Chapter 4

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*Jo*

Con Ashton ormai è sempre la solita solfa. Ogni giorno da quando abbiamo parlato nella sua stanza sembra sempre più distante. Sembra che anziché fare passi avanti ne stessimo facendo all'indietro. Fisicamente è migliorato molto, ma sembra che il suo carattere sia tornato quello confuso e pieno di rabbia di quando ci siamo conosciuti.

Non voglio dire che tra di noi dovrebbe esserci qualcosa di particolare, che dovremmo essere qualcosa o dovremmo costruire una qualche relazione - lui è un mio paziente - ma mi manca il modo in cui scherzavamo e parlavamo prima di quel giorno.

Da quando gli ho chiesto dell'incidente ha come sollevato un muro tra di noi, non parliamo se non per lo stretto indispensabile, risponde male a tutti come prima - quando parla con qualcuno, certo.

Ultimamente mi sento persa nei miei pensieri su Ashton, su come vorrei che fosse la situazione tra di noi. Ultimamente mi sono trovata più spesso a pensare a lui, ai suoi occhi alla sua voce...forse mi sono trovata troppo spesso a pensare a lui. Ma non posso farci niente, in un modo o nell'altro la mia mente torna sempre da lui.

"sono stato bene ieri sera" sobbalzo leggermente nel sentire una voce alle mie spalle. Mi giro portandomi un mano sul petto e rilasciando un respiro si sollievo vedendo Shane sorridermi a pochi centimetri dal mio viso.

"Shane, sei tu, mi hai fatto prendere un colpo" ridacchio e lui sorride. Diamine il suo sorriso è così bello, grande e dolce; ma è come se gli mancasse qualcosa "anch'io sono stata bene"

La mia mente torna automaticamente a ieri sera, quando Shane mi ha portata in un ristorante messicano fuori città. È stato carino, un perfetto gentiluomo, ma è stato come se mi sentissi distante. Si, lui mi piace, ma sento che c'è qualcosa che mi impedisce di buttarmi a pieno in una relazione con lui.

Il nostro bacio è stato speciale, quando mi ha accompagnata a casa, ma quando ho chiuso gli occhi immaginavo di fare la stessa cosa con qualcun altro "anch'io sono stata bene" in un certo senso non sto mentendo, sono stata bene, fino al momento del bacio.

So che è sbagliato e non dovrebbe essere così, ma è passata una settimana da quando io e Ashton abbiamo parlato in camera sua, e mi manca terribilmente. Mi manca quel breve momento di intimità che abbiamo condiviso, gli ho parlato di mia madre e di cose di cui non avevo parlato a nessuno. Non so perché l'ho fatto, ma sentivo di poterlo fare. C'era una strana connessione tra di noi, e la rivoglio indietro.

"che ne dici di fare qualcosa nel weekend?" propone chinandosi un po' verso di me, il suo respiro caldo sul mio viso mi solletica la pelle.

"io...uhm - c-credo di si, perché no" balbetto. Vorrei trovare una scusa per cercare di avere del tempo in cui riflettere, ma non mi viene in mente nulla.

"non sembri sicura" corruga la fronte "c'è qualcosa che non va?"

"no, va tutto bene Shane, davvero" mento, so che c'è qualcosa che non va, ma non so esattamente cosa sia "devo andare ora, scusami"

Vado via prima che mi possa dire qualcosa e mi affretto verso la solita postazione dove lavoro con Ashton ogni giorno. Il venerdì la palestra è sempre più vuota del solito, così mi siedo e riprendo a studiare per l'esame finale per l'ultimo anno di tirocinio. Ho circa quaranta minuti di anticipo, quindi suppongo che avrò un po' di tempo per studiare.

***

"buongiorno" una voce mi sorprende e alzo la testa dai miei libri.

Vedo Ashton avvicinarsi a me, non indossa il sorriso che mi ero abituata a vedere - come ogni giorno nell'ultima settimana del resto - la testa è bassa mentre si ferma a qualche metro da me. È strano, è come se non volesse starmi intorno e volesse mantenere le distanze.

"ciao Ashton" lo saluto nel modo più normale possibile. Gli sorrido alzandomi e prendendo le stampelle dal solito posto "sei pronto?" domando piegandomi per chiudere l'armadio e appoggio le stampelle da parte per dopo.

Quando non lo sento rispondere mi giro per guardarlo e lo trovo a fissare il vuoto davanti a lui. Sembra preoccupato e il mio primo pensiero è quello di confortarlo e abbracciarlo, ma so che non è l'idea migliore in questo momento.

"Ashton, s-stai bene? È tutto okay?" mi inginocchio di fianco lui e gli appoggio una mano sul ginocchio. Il mio tono è forse fin troppo allarmato e credo che lui lo noti. Ashton alza gli occhi da terra fissandoli sulla mia mano.

"quanto credi che ci vorrà prima che possa camminare di nuovo?" la sua domanda mi coglie di sorpresa e spalanco leggermente gli occhi prima di rispondere.

"i-io non lo so, ma so che ci sei vicino Ash , stai migliorando e-" mi blocco sulle mie parole non appena mi accorgo di averlo chiamato 'Ash' - non che sia una cosa così sconvolgente, ma non l'avevo mai fatto prima e mi fa uno strano effetto.

Rimango in silenzio per qualche secondo o forse di più, sento le mie guance riscaldarsi e abbasso lo sguardo a terra. La sua voce mi riporta alla realtà anche se forse avrei sperato in altre parole.

"credo sia ora di iniziare"

"si, certo"

Dopo un po' di esercizi per la muscolatura gli passo le stampelle per alzarsi e provare a fare qualche passo. Lui si alza in piedi con semplicità ormai e mi sento sempre più fiera di lui, sono contenta che ogni giorno acquisti più fiducia e confidenza.

"okay, vieni fino a qui adesso" gli dico allontanandomi da lui di circa tre metri; nell'ultima settimana ha fatto molti progressi ed è migliorato un sacco, ha molta più forza nelle gambe e più fiducia in se stesso "fai con calma - appoggiati alle stampelle se ti senti cedere"

"sei troppo lontano non arriverò mai fino a lì - cazzo" il suo solito linguaggio mi fa sorridere.

"si che ci arrivi, forza" rispondo con una piccola risata appoggiando le mani sui mie fianchi.

Lo osservo fare qualche passo deciso nella mia direzione, lo vedo distratto oggi, più di quanto mi è sembrato nell'ultima settimana. Spero che stia bene, ma dopo l'ultima volta non me la sento di fargli domande troppo personali; non so come potrebbe reagire.

I suoi passi diventano sempre più lenti e insicuri, traballa un po' prima di appoggiare tutto il peso sulle stampelle e quindi sulle braccia. Lo sento imprecare qualcosa sottovoce ma non riesco a decifrare esattamente quello che sta dicendo. Dopo essersi stabilizzato prova a fare ancora qualche passo verso di me - siamo ormai a circa un metro e mezzo di distanza.

All'improvviso Ashton crolla sulle sue ginocchia "Ashton!" grido crollando al suo fianco e avvolgendo le mie braccia intorno al suo corpo, cercando di sostenerlo e aiutarlo a rialzarsi.

"merda! Non ci riesco - cazzo! Non- non ci riesco" impreca tra i denti. Getta le stampelle di fianco a lui in un impeto di rabbia e abbassa la testa strofinandosi gli occhi con le mani.

"ehi ehi non dire così Ash" questa volta sono sicura e decisa, non ho paura di chiamarlo così perché credo che ne abbia bisogno "Ash..guardami"

Metto le mie mani ai lati del suo viso alzandolo e incontrando i suoi profondi occhi color nocciola "perché lo fai?" la sua domanda mi lascia senza parole, sorpresa e a corto di una risposta.

Perché lo faccio?

+++

N/A: hey hey hey! come va tesori miei?

So che questo capitolo è un po' più corto del solito, ma ho avuto poco tempo e volevo farvi leggere qualcosa lo stesso...che ne pensate?

La coppia Jashton sta passando un breve momento di crisi eh? mi dispiace un sacco, sono così teneri *-* non pensate anche voi che siano due cuori? ❤️❤️

Ooookay ora sparisco e me ne vado, ci vediamo alla prossima! ;)

VOTATE COMMENTATE E SEGUITEMI! xxx

The Crash || Ashton IrwinDove le storie prendono vita. Scoprilo ora