VICOLO CIECO

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Hermione ci aveva pensato a lungo durante il giorno di Halloween, quell'anno più cupo e macabro degli altri, e aveva deciso di andare a parlare con Silente, stufa di dover sentirsi torturare le membra. I suoi amici erano più che premurosi a non recarle nessun nervosismo, ma era palese da distanze sfuocate che erano assai curiosi di sapere cosa aveva tenuto occupata Hermione un mese prima. Lei ci era rimasta a pensare tutto il giorno, nessun secondo sprecato. Doveva battersi per i suoi amici. Aveva deciso persino di rifiutare una partita a Scacchi Magici con Ron, il quale le aveva lanciato uno sguardo misto tra la delusione di un rifiuto e la preoccupazione per lo stato d'animo della ragazza. Hermione finì per chiudersi in uno scompartimento della biblioteca consultando, per la prima volta, un libro sui Consigli Umani (uno dei libri mai aperti dagli studenti di Hogwarts) per capire quale fosse la mossa migliore da usare con un uomo come Silente. Hermione era presa con tale ardore da quel pensiero che non riuscì nemmeno a litigare con Malfoy (primo fatto sorprendente come un Malfoy dentro ad una biblioteca) quando lui aveva deciso di voler mettere il proprio libro al posto di quello di Hermione. Lei gli parló come se fosse uno studente qualunque: -Malfoy, l'ordine alfabetico- e scansó senza problemi la mano di Malfoy per mettere Consigli Umani al proprio posto. Lui rimase scettico e volle ribattere acidamente, ma non ebbe tempo di formulare una frecciatina delle sue che Hermione aveva afferrato il suo libro e già cambiato scaffale per metterlo al posto giusto, proprio per fargli il favore di non perdere tempo a trovare lo spazio esatto. Leggendo il titolo scoprì che si trattava del manuale di Rune Antiche (secondo fatto stranissimo come Malfoy potesse interessarsi ad una materia così bella per Hermione).
Hermione rimase ore e ore del 1 Novembre tra pagine di libri, nascosta da una barricata di manuali simile ad una trincea. Verso ora di cena Harry e Ron la trovarono, dopo una lunga ricerca in giro per le sezioni della biblioteca, sommersa da numerosissimi libri tant'è che si poteva riconoscere solo la sua chioma ricciuta. Molto probabilmente i due ragazzi avevano già passato in rassegna quella zona senza vedere l'amica al primo colpo.
-Hermione, finalmente!- Ron la scosse leggermente e lei reagì svegliandosi faticosamente. Doveva essersi addormentata per l'ingente studio. Appena si accorse che i suoi amici la stavano guardando preoccupati (come spesso accadeva in quel periodo), chiuse istantaneamente i libri aperti e si alzó per rimetterli a posto con un colpo di bacchetta più velocemente che poteva.
-Harry, Ron, che ci fate qui?- chiese tra l'agitazione ed il nervosismo. Il nervoso era sempre presente quei giorni, soprattutto perché dormiva poco.
-Perché stai ancora studiando a quest'ora, oggi, vorrai dire. Hermione, è ora di cena, ci abbiamo messo un'eternità per trovarti!- Il solito tono sorpreso ed impaziente di Ron fece sentire in colpa la ragazza, ma agli occhi dei due apparve solo frustrata ed infastidita dalle cantilene contro di lei. Decise, infine, di seguire i suoi amici e acconsentire a tutte le loro richieste per mettere da parte il suo grosso problema e per sembrare il più normale possibile. Mangió più o meno tranquilla ed ancora una volta notó una particolare premura di Ron verso i suoi confronti. Il rosso, infatti, di tanto in tanto le porgeva degli assaggi dei pasti che secondo lui erano i più buoni, come farebbe una madre per il proprio figlio. Voleva essere gentile e ovviamente voleva dare nell'occhio. Non era un gesto che si poteva vedere da Ron tutti i giorni, bensì era assai strano. Eppure nessuno commentava nulla. Hermione si sentì in dovere di accettare la cosa e provare persino una certa gratitudine. In fondo gli assaggi erano eccellenti, Ron era, non solo una buona forchetta, ma un intenditore sopraffino.

Pensa a quando a casa dovró preparagli la cena dopo la lunga giornata lavorativa. Mi vomiterà nel piatto!

-Aspetta, cosa!?-
Hermione sgranó gli occhi e la sua forchetta cadde nel piatto. Di nuovo i suoi compagni la guardarono sorpresi e, questa volta, molto preoccupati, quasi spaventati dall'improvvisa esclamazione.
Di nuovo una figura orrenda, di nuovo i pensieri avevano avuto la meglio su di lei e stavolta avevano anche trovato una forma ben definita e concreta. Hermione diventó rossa fino alla punta delle orecchie e sentì moltissimo quel calore esagerato. Si stava imbarazzando. Era imbarazzata di quel pensiero azzardato, era imbarazzata di essere lì sotto gli occhi di tutti. Inizió addirittura a sudare e a quel punto si alzó. Era circa la decima volta che succedeva dal ritorno ad Hogwarts. Però stavolta qualcuno la bloccó per il polso. Ron fu rapidissimo, capì sin da subito le sue intenzioni e non potè permettere che succedesse di nuovo lo stesso episodio di sempre. Hermione cercó di liberarsi a strattoni, ma Ron non molló la presa neanche per sbaglio ed un po' si sentì in colpa, sia per starla rendendo ridicola davanti a tutti, sia per star stringendo troppo la presa sul suo polso. Potè vedere negli occhi di lei un'origine di terrore. Si odió.
Ron si alzó e spinse Hermione fuori dalla Sala Grande il più in fretta possibile. Come gli era saltato in mente di trattenerla? Era un folle ed egoista. Sentì i respiri di Hermione farsi pesanti e periodici a causa del movimento e della situazione irrequieta. Si allontanarono dalla Sala Grande, salirono le scale, entrarono nella Sala Comune dove nessuno degli studenti poteva vederli o ascoltarli.

-Ron, ma che intenzioni hai?- il tono di voce incrinato di Hermione non piacque per niente al ragazzo.
-Hermione, ascolta, sono uno stupido. Non so cosa mi è preso, ma non potevo lasciarti andare di nuovo!-
-Da quando in qua tu decidi cosa posso fare o meno?-
-È un miracolo oggi se hai quasi cenato con noi. Mi spieghi perché salti i pasti o te ne vai sempre prima? Perché hai urlato? So che  chiedendoti cosa sta succedendo ti metto sotto pressione, ma sembri malata, Hermione. Ti serve aiuto-
-Ah, aiuto a me! Ma andiamo!- la ragazza cercó di essere il più disinvolta possibile -Ho urlato perché...perchè...perché mi sono ricordata di non aver finito a copiare una pergamena di Storia della Magia per domani-
Ron incroció le braccia ed inclinó la testa. Strinse le labbra ed i suoi occhi esprimevano volontà di scoprire cosa si celava nella testa della sua amica.
-Hermione, non ti crede più nessuno con queste scuse. Adesso basta, lo sto facendo per il tuo bene. Dimmi che ti è successo-
Hermione sentì il cuore in gola. Voleva così tanto sputare tutto, voleva ardentemente infrangere la regola imposta da Silente per lei. Però non poteva. Non poteva per il bene dei suoi amici. Per il bene di Ron. Le balenó una via di fuga in mente, ma si vergognó tantissimo. Poteva dire che era innamorata dello stesso Ron, ma poi che sarebbe successo? Doveva trovare un'altra scusa, un motivo valido per poterla portare alla pazzia, un motivo che avrebbe reso le sue azioni proibite...

...Santo Godric.

-Mi sono innamorata di Malfoy-

Cogliona.

Il silenzió che seguì subito dopo fu assordante. Hermione avrebbe preferito urla e strepiti da parte del rosso. Invece lui rimase pietrificato, poi le braccia si sciolsero e caddero lungo i fianchi. La bocca si schiuse, ma non ne uscì nulla. Sembrava fosse morto in piedi. Lei neanche poteva credere di aver detto una cosa del genere. Eppure aveva funzionato. Ron indietreggió lentamente in procinto di uscire dal buco del ritratto. Hermione si avvicinó tremante, voleva rimangiarsi tutto, però non riusciva nemmeno a prendere più aria. Allungó una mano per aggrapparsi al suo mantello, ma lui la scacció via.
-Stammi lontano-
Ron se ne andó, non si sa dove, non si sa per quanto tempo. Hermione cadde in ginocchio e scoppió a piangere. Era stata una stupida a scegliere la frase più sbagliata che potesse dire nella Sala Comune dei Grifondoro. Come diamine le era saltato in mente? Ed ora che doveva fare? Era persa, afflitta, distrutta, incapace di porre rimedio a nulla. In quel preciso istante le passó per la mente di suicidarsi, ma si maledì il momento dopo. Doveva smetterla di pensare cose fuori posto, cose che una Grifondoro non doveva neanche sognare per sbaglio. Innamorata di Draco Malfoy! La barzelletta più grande della storia di Hermione Granger. Ron era sicuramente andato a dirlo a Harry, Ginny, Luna, Neville...e la voce si sarebbe divulgata facilmente arrivando anche al diretto interessato, il quale avrebbe ucciso Hermione seduta stante. Alla fine una morte meritata non guastava.

Basta, Cristo Santo! Sei una stronza!

Sì, era una stronza di prima classe. Così stronza che prese il coraggio di alzarsi, uscire e dirigersi con rabbia di nuovo in Sala Grande per fare quattro chiacchiere con Albus Silente.

Specchi | RomioneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora