Capitolo 3 Terrore

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-Goodnight baby, I'm going to see you-

Terrore

Mi diressi verso Scarlet tutta tremolante "Kath ti senti poco bene? Sei così pallida" sussurrò la ragazza facendomi sedere su una piccola poltrona posta difronte a dei camerini.

"Sto bene, credo solo di...avere freddo" farfugliai sperando che mi credesse, Scarlet aggrottò le sopracciglia poco convinta da ciò che avevo appena detto.

Sotto i suoi occhi vigili mi alzai mantenendo una mano sul bracciolo della poltrona per cercare equilibrio. Appena feci qualche passo le gambe non mantennero più il peso del mio corpo e se Scarlet non fosse stata lì per sorreggermi avrei battuto la testa sul pavimento.
"Penso di aver visto un ragazzo, un ragazzo che non conosco." bisbigliai cercando di creare una frase che avesse un senso logico. "io non so chi sia e lui continua a essere ovunque, mi perseguita" a quelle mie parole Scarlet mi osservò per qualche secondo. Non riuscii a capire che emozioni stesse provando in quel momento ma passati alcuni minuti mi sorrise.

"Katherine, qui non c'è nessuno a parte tu, io e la commessa" mi rassicurò. Io mi voltai osservando il piccolo negozio vuoto.

"Katherine tu non stai bene per niente" disse la ragazza bionda ripoggiandomi sulla poltrona.
"Devo ritornare a casa" bisbigliai.
"Ti ci accompagno io. Non sei in grado di tornare da sola." Mi aiutò a rialzarmi e circondando le spalle con un mio braccio uscimmo dal negozio.

Ero confusa, ero sicura di averlo visto, eppure Scarlet era certa del contrario.

Entrai nella macchina della ragazza e cercai di tranquillizzarmi sul sedile del passeggero. "Credo che tu abbia la pressione bassa. Forse è per questo che sei così debole" mi informò facendo partire la macchina. "Katherine penso che sarebbe meglio se ti portassi in ospedale" disse osservandomi attentamente per qualche secondo per poi riportare lo sguardo lungo la strada. Disapprovando numerose volte le diedi indicazioni per raggiungere la mia casa e caddi in un lungo sonno.

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"Scarlet?" Bisbigliai appena aprii gli occhi. Stiracchiando il mio corpo feci schioccare le ossa dei gomiti e mi sedetti sul mio comodo e caldo letto.
Sfilandomi le coperte poggiai i piedi sul pavimento in legno e andai in bagno per sciacquarmi il viso.
"Katherine?" La voce di Scarlet giunse al mio orecchio appena portai un asciugamano per rimuovere l'acqua dal volto.
"Scarlet grazie per avermi portata in camera. Scusa ancora per il disturbo che ti sei presa e se ti ho fatta spaventare con la storia del ragazzo invisibile" dissi rientrando in camera dove la trovai con in mano un bicchiere di spremuta. "Figurati, mi preoccupata per te. Ti ho preparato questo" mi informò porgendomi il bicchiere "Spero che non ti secchi, mi sono presa la libertà di usare le arance che avevi comprato" disse appena bevvi un sorso di spremuta. "Io davvero non so come sdebitarmi" dissi poggiando il bicchiere mezzo pieno sul comodino di leggo. "Comunque ho abusato troppo della tua gentilezza, torna pure a casa, io chiamerò una mia amica" le dissi cercando il mio telefono nelle tasche dei jeans.
"Ti ho tolto il telefono quando ti ho messa nel letto" mi informò facendomi aggrottare le sopracciglia leggermente infastidita.
Non sopportavo nel modo più assoluto quando qualcuno prendeva le mie cose senza permesso. quel senso di fastidio durò pochi istanti, poi mi calmai e la ringraziai nuovamente.

"Non volevo che suonando ti svegliasse. L'ho lasciato sul tavolo della cucina"
Dirigendomi verso la porta della mia camera scesi al piano inferiore. Appena afferrai tra le mie mani il telefono notai tre notifiche. Pochi minuti dopo Scarlet scese le scale e recuperò il suo giubbotto precedentemente poggiato sul divano.

"Mia madre mi ha chiesto di tornare a casa. È stato un piacere conoscerti Katherine" mi salutò porgendomi la mano. Stringendogliela le sorrisi e la osservai mentre usciva da casa mia.

Rimasi sola, non mi era mia dispiaciuto passare del tempo da sola, almeno fin quando sapevo che qualcuno prima o poi sarebbe tornato a casa. Ora questa sicurezza non c'era, ero semplicemente sola, nessuno sarebbe tornato dal lavoro o dalle passeggiate. Ero intenta a smistare ciò che avevo comprato al supermercato quando un rumore attirò la mia attenzione. Il mio primo pensiero fu al ragazzo immaginario, quello che continuavo a credere mi stesse seguendo, poi riaffiorò il volto tranquillo di Scarlet nella mia mente e io sorrisi a mia volta. Dovevo tranquillizzarmi, la corrente avrà sicuramente fatto cadere qualcosa, il vento fuori era molto violento. Poggiai i peperoni sul piano da lavoro della cucina e mi diressi al piano superiore. Percorsi il corridoio, tutte le porte sembravano essere chiuse, poi raggiunsi il piccolo salotto la cui porta continuava a sbattere. La porta finestra era rimasta aperta, aggrottando le sopracciglia provvidi a chiuderla. Portai lo sguardo fuori dalla finestra e mi accorsi che le scale di color panna erano sporche di fango, non mi sarei sorpresa se solo io fossi salita da quelle scale, cosa che non era accaduta. Girandomi osservai la stanza in cui mi trovavo e nulla era fuori posto, poi mi concentrai sul pavimento, anche all'interno del mio salotto vi era del fango che via via andava scomparendo.

Confusa e impaurita digitai il numero di Lola il più velocemente possibile.
"Katherine, tutto bene?"
"No Lola. Io, Io credo che ci sia qualcuno in casa" dissi sentendo il mio corpo tremare ancora impaurito.
"Kath non preoccuparti, sono qui vicino. Sarò da te fra pochi minuti, appena riattacchi chiama la polizia" mi informò "Grazie Lola" dissi

Come suggerito dalla mia migliore amica chiamai la polizia, spiegai loro tutto quello che era accaduto in quei minuti e loro mi chiesero di uscire dall'abitazione usufruendo della portafinestra situata alle mie spalle. Loro sarebbero arrivati a casa mia in qualche minuto. Mi guardai intorno un'ultima volta prima di aprire la finestra e in punta di piedi scendere le scale, purtroppo mi fu impossibile non finire sulle tracce di fango e quando scesi l'ultimo scalino corsi verso il cancello di casa mia. Lola era proprio là fuori, dietro di lei vi era sua madre che appena mi vide sospirò. Raggiunsi la mia migliore amica finendo tra le sue braccia e improvvisamente mi ritrovai a piangere, feci uscire tutta l'ansia e la preoccupazione che si era formata nel mio corpo. "Stai bene?" mi domandò la madre di Lola passando una mano sulla mia schiena cercando di tranquillizzarmi. Io le annuii osservando ogni la mia casa con fare ossessivo, dalle finestre non era possibile vedere cosa vi era all'interno della casa, ciò era dovuto alle tende. Passarono alcuni minuti prima che un'auto della polizia si fermasse accanto alle nostre figure. Improvvisamente mi sentii veramente al sicuro.

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Capitolo revisionato ✔

okay se non vi piace ditemelo

baci❤

Il Ragazzo Nell'Ombra ||Justin Bieber & Selena GomezDove le storie prendono vita. Scoprilo ora