°•Capitolo 10•°

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Sono arrivata fino a qui. È ancora tutto così strano per me.

Ricordo quando qualche giorno fa ero scettica, sì scettica. Non volevo lasciare il mio villaggio.

Io, Hakares, Cheka e molti altri maghi del distretto ci siamo riuniti sulle mura per combattere insieme questo enorme gigante fatto di ossa e aria.

Agami Bastet sta distribuendo dei corpo schudi: servono a proteggerci da eventuali attacchi del dio morto.

Molti metamortali messi in fila indiana, iniziano ad infilarsi questo tessuto in fibra di carbonio e altri componenti che non ne sono a conoscenza.

Il rivestimento protegge dagli attacchi nelle zone di: addome, petto, braccia, bacino, inguine e metà cosce.

La dea si avvicina a me con l'intento di piazzarmi tra le mani la tuta, ma sono abbastanza sicura del mio corpo da capire che possa dare solo fastidio ed impedirmi di muovermi liberamente.

"Grazie, ma sono apposto così" le rispondo, mi chiudo all'interno del mantello.

La donna dalla testa di gatto non ribatte, ma se ne va solo dopo avermi dato un rapido sorriso di buona fortuna.

Nel frattempo Acqua, la maga capricciosa si avvicina ad Hakares.

"Non ti azzardare a portare quell'affare vicino a me! Non l'ho metto" ringhia il rosso come fa un bambino che non vuole obbedire.

"Hak! È per la tua incolumità" ribatte seccata la ragazza dai capelli turchesi. Sotto a quella corazza antipatica so che ci tiene a quel zuccone.

I due iniziano a battibeccare, ma le mie orecchie sono concentrate sugli ululati del vento, il gigante passa distruggendo la vegetazione con il suo potere.

Potrebbe far male a qualcuno! Soprattutto se si avvicinasse un po' di più a noi spazzerebbe via le mura.

Ha un potere molto forte.

"Agami Bastet, non rimango qui con le mani in mano. Sia chiaro, non faccio parte di nessuna gilda, quindi posso anche non attenermi ai vostri piani d'attacco." le rivolgo le mie più sincere parole.

Corro via dalla marmaglia per raggiungere il mostro.

Vorrei poter usare il mio potere di controllo sulle molecole dell'aria, ma non riesco a impadronirla oggi.

Probabilmente è a causa del suo potere magico che sovrasta il mio.

Scendo giù in picchiata, le mura scorrono veloci accanto a me. A circa 10 metri da terra il mio bacino cambia struttura corporea diventando un infinità di rovi e liane, tutte protette da uno scudo di edera.

Dal fianco destro e quello sinistro sbucano fuori due liane abbastanza lunghe da intrecciarsi ad un ramo di una comune sequoia.

La pelle non vi è più tirata dal vento, anzi il dondolio provocato dalle piante rende la discesa più calma.

Da quel che noto, il gigante non mi sembra molto attratto da noi umani: dal modo in cui il suo corpo e la sua testa si allontanano lentamente dalla città sembra sia solo di passaggio.

Però questo non giustifica che sta trascinando con sé ogni essere vivente, lo risucchia nel suo tornado corporeo e lo getta poi via come se non fosse qualcosa di importante.

La terra è preziosa per tutti!

La liana del fianco destro ha stretto così forte il ramo che l'ha rotto, ed io sono rotolata giù dall'albero fino a schiantarmi al suolo.

Non mi perdo d'animo, devo scoprire con certezza perché in sua presenza i miei poteri non funzionano al completo.

Devo sapere dove sta andando.

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