Chapter 2

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*Jo*

Oggi mi sono svegliata come al solito col sorriso sulle labbra. Amo il mio lavoro e amo essere una specializzanda in fisioterapia, la felicità e la fiducia dei miei pazienti mi fa apprezzare quello che ho e quello che faccio.

Dopo aver indossato il camice mi dirigo dal mio capo per vedere le cartelle dei pazienti di oggi. Non appena mi viene consegnato il malloppo di 6 cartelle mi siedo sui divani all’entrata del piano e inizio a studiarle.

Dovrò iniziare con una bambina che ha subito un’operazione al gomito, non sarà dura, anzi adoro i bambini perché puoi facilmente conquistare un sorriso e un loro sorriso ti può cambiare la giornata.

Dopo un’ora di studio finalmente arrivo all’ultima cartella, ovvero all’ultimo paziente che vedrò oggi: Ashton Irwin.

Ricordo questo ragazzo, l’ho incontrato ieri per la prima volta, all’inizio mi è sembrato un tipo particolare proprio come aveva detto Daisy, ma dopo averci parlato e dopo che l’ho visto provare e riuscire ad alzarsi in piedi ho capito che non è così.

Credo sia solo un ragazzo che ha perso una delle capacità più importanti per un essere umano, sembra solo e concentra tutte le emozioni che prova nella rabbia e credo sia normale. Tuttavia penso che potrà farcela, è forte e riuscirà a superarlo, avendo qualcuno che gli starà accanto.

*Ashton*

 

Per qualche motivo oggi mi sono svegliato e non ho pensato subito a quanto di merda la mia vita sia diventata a causa dell’incidente, no so perché tuttavia. Sono settimane che mi sveglio incazzato, maledicendo quel dannato giorno in cui ho fatto quell’incidente, finendo qui dentro.

Ma oggi è stato diverso.

Non sto dicendo che mi sono svegliato col sorriso sulle labbra pensando che questo sarebbe stato il giorno che avrebbe cambiato la mia vita, ma sì, mi sono svegliato ed ero realmente felice di essermi svegliato.

“Buongiorno Ashton!”  mi saluta Daisy quando entra nella mia stanza per i soliti controlli.

“buongiorno”  saluto e lei si ferma sui suoi passi fissandomi con un’espressione scioccata e confusa con gli occhi spalancati.

“che c’è?”  domando confuso e un po’ risentito.

“t-tu non mi hai mai salutato” dice con tono sospettoso avvicinandosi al letto e aprendo la mia cartella medica, ma mantenendo gli occhi su di me.

Fantastico, una mattina che mi sforzo di salutarla ed è così che mi gurda? Tutta sospettosa e intimorita? Forse dovrò ricominciare a non farlo.

“sì be’ m-mi sento meglio oggi” dico guardando altrove nella stanza. Lei ridacchia iniziando a leggere la mia cartella.

Dopo poco si avvicina al monitor di fianco al mio letto staccando dei fili che lo collegano a me e staccandoli poi dal mio braccio. Ora l’unico tubicino infilato nel mio corpo è la flebo con l’antidolorifico.

“perché li hai staccati?” 

“non ne hai più bisogno”  sorride di nuovo.

“non puoi togliermi anche questo?”  chiedo indicando la flebo dell’antidolorifico.

“ti servono gli antidolorifici, Ashton”  risponde sedendosi sulla sedia di fianco al mio letto. Di solito è vuota, nessuno ci si siede mai tranne Daisy, ogni tanto.

“datemi delle cazzo di pastiglie?”  rispondo con il mio solito tono seccato di chi ce l’ha con tutto il mondo. È così?

“vedrò cosa posso fare..” dice prima di accavallare le gambe e appoggiarci sopra il gomito per sostenere il suo mento  “allora, come mai oggi sei di buon umore?”

The Crash || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora