Capitolo 2 Color miele

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-This isn't only in my mind-

Color miele

Rilessi quel messaggio più e più volte chiedendomi chi potesse avermi mandato un messaggio del genere. Comunque non vi diedi troppo importanza, sapevo di essere vittima degli scherzi idioti dei miei compagni di classe, dopo la morte di mia madre io ero divenuta popolare per essere quella strana, quella che si sarebbe potuta far del male da un momento all'altro. Una preda facile. Poggiando il telefono sul mio letto scesi le scale in tutta fretta cercando con lo sguardo la mia amica Lola.

"Che hai Katherine?" Mi domandò la ragazza uscendo dalla cucina con in mano un panino mezzo finito. "Niente, credo che andrò a dormire un po', volevo solo assicurarmi che tu non mi avessi lasciata sola" dissi con gli occhi appannati dalle lacrime che minacciavano di uscire.
"Kath io rimarrò qui fino a che tu vorrai, non potrei mai lasciarti sola in un momento del genere" mi rassicurò circondando le sue braccia intorno alla mia vita.
"Mi sento così inutile, avrei potuto fare qualcosa, si può sempre far qualcosa" bisbigliai con una voce acuta a causa delle lacrime e dei singhiozzi. "Ma cosa stai dicendo Katherine! Tu non potevi fare nulla, non hai il potere di cambiare il destino delle persone!" Disse quasi con un tono di rimprovero per ciò che avevo detto. "Sarà meglio che ti accompagni in camera tua, hai bisogno di riposare" mi suggerì poggiando il panino sul tavolo del salotto.

Sogno

"Condoglianze"
Io ero seduta sulla panca della chiesa in cui anni fa ci fu il funerale di mia madre, accanto a me sedeva mio padre.
Riuscivo a vedermi, ma non potevo fare altro, ero una spettatrice.

Osservando la scena che mi si parava davanti agli occhi rimasi impietrita quando poco distante da me, un invitato catturò maggiormente la mia attenzione. Vestito tutto di nero, portava un cappello dal quale si poteva intravedere un ciuffo biondo.
Lo sguardo del ragazzo era fisso sulla mia figura. Non avevo dubbi, quello era lo stesso ragazzo che oggi portava la tomba di mio padre.

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Mi alzai iniziando a respirare irregolarmente, poggiai una mano sul mio petto per tentare di ristabilizzare il respiro. Stringendo le lenzuola con la mano libera riuscii finalmente a placare il mio attacco di nervi. Facendomi forza mi alzai dal letto per entrare nel piccolo bagno in camera dove iniziai a sciacquare il mio viso ripetutamente per poi asciugarmi. Ancora un po' scossa per l'accaduto rimasi a fissare la mia figura allo specchio.

"Sei bellissima"

Sentii sussurrare, voltandomi di scatto osservai in ogni angolo del bagno, più cercavo con lo sguardo più pregavo mentalmente di non trovare nessuno.
Quando constatai che effettivamente in quel bagno vi ero solo io mi voltai verso lo specchio convinta che tutto questo fosse il frutto della mia stanchezza, era tutto solo nella mia mente.
Facendo un respiro profondo poggiai le mani sul bordo del lavandino e subito percepii qualcosa toccarmi il fianco, attraverso il riflesso dello specchio osservai il mio fianco vedendo il mio pigiama, alcuni brividi percorsero le mie braccia facendomi quasi tremare.
Voltandomi ritornai in camera rimanendo completamente sbalordita. L'enorme finestra che dava l'accesso al balcone della mia camera da letto era completamente spalancata permettendo al gelido vento della notte di far irruzione nella mia abitazione.

Iniziando a piagnucolare corsi a chiudere la finestra rimasi qualche istante a contemplare la strada completamente deserta. Il vento della notte spogliava pian piano gli alberi sul ciglio della strada dando inizio a una danza di foglie in ogni dove.
Sul marciapiede potei intravedere un ragazzo incappucciato che guardava verso di me.

Chiudendo gli occhi sperai fosse solo una mia fantasia,quando però li riaprì il volto del ragazzo era davanti al mio.

Urlai per lo spavento non riuscendo a capire come fosse riuscito a spostarsi in così poco tempo.

Fine sogno

"Katherine tutto bene?" chiese Lola appena riaprì gli occhi. "È andato via? Ti prego dimmi che non c'è più! Lui è qui per uccidermi Lola!" Urlai in preda alla più totale disperazione mentre innumerevoli lacrime cadevano dai miei occhi. Lola aggrottò le sopracciglia visibilmente confusa "è stato solo un brutto sogno Katherine, nessuno vuole farti del male" mi rassicurò accarezzandomi una spalla.

Chiudendo per un istante gli occhi rividi quelle iridi color miele che mi provocarono brividi di paura per tutto il corpo.

Mi girai verso la finestra osservando le tende che impedivano a chiunque, fuori o dentro la camera, di vedere oltre. "Era proprio lì" indicai la finestra facendo sì che Lola si girasse per osservare la tenda.
"Tesoro io non vedo nulla" sussurrò andando verso la finestra "non c'è nessuno qui fuori" ripeté facendomi tranquillizzare.
"Forse è meglio se chiami qualche tuo parente Kath. Non puoi rimanere sola in questa casa" mi suggerì la ragazza dai capelli azzurri.
Annuendo mi coprii con le lenzuola tentando di riprendere sonno. "Vedrai che domani starai un po' meglio"

Chiudendo gli occhi sperai che la frase di Lola si avverasse.

5 Settembre


2:50 pm.

Con la testa china sul mio telefono entrai in un supermercato dove, a causa della mia disattenzione, sbattei con la spalla contro una ragazza bionda che presa alla sprovvista cadde sul pavimento spargendo ovunque ciò che aveva comprato. Riponendo il telefono nella tasca del mio giubbotto portai una mano sulla mia bocca rendendomi conto di ciò che avevo appena fatto. "Non era mia intenzione, mi scusi tanto. Ero sopra pensiero" mi abbassai tentando di rimettere tutto nella busta della spesa ma la ragazza afferrando una mia mano mi impedì di continuare "ferma, ormai è da buttare, così sporchi solo il rest- Katherine Gomez?" Domandò la ragazza bionda facendomi aggrottare le sopracciglia "Ci conosciamo?" Chiesi io esaminando ogni centimetro del suo viso per tentare di ricordarlo.
"Mi chiamo Scarlet Moon, siamo nello stesso corso di chimica e antropologia" affermò sorridendomi "Scusa, non ti avevo riconosciuta"
"Non ti preoccupare, in fondo non abbiamo mai parlato insieme. L'unica volta che ci siamo parlate è stato per chiederti se avevi una penna da prestarmi" mi informò facendomi annuire, mentre mi alzai le porsi una mano per aiutarla ad alzarsi da terra. "Dovrò andare a ricomprare metà delle cose"
In quel momento mi sentii maledettamente in colpa e decisi di pagarle tutto ciò che avevo rovinato, non ci volle molto prima che acconsentisse e insieme facemmo la spesa.

Erano ormai le quattro del pomeriggio passate e Scarlet mi implorò di accompagnarla in un negozio di vestiti, aveva bisogno di un parere su alcuni vestiti e le persone che avrebbero dovuto aiutala le avevano dato buca. Decisi di aiutarla, rifiutare mi sarebbe tornato male, in più mi sembrava una ragazza simpatica.
Frugando su uno scaffale cercai dei vestiti da comprare quando, girandomi per mostrare una maglia, particolarmente brutta, a Scarlet incontrai una figura scura in lontananza che guardava verso di me.

Come un peso, la pancia iniziò a farmi male dall'ansia e le gambe iniziarono a tremare dandomi quasi l'impressione che sarei caduta da un momento all'altro. Tutto questo stava iniziando a farmi paura, forse non era tutto solo nella mia testa.

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Capitolo revisionato, come al solito se trovate errori avvisatemi 😙🌹

Happy birthday Jaxon! +7 💕😍

Il Ragazzo Nell'Ombra ||Justin Bieber & Selena GomezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora