Un viaggio a Londra

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Era un sabato mattina d'estate, il primo giorno dopo la fine della scuola.

Non potevo essere più felice.

Da camera mia scesi le scale di corsa per andare in cucina a fare colazione.

Vidi mia madre che mi stava scaldando il latte, così corsi da lei e stampandole un bacio sulla guancia le dissi: "Buongiorno mamma."

E lei rispose: "Buongiorno Jessica."

Io incominciai a mangiare, avevo troppa fame, come sempre, mentre mia mamma inconinció a parlarmi di una sorpresa per il mio sedicesimo compleanno.

Cosa alquanto strana, di solito non parla mai di sorprese, perché non le piacciono, le considera una scusa per mettere in ansia una persona.

Mi disse: "Sai Jess, io e tuo padre pensavamo per il tuo sedicesimo compleanno di farti un regalo diverso dal solito, di cui peró scoprirai il contenuto stasera, e non al tuo compleanno come vorresti"

Risposi: "Uffa mamma, ma allora che sorpresa é?"

Disse: "Fidati di me, se te lo dicessimo il giorno del tuo compleanno, non avresti il tempo di organizzare al meglio il "regalo"."

Perplessa risposi: "Organizzare? Che cosa? "

Mi disse: "Te lo diremo stasera Jess, non ti preoccupare, piuttosto mangia che altrimenti si raffredda il latte."

Ero molto perplessa, non sapevo minimamente cosa aspettarmi come regalo.

Così incominciai a pensare a che tipo di regalo avrebbero potuto farmi.

Pensai a un lungo viaggio, sì, proprio così, magari in America, o in Australia.

Sarebbe il regalo migliore che mi potessero fare.

Amo viaggiare.

Arrivò l'orario di cena.

Mia mamma gridó: "La cena é pronta, tutti a tavola!"

Impaziente, corsi giù per le scale e andai in cucina, mi sedetti a tavola con mio padre, mia madre e mio fratello minore Josh.

Mio padre disse: "Allora Jess, la mamma ti ha accennato qualcosa sul regalo per il tuo sedicesimo compleanno?"

Risposi : "Sì, ma ti prego papà dimmi di che si tratta, sono troppo curiosa! É un viaggio vero?"

Mi disse: "Sì Jess, è un viaggio. Un viaggio a Londra, in un hotel a cinque stelle, e la parte più bella é che puoi portarti una tua amica. Starete lì venti giorni, da sole, tu e lei. Ci abbiamo riflettuto parecchio e abbiamo capito che ci fidiamo di te e che vogliamo dimostrartelo."

Ero rimasta a bocca aperta.

I miei genitori che mi lasciano andare a Londra venti giorni con una mia amica?

Un miracolo insomma.

Non vedevo l'ora di partire.

Poco dopo mi salì il dubbio, chi avrei portato con me?

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