Mayday

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da qualche parte nell'oceano Atlantico.

"mayday, mayday, mayday, qui Nave scientifica oregon, siamo sotto attacco da parte di delle entità sconosciute, ci serve soccorso immediato. Ripeto ci serve soccorso immediato". "Nave Oregon, qui USS Arleigh Burke DDG 51, comunicateci le vostre coordinate". La radio restò in silenzio. Il comandante guardò l'ufficiale alle comunicazioni e fece segno di ripetere "Nave Oregon, qui USS Arleigh Burke DDG 51, comunicateci le vostre coordinate", nulla. All'improvviso il segnale si aprì ma tutto ciò che si sentiva erano grida. Il comandante corse verso l'interfono, afferrò la cornetta e disse "Sala Radio, qui plancia, possiamo avere idea della provenienza del segnale?" "certo comandante" rispose la voce dall'altra parte dell'interfono. dopo qualche secondo la voce riprese "non abbiamo delle coordinate precise ma si trova entro 70 miglia direzione 085". "Grazie sala radio, timoniere, impostare la rotta per 085, macchine avanti tutta." "085 macchine avanti tutta, ricevuto", "Hangar, fate decollare little eagle, in assetto da sea rescue". In pochissimi secondi l'elicottero (nome in codice little eagle) si levò dal ponte di volo, alla ricerca della nave in difficoltà o di ciò che ne restava.

Erano passate diverse ore dall'ultima comunicazione della Nave, e sembrava svanita nel nulla. Il cacciatorpediniere americano rastrellava l'area di ricerca ininterrottamente, e ormai era quasi sceso il buio. "Comandante, se non siamo riusciti a trovarli fino ad ora, tra poco sarà troppo tardi, col buio, sarà praticamente impossibile." disse il primo ufficiale al comandante, che però rimase qualche secondo in silenzio a fissare il mare. "i sonar sono accesi?" chiese il comandante visibilmente preoccupato "si Signore, in modalità attiva, come ha ordinato lei", "e le armi?" continuò a chiedere "La nave è in assetto da combattimento, come ha ordinato, anche se devo dirle che l'equipaggio è preoccupato da questo ordine, si chiedono tutti perché per un'operazione di sea rescue, serva attivare l'assetto da combattimento." rispose il primo ufficiale "Lo chiede l'equipaggio, o lo chiede lei tenente?" rispose il comandante in tono calmissimo "ammetto che anche io non me ne tiro fuori comandante". "Quella nave ha detto di essere stata attaccata da qualcosa, per quanto assurdo possa sembrare, non voglio rischiare. Chiami little eagle, sospendete le ricerche, le riapriremo domani mattina col resto della flotta." Il tenente si avviò alla cornetta. quando una voce alla radio squillò. Mamma Aquila, qui little eagle, abbiamo trovato due sopravvissuti, procediamo al recupero.

In meno di un quarto d'ora, i due superstiti si trovavano in infermeria, sotto l'attenzione dell'ufficiale medico. Il comandante era fuori dalla porta, ad aspettare il consenso del dottore per poter interrogare i due naufraghi sull'accaduto. Passeggiava nervosamente lungo il corridoio quando finalmente la porticina dell'infermeria si aprì. Il tenente medico uscì dalla stessa e si diresse verso il comandante. "Se la caveranno, l'uomo è in evidente stato di shok ed è appena crollato sotto l'effetto dei calmanti, la donna invece, pur essendo parecchio scossa è in grado di sostenere una discussione, ma non le faccia troppe domande, o rischiamo di farla stare peggio." "Bene, grazie Tenente, starò attento" disse il comandante "per ogni esigenza mi trova qui fuori." concluse il medico. L'ufficiale entrò nell'infermeria, si avvicinò ai due naufraghi, uno dei quali, come anticipato dal medico, era completamente addormentato, l'altra invece era seduta sul lettino con la testa tra le mani e la coperta addosso. Il comandante si avvicinò "Salve, sono il comandante McGammon, della marina degli stati uniti, suppongo che già sappiate su quale nave vi trovate", la donna stette in silenzio, mantenendo la sua posizione. "come si chiama?" chiese l'ufficiale "Beatrice, Beatrice McArthur" rispose sottovoce la donna "Beh, Beatrice vado subito al dunque, così poi la lascio in pace. Ho bisogno di sapere cosa è successo alla vostra nave, se ne ricorda?" la donna alzò lo sguardo, fissando gli occhi del comandante che mentre parlava si era seduto di fronte a lei. "quello, me lo porterò nei miei incubi peggiori"

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