Scoppio a ridere ma non mi muovo.
Allora, Cole torna da me e mi trascina fino alla "pista da ballo", che per la verità era un piccolo atrio, con al centro un tavolino di cristallo.
"Dai" mi dice "fammi vedere come ti muovi".
Mi lascio andare, lballo senza pensare a niente e mi diverto come una matta.
Con Cole ci sto proprio bene, insomma, siamo molto in sintonia.Il buio. Blackout. Tutto spento.
In questi casi la gente inizia ad urlare, fa casino e aspetta che le cose tornino come prima: anche in questo momento il rumore, le voci e gli urli non mancano.
Inizio a ridere assieme a Cole: ci fa ridere la gente che si agita per così poco.
Ridiamo, ridiamo assieme e, mentre ridiamo mi prende per il collo.
Mi bacia.Le luci si riaccendono e la magia finisce.
Restiamo a fissarci entrambi sorridenti.
"Che ore sono?"
"Quasi le tre." ribatte.
"Forse è meglio che vada."
"Vieni, andiamo."
"Hai bevuto, Cole, non è il caso."
"Non è mica la prima volta. Dai, fidati di me."
Mi bacia ancora e, così, mi convince.Torno a casa giusto un quarto d'ora prima che io senta i miei genitori tornare.
Lavo i denti, mi spoglio e mi fiondo nel letto.
Subito dopo, i passi dei miei.