"💎Mi piaceva ancora e anche tanto,
Forse troppo.
Gli avevo fatto male, sperando di poter stare meglio io.
Ma mi sbagliavo decisamente, stavo solo peggio, e mi mancava.💎"
POV'S LIAMDopo quelle lunghissime ore di viaggio finalmente arriviamo a destinazione.
E sinceramente, sono state le ore più lunghe della mia vita. Perché? Allora come posso cominciare... Ah si, allora, prima di tutto non sono riuscito a conoscere meglio Theo perché quella bellissima persona ha deciso di trascorrere il viaggio con le cuffiette nelle orecchie e quando ho provato a prenderne una ho ricevuto un pugno in faccia, che ha fatto più male del solito, in secondo luogo perché dovevo pisciare ma non ci potevamo fermare siccome eravamo in autostrada. In più ho dovuto sopportare per 5 fottute ore un meraviglioso concerto del mio amico Stiles che ha deciso di cantarmi tutto l'album 'A. M' degli one direction. Credo che questo sarà l'incubo che mi inseguirà per il resto dei miei giorni. Ma soprattutto, il braccio, cazzo mi faceva male, mi sembra di avere delle scosse che si percuotono continuamente solo con piccole pause. Decido di svegliare Theo che nel frattempo stava ancora dormendo. - theoooo, gioia della mamma svelgia- gli cantileno dolcemente, è bello, cazzo se è bello - THEOOOO PICCOLA PUTTANA SVEGLIATI! - Gli urlo siccome alla prima non ero riuscito a svegliarlo.
-NON TI HO RUBATO NIENTE GIURO- Oooo si è svegliato l'angioletto. - A chi avresti rubato? - gli chiedo con un ghigno sfottendolo. - Oh ma vaffanculo sei tu- dice per poi scendere dalla macchina. Scendo anche io trovandomi davanti ad una grandissima e meravigliosa villa.
Sentivo ancora quel dolore al braccio ma ormai era diventato sopportabile. Theo mi si avvicina portandomi lontano dal resto del gruppo. - Il braccio?- mi chiede con uno sguardo... preoccupato? - non fa più male- mento spudoratamente fingendo il sorriso più falso della storia. -Sai dovrebbero darti un premio Nobel per la tua incapacità nel mentire, anche un bambino avrebbe capito che si tratta di una bugia.- mi dice sfoggiando il suo ghigno anche se leggermente forzato. Coglione. Sono un coglione. -ok, mi hai beccato. Che ti devo dire? Fa un male cane va bene? Però... mi ci sto abituando.- da di fianco a me si sposta di fronte e prendendomi per le spalle mi dice -ti ci stai "abituando"? Scherzi spero! Cazzo prima soffrivi come un'adolescente con il suo primo ciclo! Smetti di dirmi cazzate. Ora chiamiamo Deaton.-
Mi levo le sue mani dalle mie spalle e spostandomi leggermente gli dico con tono deciso -no. Tu.. Perfavore non chiamare Deaton. Non voglio rovinare questo matrimonio a Scott, ci tiene veramente e non posso essere un peso anche questa volta, il dolore che sto provando può aspettare.- Theo mi guarda, e non deciso nel da farsi mi prende per il braccio (quello non dolente) e mi porta con sé verso la casa dei nonni di Jackson e mi sussurra - Non.. non pensare mai che tu sia un peso. Si certo sei un rompiballe lamentoso... - - Ehi! - gli tiro un pugno ridacchiando. - Ma non sei un peso Liam, e se questo dolore peggiora, dobbiamo fare qualcosa. Sono sicuro che a Scott gli interessi di più aiutarti che festeggiare il suo matrimonio e poi magari anche il tuo funerale. Quindi non dire cazzate. -
Un lieve sorriso spunta sulle mie labbra. Il dolore diventa più lieve fino a scomparire, ma neanche ci faccio caso perché sono troppo preso nell'osservare, di soppiatto, il suo viso illuminato dalla luce del sole. Theo lascia il mio braccio e bussa alla porta di casa. È una villa veramente grande, e molto affascinante. La casa vista da fuori è il triplo di quella mia, ha una vetrata che fa intravedere la sala e un pezzo di cucina. Ad aprirci ci sono Jackson e Ethan che l'uno a fianco dell'altro, ci salutano con un sorriso stampato in faccia. - Ciao ragazzi! Siete arrivati finalmente- ci dice Jackson venendoci ad abbracciare seguito da Ethan. Ci invitano ad entrare per poi salutare anche Derek e Stiles. - Wow. Questa casa è, wow. - esclamo entusiasta. - Porca merda, sta casa è strabilianteeee!- urla Stiles con gli occhi gioiosi come un bambino. Theo invece ci osserva divertito. - Ma lo sposo e gli altri quando hanno intenzione di arrivare? - chiede Ethan facendoci segno di seguirlo. - Scott mi ha fatto sapere che si sono fermati ad un autogrill per mangiare. - gli rispondo io. Jackson si avvicina a me e Theo e ci porta al piano superiore. - allora voi seguite me. - saliamo le scale a chiocciola e al piano di sopra ci sono ben 5 stanze! - Porca vacca, ma i tuoi nonni sono vermante dei ricconi! - esclamo incredulo di quanto grossa fosse quella casa. -Già, e questa per mia fortuna sarà la mia eredità quando loro non ci saranno più. Pensa, questa casa vale ben 7 milioni di dollari. Devi sapere che una volta era la villa di conti molto importanti all'epoca, e questi erano molto legati alla mia famiglia e siccome loro di soldi e ville ne avevano a palate, hanno deciso di darci questa, e pensa, fra tutte è anche la più piccola. - -Cazzo siete veramente fortunati, io invece devo dormire nella mia macchina, guarda come sono messo. - ironizza Theo. - Ragazzi Scott mi aveva avvertito di lasciarvi la camera con i letti separati, così ho esaurito il vostro desiderio. Spero vi piaccia ora vi lascio da soli per poter sistemare le vostre cose.- dicendo questo se ne ritorna al piano di sotto. Nella camera ci sono due letti singoli con a lato un comodino e davanti una TV a 8 pollici. Abbiamo una cabina armadio e un bagno accanto ad essa, il quale sembra una spa. Ha una doccia in cui dentro potrebbero entrarci anche tre eleganti e una vasca tonda di legno a idromassaggio. E il cesso. Wow credo sia la cosa più bella. - Theo! Devi assolutamente venire a vedere, c'è una cosa fantastica... AH! - Urlo con un sorriso da ebete in faccia, cadendo. Theo, che stava mettendo a posto la sua valigia mi raggiunge scoglionato. - Che hai da urlarti Dunbar? - poi quando vede cosa sto facendo scoppia a ridere incredulo. La sua risata mi incanta e io rido a mia volta contagiato. - Che c'è, non ci trovo niente da ridere!- lui si piega dalle risate, si calma, mi riguarda, e riscoppia a ridere. - Invece di prendereti gioco di me, vieni ad aiutarmi coglione. - lui continua a ridacchiare - Aspetta... Prima devo fare una cosa. - dicendo questo prende il telefono si gira verso la fotocamera e scatta una foto di lui e me caduto dentro al cesso illuminato. - Non ci voglio credere. Ma come hai fatto? Certo che per essere un licantropo hai l'abilità di un bradipo. - mi dice sempre con quel suo solito ghigno. - Ah ah divertente, ma ora aiutami a scastrarmi dalla seggioletta per favore. - lui si avvicina e fa per aiutarmi ma poi si tira leggermente indietro - Ah ah. Prima mi devi dire come è successo- io lo guardo esterrefatto pensando che stesse scherzando ma era abbastanza serio - Ma stai scherzando spero? No... Non scherzi. Non c'è niente da raccontare, stavo osservando l'acqua del gabinetto che cambia colore ma sono scivolato e mi è caduta la seggioletta in testa e mi sono incastrato, ora per favore tira su la levetta per togliere sta cosa grazie. - dico spazientito. - Si certo solo... Solo una cosa... - si avvicina nuovamente - oh grazie al ciel....- neanche il tempo di finire la frase che dell'acqua mi arriva in faccia entrandomi anche in bocca. Credevo di star affogando ma quando tutto finisce sento la tavoletta tirarsi su e delle braccia che mi sollevano. - Era necessario?- chiedo tra l'incazzato e il divertito. Riesco a percepire il suo ghigno anche se ho gli occhi chiusi - Si, e ora di cheeesee- faccio per riaprire gli occhi ma il flash me li fa richiudere istantaneamente. - Elimina subito quella foto prima che ti faccia male. - lui mi scuote il telefono davanti alla faccia e mi fa-Sennò cosa mi fai eh lupachiotto? Mi mordi? - faccio diventare i miei occhi gialli per fargli capire che non scherzo e quando cerco di prendere il telefono lui se lo tira verso di sé e poi inizia a correre per la stanza. - Dove pensi di andare? La stanza non è così grande coglione. Elimina subito quella fottuta foto. - si avvicina a me e sfottendomi mi sussurra a pochi centimetri dalle mie labbra - Neanche se mi rispedisci all'inferno, femminuccia- detto questo lo prendo per il colletto e lo scaravento sul suo letto - Ritira quello che hai detto o... - lui cambia le posizioni, ora sono io sotto di lui - o cosa eh? - detto questo inizia a farmi il solletico. Io lo prego di smettere ma è come se le mie suppliche fossero parole sprecate. Ad un certo punto con gli artigli gli graffio le mani e lui sfinito smette con quella tortura. Nella stanza si possono sentire solo i nostri respiri affannati e le nostre lievi risate che piano piano svaniscono. Fino al silenzio totale. La situazione è abbastanza imbarazzante. Lui è sopra di me e lo spazio che c'è fra le nostre labbra è minimo. Io lo guardo negli occhi con il desiderio di baciarlo sempre più forte. Il cuore inizia a martellarmi velocemente, più del normale. Lui inaspettatamente appoggia il suo viso sul mio petto e io credo di avere un espressione a dir poco indecifrabile. Pensare che molto probabilmente l'avrei baciato mi spaventa. E se lui mi avesse rifiutato? E se... - Come mai il tuo battito è così accelerato Dunbar? Non è che forse ti stai eccitando proprio sotto di me spero. - mi dice rialzando lo sguardo sui miei occhi. Credo di esser diventato rosso dall'imbarazzo, ma nonostante questo riesco a notare i suoi occhi luccicare. - Si ti piacerebbe, ma mi dispiace deluderti che il mio battito è aumentato per la fatica che mi hai fatto fare per eliminare quella foto. - bravo Liam, ti sei inventato una scusa degna di un premio. Dicendo questo gli sfilo il telefono dalla tasca e faccio per eliminare la foto e lui se ne accorge. - No Liam cazzo. - cerca di afferrarlo ma io mi giro per poterla eliminare, ma la guardo e nella foto posso notare un sorriso sul viso di Theo che mi fa cambiare idea. Lui è steso accanto a me e non sta più cercando di riprendersi il telefono. - Che guardi eh? La tua faccia da tonto? - io mi disincanto e gli passo il telefono - Parla la faccia da pesce lesso- lui mi guarda in cagnesco e fa per darmi una spinta in modo scherzoso, ma nel farlo noto una cosa e gli afferro il braccio. - Theo. C'è ancora la sbucciatura. - il suo ghigno sparisce dal volto e ritira il braccio - Wow immagino che tu sia quello intelligente della famiglia. - dice alzandosi per andare via. Ma porca troia. Stavamo ridendo fino a un momento fa perché deve rovinare tutto? - Theo aspetta- gli prendo il braccio e le mie vene iniziano a diventare nere. Sto assorbendo il suo dolore ma in compenso sento male 10 volte di più rispetto a quand'ero in macchina. - Che cazzo fai! Non ho bisogno che tu soffra per alleviare il mio dolore. Non ho bisogno di te ok? - dicendo questo esce dalla stanza. La vena nera collegata al lupo continua a crescere e non va via. Il dolore è così forte che un mezzo grido mi esce dalle labbra. Vado in bagno e apro il rubinetto per poi mettere il braccio sotto il getto dell'acqua gelida. "non ho bisogno di te" non riesco a capire perché sia così difficile comunicare in modo normale con lui. Fino a un momento prima si stava ridendo e un secondo dopo mi tratta come il suo peggior nemico. Come potrò essere suo amico se mi tratta così? Come potremo mai instaurare un rapporto stabile se lui neanche ci prova? Come farò a smettere di amarlo se solo la sua risata mi fa sentire come la persona più importante su questa Terra...
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Ma bella gente. Si. È da un bel po' che non mi faccio sentire, quanto, 1 anno forse? Beh che dire, ho scoperto che esiste ancora Wattpad e che non potevo lasciarvi per sempre in sospeso con questa storia. Meglio tardi che mai no? 😂 Va beh, comunque mi dispiace di non essermi più fatta viva, in realtà non so se c'è più qualcuno a cui importi di questa storia ma dettagli, io la continuerò, e scriverò fino a quando non mi finiranno le idee come è già successo. In compenso nel tempo che sono mancata sono cresciuta, e anche il mio modo di scrivere si è evoluto (leggermente eh). E voi come state? A chi come me manca da morire teen wolf?
Un bacio💕
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I hate you with love -THIAM
Romancela storia è ambientata a beacon Hills. Sono passati ormai due anni da quando Monroe era stata sconfitta, e ogni membro del branco se ne era andato per la propria strada. Scott al liceo insieme a lydia, Malia in Francia, Stiles e Derek facevano part...