2 3 - V E N T I T R È

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    La luce fastidiosa dei raggi del sole mi copre aggressivamente il viso. Che odio. Non ho neanche voglia di alzarmi ma so che devo. Sicuramente Niccolò avrà parlato con Diego. Sa che io so, e questo è il primo posto in cui verrà a cercarmi. Sbuffo, incazzata, e vado a farmi una doccia veloce.

    Mi infilo una maglietta nera a maniche lunghe semplice, dei leggings, e delle scarpe da tennis comode. Scendo al piano di sotto e raggiungo la cucina. Inarco un sopracciglio a vedere lì Diego, seduto al tavolo vicino a Parker.


    "Buongiorno" saluta Seeley, gli altri due si girano a guardarmi. Che palle, no. Non voglio vedere nessuno. Non voglio parlare con nessuno. "Dormito bene?"

    "Mh" annuisco, guadagnandomi uno sguardo diffidente da signor baffetto.

    "Oggi io e papà andiamo all'acquario!" Parker mi informa emozionato.

    "Wow, puzzolo! Fai tante tante foto anche per me!" lo bacio tutto. "Ma che giorno è oggi?"

    "Sabato, qualcosa non va?" chiede Seeley,

    "Mh, no. Tutto alla grande. Sono in ritardo, ho delle cose da fare"

    "Ti accompagno" si alza subito Diego.

    Seeley ci fissa allibito, prima di dire un'ultima cosa. "Se aspettate altri due minuti dovrebbe arrivare Niccolò"

    "Salutalo da parte nostra" mi salva Diego, annuisco con un sorriso fintissimo ed usciamo di casa.


    Seguo Diego in cortile e lo vedo fermarsi davanti ad una vecchia panda rossa. "E quella?" gli chiedo con una smorfia.

    "Dai sali, ti porto in un posto" ride.

.

    Dopo circa quaranta minuti di viaggio, sento la macchina fermarsi. Apro gli occhi, ancora stanchi e tristi, ed osservo il posto in cui ci troviamo. Alberi, alberi dappertutto.

    "Scendi?" mi chiede Diego già fuori dall'auto.

    Scendo ed atterro su una montagna di foglie secche. Non le solite foglie secche della mia città, quelle brutte e senza colore, ma quelle belle. Colorate ed accese, arancioni, rosse, e gialle.

    "Vieni" mi dà le spalle e si abbassa di poco.

    "Eh?"

    "Salta sù" ride.

    Mi si ferma il cuore al ricordo di me e Niccolò quella sera, quando giocavamo a fare Peter e Wendy. Quando stavamo bene. Quando non andava in giro a baciare ragazze che per lui non significavano niente.

    E va bene, solo per oggi. Salto sulla schiena di Diego e stringo le mie braccia attorno al suo collo per reggermi meglio. Lui posa se sue sulle mie gambe per tenermi sù ed inizia a camminare.


    Mi squilla il telefono all'improvviso, sbuffo. Poco dopo squilla anche quello di Diego. Niccolò. "Rispondi tu, io non rispondo di certo"

    "Bene perchè neanch'io" sorride ampiamente lui mettendomi giù. "Anzi facciamo una bella cosa, eh? Dammi il telefono"

    Glielo porgo attenta a cercare di capire le sue intenzione. Raggiunge una roccia piuttosto grande e ci tira fuori uno zaino. Come ci è finito lì? Di chi è? Lo apre e ci infila dentro entrambi i telefoni, il mio ed il suo.

    "Adesso andiamo" mi prende la mano ed inizia nuovamente a camminare con lo zaino sulle spalle. E tu da dove sbuchi? Dove vuoi andare a parare? Perchè fai tutto questo per me?

    "Dove andiamo?"

    "Vengo qui ogni volta che sento il mondo cadermi addosso" dice senza neanche voltarsi. Ah.


    Svia il sentiero e si ferma davanti ad un percorso roccioso tutto da scalare. Lo guardo, mi guarda anche lui. Uno sguardo furbo, quasi minaccioso. In senso buono.

    "Che tipo sei tu?" mi chiede guardandomi dall'alto al basso. Arrossisco come un peperone, imbarazzata dalla poca distanza tra noi due.

    "Mh? Cosa vuoi dire?"

    "Sei una di quelle che odia sporcarsi ed urla quando incontra dei piccoli mostriciattoli striscianti?"

    "Mi stai chiedendo se scalerei quelle rocce invece di prendere il percorso, tra l'altro molto più sicuro e probabilmente più corto?"

    Mi osserva con un sorrisetto indecifrabile, colpito ed affondato. "Ne hai sempre una pronta, eh?" ride. "Allora che tipo sei?"

    "Il tipo che ti batte sul tempo, bell'addormentato nel bosco. In questo caso letteralmente" lo sfido ed inizio a scalare le rocce a mani nude e piedi ben saldi.

    "Questo è tutto da vedere, bimba" mi sfida anche lui, facendo la stessa cosa.

***

    Arriviamo ad uno spiazzo completamente aperto. Diego lancia lo zaino per terra ed inizia a correre e a saltellare in giro. Raccolgo il telefono che ha ripreso a squillare e stavolta rispondo.

    "Pronto"

    "Dove sei? Ho bisogno di parlarti immediatamente" dice nervosamente Niccolò con voce rauca. Ha pianto?

    "Non lo so, nei boschi da qualche parte"

    "Nei boschi?! Ma cosa gli dice il cervello a quel-"

    "Almeno lui non va in giro a dire cazzate e baciare gente a caso" sbuffo.

    "Cos'è? Ti piace lui adesso?" sbotta incazzato.

    "E a te? Quella tipa? Niccolò basta accusarsi a vicenda. Facciamo gli adulti per favore? Mi dici le tue intenzioni e valutiamo"

    "Al telefono? Senti, a che ora rientrate?" sbuffa scazzato.

    "Non so, l'ho perso di vista" mi guardo intorno nel panico.

    "Cosa vuol dire l'hai per-"

    "C'è poco campo Niccolò ci sentiamo dopo ciao" metto giù.

.

    Dopo cinque minuti buoni a cercare quel cretino nei boschi lo vedo sdraiato su un mucchio di foglie. Mi asciugo le lacrime e mi siedo vicino a lui.

    "Non farlo mai più" dico con un filo di voce tremante.

    Si alza piano e mi fissa stranito. Guardo altrove per non incrociare il suo sguardo, non voglio che mi veda in questo stato. Spaesata, impaurita, con le lacrime agli occhi.


    "Hai parlato con Niccolò?" mi chiede. Sei serio? Ti allontani e mi lasci sola nei boschi e la prima cosa che mi chiedi è se ho sentito il tuo amico?!

    Lo fisso arrabbiata. Mi fa il broncio e si avvicina. Mi mette un braccio attorno alle spalle e mi tira a sé.

    "Scusami tanto. Pensavo volessi stare un pò da sola a parlare con lui" mi sussurra piano.

    "E mi lasci da sola nei boschi??" mi trema ancora la voce. Non piangere non piangere non piangere.

    "Non succederà mai più, te lo prometto" mi stringe più forte, "Stenditi qui vicino a me e guarda in alto. Vedrai che ti sentirai subito molto più leggera"


    Non sarà il posto, Diego. Non sarà il posto a farmi sentire più leggera. Con questa testaccia che mi ritrovo, piena di pensieri e di immagini che vorrei disperatamente smettere di rivivere. Con questo cuore matto che batte per chi gli pare quando gli pare. Mi sento vuota. Un essere vuoto comandato solo da cervello e cuore.

    Ed ora? Quale dei due si è sta prendendo gioco di me? Cuore o cervello?

Somewhere in Neverland // Ultimo ☆Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora