°•Capitolo 2•°

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Intaglio il ramo di quercia, voglio creare una lancia nel caso mi serva per la pesca nel fiume.

Non c'è molto da fare qui se non sorvegliare il villaggio.

"Non è strano rimanere ancora in questa merda di villaggio?"

"È ancora più strano sentire la tua voce e ora sparisci dalla mia testa, Master!" Con voce fredda e colma di rimorsi lancio il ramo di legno sulla figura immaginaria; comparsa affianco a me dal nulla.

La figura del Master sparisce in una nuvola di fumo quando la lancia si infilza sul terreno.

"La tua voce mi da ancora alla testa" bisbiglio quasi con rabbia mentre mi alzo dal tronco di un albero caduto.

Estirpo il ramo sporco dalla terra umida e sempre fertile. L'orecchino tentenna al vento e avverto una sensazione strana.

Lancio l'arma di legno alle mie spalle che finisce per infilzare un Arthropleura carnivora sul tronco di un albero.

L'insetto gigante si dimena dal dolore e produce suoni acuti.

Con passi decisi mi avvicino all'animale.

"Sporco animale di Ade" sfilo il pugnale dalla tasca legata alla coscia e uccido l'animale conficcandogli la lama tra gli occhi.

In questi anni di solitudine ho avuto il piacere di incontrare questi grossi millepiedi, ma mai carnivori.

Solo una volta ne riconobbi uno mangiarsi un cervo adulto.

Sono dei portatori di guai e pestilenze, per fortuna sono in via d'estinzione.

Il gigantesco insetto non si muove più; rimane attorcigliato all'albero senza muovere una sola piastrella -rivestimento del corpo-.

Tolgo sia il pugnale che la lancia, un liquido verde sporca entrambe le armi, verde e molto denso.

Il millepiedi rotola a terra e si ferma a pancia in su, si riescono a vedere i fori che gli ho procurato.

Mi allontano dalla scena di caccia con disgusto per via del fetido odore della creatura.

Guardo il pugnale con sguardo stizzito, per pulirlo da ogni microbo devo usare il fuoco.

E conviene farlo subito prima che si incrosti del tutto.

Infilzo il pugnale sul tronco dov'ero seduta prima.

Prendo due pietre focaie e inizio a sfregarle con forza finché le scintille non accendono la piccola torcia.

Avvicino la lama della mia arma alla vampa e il sangue verdognolo inizia a colare e a scendere via sul terreno come acqua.

Rigiro il pugnale sulla mia mano per completare la pulizia.

"Ti ho sempre odiata" mi alzo in piedi per guardarmi le spalle; la figura del Master ricompare come se fosse davvero qui con me.

"Fin dal primo giorno in cui sei arrivata alla Gilda" mi guarda con un leggero ghigno.

"Speravo rimanessi una buona a nulla come quando avevi sette anni" mette le mani dietro la nuca per guardare il cielo.

"Ma me ne pento" sorride.

"Non pensavo che potessi davvero superare il tuo Master".



Hakares's P.O.V.

"Bastardo demone!" Salto da un ramo all'altro per avvicinarmi senza difficoltà all'enorme essere liquido; lascia una scia nera come il petrolio che secca le piantagioni.

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