Capitolo 1

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Lunedì. Il giorno odiato da tutti gli studenti.
Un misto tra il sonno, dopo essere stati tutta la notte su Netflix, e  l'odio per le persone.
Vorrei che il lunedì non esistesse, un giorno in più di vacanza farebbe comodo a tutti, no?
Esco di casa con la scarpa slacciata e una tazza di caffè bollente in mano.
Inizio a correre, anche oggi sto per perdere il pullman, e un bambino distratto attraversa la strada senza far caso a nessuno.
La stringa slacciata di una delle mie Fila bianche finisce nella ruota della sua bicicletta, cado sul marciapiede e il caffè macchia i miei  jeans.
"Cazzo!" urlo a quel ragazzino.
"Guarda dove vai, razza di cretino!".
Il bambino si gira e mi lancia uno sguardo malizioso, mentre continua a pedalare.
Il miglior modo di iniziare la settimana, direi.
Non c'è tempo di tornare a casa e cambiarsi, il bus arriverà a momenti.
Cerco il telefono nello zaino e chiamo Hellen.
"Pronto?"
"Dimmi!"
"Ho bisogno di un favore"
"Sì"
"Mi serve la tua minigonna nera. È urgente.
Nel bagno delle ragazze, tra venti minuti"
"Va tutto bene, Ros?"
"Solo una brutta mattinata, tranquilla"
"D'accordo, a dopo"
Attacco.
Continuo a correre nella speranza di vedere il pullman arrivare alla fermata.
Mi sembra impossibile, ma riesco a salire sul bus.
Ultimo posto in fondo.
Auricolari e musica sparata al massimo del volume.

Scendo dal bus e corro in bagno da Hellen, tentando di nascondere l'enorme macchia di caffè sui miei jeans.
"Hai la gonna?" Le chiedo sottovoce.
"Sì" Mi risponde altrettanto piano.
"Non c'è bisogno di bisbigliare, così sembriamo le spacciatrici di qualche drogato di quinta" Scoppiamo a ridere.
"Ecco, come mi sta?" Chiedo con un sorriso.
"Ros, ti ho sempre detto che questa gonna veste meglio su di te che su di me!" Dice, mentre guarda il mio riflesso nello specchio.
Ridacchio.
"Su, ora raccontami tutto", e prendo a raccontare la vicenda della mattinata.
Suona la campanella della prima ora e vado nell' aula di scienze al secondo piano.
Io e Hellen siamo in due classi diverse ma frequentiamo alcuni corsi assieme, come quelli di chimica e di informatica.
Ci siamo conosciute a mensa, il secondo giorno di scuola: lei era seduta in uno di quei tavoli isolati, vicino al bagno, sola.
Mi sono avvicinata lentamente e le ho chiesto se il posto accanto a lei era libero, ha annuito e abbiamo pranzato insieme.
Da quel giorno siamo inseparabili, è come una sorella per me.
Nella mia classe, però,  non conosco nessuno talmente bene da aver voglia di parlare.
Ho pochi amici, sì, ma buoni.

Suona la campanella del pranzo.
Non mangio mai a scuola, il lunedì: è il giorno in cui Hellen pranza con sua madre, che è a casa da lavoro; quindi preferisco uscire e prendermi un panino al Mc.
Entro nel fast food e ordino il solito, Crispy Mc Bacon.
Mi siedo, poi,  su un tavolo all'aperto e scrollo le notifiche sul mio cellulare.

FINCHÈ NON SEI ARRIVATO TUDove le storie prendono vita. Scoprilo ora