°•Prologue•°

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"Non c'è altro tempo da perdere" la voce del Master rimbomba nella grande sala. Tira un pugno sul tavolo con ira.

"Lacrima!" Appella il mio nome, lascio il manico della scopa cadere a terra e mi avvicino a lui con fretta.

"Sì, Signore?" Mi tremano le ginocchia. Sono esausta e mi fanno male i piedi perché non ho un paio di sandali da utilizzare. Vivo sotto i comandi del Master Crown, non ricordo molto dei miei genitori, ma il Master ha detto che sono morti durante un duro scontro e ora sono sotto suo affidamento.

"Oggi sarai il mio gheppio occidentale" dalle sue ruvide mani scivola una pergamena chiara come la fiamma di una candela.

"U-un messaggio da mandare?" tiro una ciocca dietro l'orecchio. Mi concentro sul rotolo che stringe tra le mani mentre lui mi parla.

"È per il Villaggio della Neve. Vedi di far presto" lancia in aria la pergamena e aspetta che io, con un balzo, la prenda.

"Non posso avere delle scarpe? Mi fanno male i piedi, Signore" dico titubante sotto il suo sguardo freddo e stizzito.

"No, e ora va via!" Sbatte un pugno sul tavolo con rabbia.

"S-sì, signore" esco a gran velocità dalla sala con in mano la pergamena.

Dopotutto credo di doverlo ringraziare. Anche se ho i vestiti stracciati e il viso sporco di fuliggine è l'unico che mi ha dato rifugio.

Mi ritengo una bambina fortunata sotto questo punto di vista, sono la figlia adottiva dell'uomo più potente del Villaggio di Fumo.

Il dolore ai piedi ritorna a tempi alterni, correndo patisco di meno.

In pochi attimi attraverso tutto il villaggio, l'erba incolta posta al suo fine è un entrata secondaria per la foresta.

Non è la prima volta che faccio da gheppio, conosco bene i villaggi nei dintorni.

°•°•°•°•°•°•°

C'è ancora luce, non vedo l'ora di tornare con così largo anticipo al villaggio per portagli la risposta.

Lui sarà così fiero di me. Sto correndo veloce come il vento.

"Andiamo! Il consigliere sta aspettando il nostro ritorno" sento gli zoccoli di cavalli calpestare l'erba e correre via.

Mi nascondo dietro una quercia, le cavalcate dei cavalli si fanno sempre più vicine.

"Li abbiamo sterminati tutti?" Le voci sono nitide e maschili.

"Era d'obbligo, niente eccezioni" gli uomini a cavallo si allontanano con la stessa velocità con cui sono arrivati.

Vedo passare davanti agli occhi una bandiera nera dallo stemma rosso, il disegno non riesco a vederlo molto bene da questa distanza.

Riprendo a correre contro il tempo fino ad arrivare al villaggio.

È calata una sottile nebbia sul villaggio. È come se tutti fossero scomparsi, sembra abbandonato.

C'è una orribile puzza, è rivoltante.

I miei piedi cadono in una pozza assai calda e densa.

"Che roba è?" Alzo un piede, il mio piede sembra dipinto perché è completamente rosso.

Curiosa del liquido poso un dito sulla pozzanghera e assaggio.

Il sapore metallico mi riporta al giorno in cui mi tagliai un dito.

Sobbalzo dalla paura, indietreggio impaurita da quella pozzanghera e qualcosa mi fa da sgambetto.

Cado interamente in un'altra pozzanghera densa, il mio corpo si macchia interamente di rosso e vederlo sulle mie mani mi fa una certa paura.

Urlo in prenda al panico quando vedo cosa mi ha fatto da sgambetto: il corpo immobile di una donna dalla pelle gelida.

°•°•°•°•°•°•°

Una delle cose importanti che mi ha insegnato il Master Crown è che per togliere l'odore insano dei cadaveri bisogna dargli fuoco.

Sfrego due pietre fra di loro con forza e convinzione molte volte, tra le due pietre iniziano a farsi vedere delle scintille.

Riesco ad accendere un torcia e a portarla ai piccoli mucchi di cadaveri che ho spostato in questi due giorni.

Lancio la fiaccola sulla paglia ammucchiata insieme ai corpi, lentamente tutto inizia a prendere fuoco.

La fiamma si espande bruciando tutto, anche il loro odore.

Piano piano delle piccole gocce calde scendono sulle guance. Non ho mai sentito il villaggio così silenzioso.

Mi accuccio per terra e abbraccio le mie gambe.

"Perché svanire così? Senza di me" singhiozzo tra le lacrime.

"Tornate indietro!" Alzo le braccia verso il fumo grigio che sale verso l'alto, fa molto contrasto con la vetta del monte Fuji.

La sensazione come se loro fossero ancora qui, la mano di tutti gli abitanti sulla mia spalla destra.

"Non siete andati via"

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