Capitolo 9 Mercy

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-let me go Justin!-

29 Novembre

L'acqua, della stanza accanto, scorreva infragendosi nel box della doccia. Io ero seduta sul bordo del materasso mentre avevo gli occhi puntati contro un angolo della stanza. Con me nella camera c'era Justin, che prendendo dei vestiti di riserva, si preparava per il bagno.
"Sei sicura di non volermi fare compagnia?" Quella non era stata né la prima, né la seconda e neanche la terza volta che Justin mi faceva quella domanda e io avevo sempre risposto col medesimo monosillabo così, quando non gli risposi, intuì che la risposta non era cambiata e avviandosi verso la porta si girò verso di me accennando un sorriso e riprese a parlare.
"La mia proposta è sempre valida" mi informò per poi dirigersi verso il bagno.

Per qualche minuto ancora, rimasi immobile a fissare il nulla, poi sentii l'acqua del bagno colpire qualcosa che non era il box doccia e intuii subito che Justin si stava lavando.
Sospirando profondamente mi sdraiai sul letto sentendo subito il mio corpo rilassarsi per la prima volta da mesi.
Con la sicurezza che Justin era lontano da me ancora per un po' di tempo, chiusi gli occhi per riposare quei cinque minuti che mi avrebbero fatta tornare lucida.

Da settimane dormire era diventato impossibile, la sola idea di dormire con lui mi teneva sveglia. Alcune volte, quando il sonno si impossessava di me, riuscivo a percepire una sua mano posarsi sulla mia coscia per poi accarezzarla lentamente. A quel punto gli occhi si aprivano di botto e la mia gamba si allontanava da quel tocco indesiderato. Finivo così con il restare vigile tutta la notte, senza chiudere occhio.

Quei cinque minuti di riposo, si trasformarono in un'ora e senza accorgermene successe ciò che avrei voluto evitare:
Il mio sonno fu interrotto da una serie di baci e carezze lungo il volto e la spalla. Appena aprii gli occhi, potei chiaramente vedere gli occhi color miele che tanto mi avevano spaventato fin'ora.
Come avevo potuto abbassare la guardia?
Alzandomi rapidamente dal letto mi allontanai il più possibile da lui fino a che la mia schiena non colpii la porta della stanza.
"Non volevo spaventati, eri così graziosa mentre dormivi che mi è venuta voglia di accarezzarti" si spiegò sedendosi al bordo del letto con gli occhi puntati su di me.
Il suo corpo era coperto da un accappatoio e i capelli erano perfettamente asciutti se bene scompigliati. Da ciò ne dedussi che era appena uscito dal bagno e che il mio sonno era talmente pesante che persino il phon non mi aveva svegliata.
"Ogni volta che mi sveglio ti osservo sempre mentre leggi. È da quando sei con me che non ti vedevo dormire. Per questo quando ti ho vista ho voluto toccarti" mi informò alzandosi dal letto per raggiungermi.
"Anche se preferirei vederti dormire la mattina, sono grato di averti al mio fianco, ogni mattina e per tutta la vita" disse percorrendo lentamente la distanza di sicurezza che ci divideva.

-Corri! Vuoi forse che ti raggiunga?-

Senza perdere altro tempo cercai freneticamente la maniglia, posizionata dietro la mia schiena. Il sorriso di Justin fece accelerare i miei battiti cardiaci e un brivido di paura percorse tutto il mio corpo.
Solo quando mi ritrovai a correre lungo il corridoio riuscii a cancellare l'immagine del suo volto.
Voltando il viso potei vederlo mentre mi rinseguiva.
"Lasciami sola!" Urlai dall'esasperzione.
Correndo raggiungemmo la cucina e inevitabilmente iniziammo a girare in tondo fino a che Justin non si fermò esanime dallo sforzo.
"Cosa ti è preso?" Mi domandò Justin corrugando la fronte in completa confusione.
"Non puoi essere serio" risposi io scioccata da ciò che aveva detto il mio sequestratore. Rimanendo con la bocca aperta cercai di capire se la sua espressione facciale era seria o se si stava prendendo gioco di me.
"Ti rendi conto di tutto ciò che mi hai fatto?" Domandai battendo i pugni sul tavolo. Il volto di Justin si fece subito serio e con gli occhi serrati, osservò ogni mio minimo movimento. Entrambi stavamo studiando i movimenti dell'altro.
Justin aprì la bocca per dire qualcosa ma subito dopo la richiuse pensando bene a ciò che doveva dire.
"A cosa ti stai riferendo?" Chiese facendomi raggiungere il culmine dell'ira.
"Come puoi domandarmi una cosa del genere?" Dissi allontanandomi di qualche centimetro dal tavolo per avere una visuale migliore. Il volto di Justin era visibilmente confuso e pieno di preoccupazione.
"Hai fatto finire una mia amica in ospedale, mi hai rinchiusa qui dentro!" Urlai priva di autocontrollo.
"L'ho fatto per noi" disse con voce debole e malinconica.
Osservai i suoi occhi lucidi e mi domandai se tutta questa fosse solo una messinscena per farmi sentire in colpa.
"Farei qualsiasi cosa per te Kath" bisbigliò cercando di avvicinarsi a me.
"Io non voglio stare con te,voglio ritornare a casa mia!" Dissi sentendo i mie occhi annebbiarsi a causa delle lacrime.
Justin rimase completamente pietrificato per qualche istante e io colsi l'occasione per correre verso la porta d'ingresso.
Il cuore pompava come non mai e le mie mani tremarono mentre l'adrenalina scorreva lungo le mie vene.
"Aiuto!" Urlai mentre cercavo di trovare le chiavi di casa.
Prima che potessi fare qualcosa sentii le mani di Justin afferrare i miei polsi e in men che non si dica, fui catapultata contro la porta.
Un piccolo urlo di sorpresa e dolore uscì dalla mia bocca facendo si che Justin alzasse il dito indice contro il mio volto.
"Stai zitta!" Urlò stringendomi la spalla destra con una delle sue mani. Il dolore provocò all'istante altre lacrime che sembrarono divertire Justin.
"Perché mi fai questo? Non ti basta ciò che offro? Una casa, un futuro e il mio amore?" Mi domandò con gli occhi iniettati di sangue per la rabbia che stava attraversando il suo corpo.
Questo lato di lui mi spaventò a morte. Non ero abituata a vederlo sotto questo aspetto. Ma a dire la verità io non lo conoscevo, si ultimamente avevo avuto l'impressione di conoscerlo ma probabilmente era solo frutto della mia povera mente. Qualcosa nel suo viso mi sembrava familiare, ovviamente era riuscito a modellare i miei ricordi. Tutti i suoi stupidi discorsi sul nostro presunto passato insieme mi avevano offuscata.
"Ciò che stai facendo e tenermi lontana dalle uniche persone che mi sono rimaste" risposi cercando di tenergli testa. Avrei fatto appello al suo cuore, cuore che nonostante la sua mente danneggiata poteva ancora essere recuperato.
Justin poteva essere curato, ma non da me. Io non ero la sua cura, sembravo più essere la sua distruzione, proprio come lui lo era per me.
"Ti sto pregando Justin. Lasciami libera" lo supplicai mostrandogli le mie lacrime di disperazione.
Sussultando dallo stupore percepii la mano del ragazzo posarsi sotto il mio mento per alzarmi il volto fino ad avere un contatto diretto con i suoi occhi ambrati.
"Non piangere Kath, le cose miglioreranno, devi solo abituarti a stare con me" disse stringendomi contro il duo corpo e, con un sorriso fiero riprese a parlare:
"Hai già il mio cuore e presto o tardi tu mi donerai il tuo" senza aggiungere altro fui trasportata verso la sua camera, ancora con lo sguardo perso nel vuoto tentai ti far risorgere il mio animo combattivo che sembravo aver perso con le ultime parole di Justin.
"Non provi nemmeno un briciolo di pietà?" Domandai portando una mano al petto per il fastidioso dolore che stava iniziando a crescere sulla bocca del mio stomaco.
Il ragazzo non rispose alla mia ennesima supplica e come se non avessi detto niente mi adagiò con cura sul letto.
"Devi riposare, il sonno mancato ti fa agire in modo sconclusionato. Vedrai che dopo tornerai quella di prima" disse allontanandosi dal letto matrimoniale con molta cautela, quasi avesse paura di una mia nuova uscita.
"Ti lascerò il tuo spazio così ti sentirai a tuo agio" mi informò prima di scomparire dietro la porta della stanza.
Improvvisamente un sorriso sbucò sul mio volto una volta che la mia mente vagò sugli innumerevoli modi di scappare, senza la sua presenza a vigilarmi, sarei potuta uscire di casa molto più tranquillamente.
Ovviamente i miei piani furono stroncati una volta che il rumore della chiave nella serratura mi riportò alla cruda verità.

Non sarei mai riuscita a scappare da quell'inferno.

-Cause I'm Down on my Knees and I'm begging you please as you say.
Don't cry, Mercy.
There's too much pain to come.
Don't cry, Mercy.
M E R C Y-
[Hurts- Mercy]

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Capitolo modificato e revisionato ✔

Il Ragazzo Nell'Ombra ||Justin Bieber & Selena GomezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora