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Un venticello fresco entró nella stanza dalla finestra socchiusa e il mio piede si mosse, con un leggerissimo scatto, a causa del solletico. Aprii gli occhi di scatto e ti vidi di fianco a me, con la bocca chiusa e il viso rilassato. Restai ad ammirarti per quelli che sembravano anni invece che minuti, poco prima che ti svegliasti, e rimasi incantato. Avevi gli occhi ancora chiusi, spesso cambiavi espressione, la quale diventava il più delle volte quasi corrucciata, probabilmente per qualche brutto sogno, ma che poi tramutava in serena e rilassata. Addirittura mi parve di vederti sorridere e al pensiero che stessi sognando di me, o di noi due, mi venne da sorridere. Mi venne voglia di accarezzarti e di baciarti, ma non mi sembrava giusto svegliare un corpo cosí piccolo, fragile e rilassato, cosí all'improvviso. Rimasi ancora cosí, a contemplarti e a contemplarci, a pensare a quante ne avevamo passate prima di quella mattina e quante altre ne avremmo dovute passare. Non mi preoccupai al pensiero, tanta era la voglia di passare il resto della mia vita con te e nulla al mondo ci avrebbe impedito di stare insieme. Nemmeno i nostri genitori. Per questo siamo scappati. Hai idea di quanto possa essere snervante amare una persona ma essere impossibilitati da qualcun'altro ad amarla come davvero merita?
Ma certo che ce l'hai, che stupido, ovvio, noi siamo cresciuti cosí!

"Suvvia Gerard, è solo confusione! Sei troppo giovane per amare una persona cosí tanto da non voler dare possibilità a nessun'altra!"
Me lo dicevano tutti, in continuazione, senza sosta, da quando ci siamo conosciuti. Io avevo quasi 20 anni, tu a malapena 16, ma eri cosí bello. Ricordo ancora le tue labbra rosse color ciliegia, i tuoi occhi verdi cosí luminosi, e i tuoi capelli neri ma dai riflessi più chiari. Eri desideroso di nuove esperienze, curioso di conoscere il mondo e la vita fuori da quella casa. Dio Frank, come hai fatto a vivere con quelle serpi dei tuoi genitori tutto sto tempo?
"Oh Frank! Smettila di uscire con quel ragazzo cosí grande e concentrati sulla scuola! Non sei nemmeno gay, e non lo sarai mai. Tu, ti sposerai una donna e diventerai un uomo ricco e intelligente, dedito solo a lavoro e famiglia..." e poi ancora "se ti rivedremo anche solo parlare con lui, vedrai.." e iniziarono a elencare delle minacce, alcune pesanti, soprattutto contro di me.
Mi ricordo quando i tuoi ti fecero questo discorso, io ero nascosto nell'armadio della tua stanza, e loro avevano urlato queste frasi con un tono quasi ripugnante e di disprezzo. Quando erano andati via tu eri scoppiato a piangere e io ti avevo accolto tra le mie braccia, in mezzo ai vestiti puliti e profumati -sapevano di limone e gelsomino- nel tuo armadio.

Ti accarezzai istintivamente il viso, al ricordo dei tuoi singhiozzi e delle lacrime, ma tu non ti svegliasti, ti limitasti a una piccola e tenera smorfia con la bocca per poi tornare a dormire profondamente.

Ricordo anche il giorno del tuo diploma. Quanto eri bello Frank, con i capelli elegantememte pettinati, cosí ordinati, con la tunica che sapeva di gelsomino e quell'aria da ragazzo intellettuale data forse dal diploma in mano, o da quel cappello in testa. Io ero venuto, come amico, per non destare sospetti di alcun tipo, ma i tuoi erano cosí attenti ai dettagli, schiavi della perfezione assoluta, alla costante ricerca della vita perfetta, che si ricordarono subito di me. "Il ragazzo gay che ha cercato di cambiare nostro figlio" ecco come mi avevano chiamato, indicandomi e quasi urlando in modo plateale, durante i festeggiamenti. Frank, oh dolce Frank, tu ti infuriasti cosí tanto in quel momento, che mi presi e mi baciasti sotto gli occhi di tutti.
Inutile dire che i tuoi genitori si scagliarono contro di me, contro di te, e contro tutti gli altri. Ricordo che vennero verso di te e ti strattonarono via da me violentemente. Annullarono i festeggiamenti e mandarono tutti a casa.
Non ci vedemmo per una settimana, la settimana più lunga della mia vita.

Poi, una mattina di metà luglio, suonasti alla mia porta. Avevi delle valigie. Eri scappato, per stare con me. Ricordo la tua espressione, non eri triste, né amareggiato né tantomento pentito di aver lasciato i tuoi genitori, la tua casa, la tua vita, nel giro di pochissimi minuti. La prima cosa che feci fu baciarti, abbracciarti e stringerti a me.
"Dove si va?" ti chiesi ironicamente, ma tu la risposta ce l'avevi eccome.
"Andiamo in Europa, Gerard. Non siamo fatti per stare qua. Tutti ci odiano in questo posto, amore mio. Non voglio vivere la mia vita in questa prigione né ora né mai. Voglio scappare via con te, amarti come ho sempre sognato fare. Svegliarmi con te la mattina, vivere con te, uscire insieme a te, stare in casa quando piove, guardare il tramonto dalla finestra di casa nostra, stare con te, viverti e amarti ogni giorno di più. Tu meriti molto più di questo, e io non voglio perderti, amore mio. Vieni?"
Partimmo il giorno stesso verso Parigi, dove avevamo sempre sognato di vivere e dove ancora oggi stiamo insieme.

Ti svegliasti all'improvviso e apristi prima un occhio e poi l'altro.
"Buongiorno, tesoro mio"
"Da quanto tempo é che mi guardi?"
"Non lo so più, ho perso la cognizione del tempo guardandoti"
Iniziasti a ridere e poi ci baciammo teneramente.
Quel giorno fu speciale, perché quella sera ci fidanzammo ufficialmente, io ti chiesi di sposarmi sotto la Torre Eiffel e poi cenammo insieme al ristorante "Les Ombres", facemmo un giro in barca sulla Senna e poi tornammo nella nostra piccola tana d'amore, ad amarci e viverci sempre di più anche quella notte.

E ora eccomi qua, a pensare a noi e al nostro amore senza tempo e senza freni, ad accarezzarti e abbracciarti, baciarti e amarti, parlarti, guardarti, pensarti, rassicurarti e coccolarti. Se penso a una mia vita senza di te anche solo per un giorno, vedo solo il nero. Vuoto. Non so come farei a vivere senza di te, senza i tuoi sorrisi, le tue parole, la tua adorabile risata, il tuo corpo, i tuoi occhi, il tuo sguardo, la tua voce. Solamente tu.
Il mio raggio di sole, la mia speranza, il mio amore, unica spalla su cui appoggiarmi, la mia piccola e preziosissima creatura da proteggere, il mio protettore, il mio tutto e il mio per sempre.

"Ti amo, Frank"
"Ti amo anche io Gerard, infinitamente e per sempre"

Os FrerardDove le storie prendono vita. Scoprilo ora