo a fare sono affari del Ministero, ma noi dobbiamo modificarne dei dettagli. Troveremo il signor Weasley che ci guiderà-
Hermione diventó molto più inquieta di prima. -Professore, mi sta dicendo che andremo ad assassinare qualcuno?-
A quella domanda Piton interruppe la conversazione: -Professore, mi consenta, lei non è pronta-
-Severus, è la nostra unica speranza-
-Non sarebbe opportuno sprecare una mente qualsiasi? Come ha detto la signorina Granger sarebbe meglio mandare Weasley o Potter-
Anche se Piton la voleva tirare fuori, Hermione era sempre inquieta. Non poteva lasciare che i suoi amici rischiassero la vita.
Stava iniziando a pensare come Harry...in effetti lei e Ron non lo ascoltavano mai quando diceva quella frase. Tuttavia questa volta era diverso: Silente aveva scelto lei e lei avrebbe rischiato per tutti e tre, soprattutto per Ron sapendo che in ballo c'era anche il signor Weasley.
-Accetto-
I due professori si voltarono verso di lei, a metà tra l'incredulità e la convinzione.
-Accetto- ripetè per convincere più se stessa che i due interlocutori. Silente battè una volta le mani ed uscì dall'ufficio spingendo dolcemente Hermione dalla schiena. -È deciso- prima di andarsene completamente si voltó di nuovo verso Piton -Severus, saremo di ritorno questo pomeriggio. Saprai cosa fare-. Hermione pensó che si riferisse ad un "se non saremo di ritorno, ci vorrà un tuo aiuto". Si spaventó, ma ormai era dentro, il gioco era iniziato. Mentre lei e Silente camminavano a passo svelto per i corridoi senza una meta precisa, questo le chiese se avesse tutto con sè. Hermione rispose di si.
-Afferra il mio braccio- lei lo fece senza esitazione e si smaterializzarono.

Specchi | RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora