PARTE 1

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PARTE 1

Fuori dalla limousine li aspettavano la folla urlante e il tappeto rosso.
Chanyeol, seduto accanto a lui, gli diede una pacca sulla spalla. "Forza playboy, scendiamo."

Jongin mise un piede sul tappeto e con un'eleganza innata uscì dalla macchina nera lucida, sfoggiò uno dei suoi migliori sorrisi e salutò con la mano le centinaia di fan che premevano contro le transenne. Chanyeol uscì subito dopo di lui, provocando una seconda ondata di grida eccitate.

Eccoli lì, sul tappeto rosso di uno dei più importanti premi musicali di tutti i tempi, loro due, due ragazzi appena ventitreenni che facevano impazzire gli ormoni alle ragazzine e mischiavano in un duo dall'improbabile nome di Airmen la melodia del pianoforte e il ritmo scatenato della batteria. Nessuno ci aveva creduto, li avevano dati come il tormentone temporaneo, destinato a dissolversi nel mare di quei ritmi familiari ma sconosciuti. E invece no, erano lì.

"Abbiamo pure i bodyguards!" gli sussurrò divertito Chanyeol all'orecchio, e Jongin ridacchiò.

"Siamo gente importante ora."

"Puoi dirlo forte!"

Chanyeol era un tipo solare, un metro e novanta di batterista con i bicipiti gonfi e le spalle larghe. I suoi capelli rossi tinti stonavano con la serietà di tutto quello che stava in quel momento intorno a loro, ma andava bene così, che stonassero pure.

I bodyguards li seguirono per tutta la strada fino all'anfiteatro, una strada tappezzata di quel rosso che vedevano solo nei film. Le ragazze dietro alle transenne urlavano come pazze e allungavano le mani per toccarli, qualche volta uno dei due allungava la propria mano tra le loro protese.

Entrarono finalmente nell'enorme sala di ingresso, bianca e dorata, marmo di carrara il pavimento e cristalli i lampadari.

Chanyeol stava già ridacchiando, Jongin si tratteneva dall'imitarlo e sul suo viso era disegnato un ghigno divertito.

"Trattieniti Chan." lo riprese, senza crederci veramente.

Il rosso sbuffò divertito, cercando di mascherare l'ennesima risata. "Mi fanno ridere Jongin, che ci posso fare."

Una donna vestita di nero venne loro incontro dalla porta a vetri al fondo della sala, attraverso la quale si intravedevano i primi sedili rivestiti di pregiato tessuto color cobalto dell'anfiteatro.

"Signori," disse, salutandoli con un cenno del capo. Ecco, all'improvviso erano diventati anche "signori" per tutti, quella donna avrà avuto almeno dieci anni in più di loro e li trattava quasi con riverenza. Adocchiò subito i capelli rossi di Chanyeol e la camicia slacciata fino al terzo bottone di Jongin, ma non disse niente. "Vi prego di seguirmi, vi condurrò ai vostri posti." si voltò sui tacchi e tornò verso la porta. I due si affrettarono a seguirla.

L'anfiteatro era maestoso, monumentale. Le pareti erano color avorio, i sedili blu cobalto, il palco era immenso e nero mogano, le luci erano ragnatele sottilissime piene di cristalli come di gocce di rugiada.

"Alla TV sembrava più piccolo." commentò Chanyeol.

Jongin era stupefatto tanto quanto lui. "E' stupendo."

La donna li condusse fino alla decima fila, erano praticamente sul palco, avevano una visuale perfetta.

"Sono posti destinati solo ai vip o ai vincitori di qualche premio." disse la donna, quasi a giustificare il fatto che due come loro fossero lì.

Jongin la guardò, sporgendosi oltre Chanyeol. "Quindi ci ha portati nel posto giusto, non la vorremmo occupare oltre, vada pure."

Lei annuì e tornò indietro a passo spedito, mentre i suoi tacchi sulla moquette non facevano il minimo rumore, un po' come i suoi commenti e la sua espressione alla loro presenza lì. Come tacchi sulla moquette.

Sex Songs -KaisooDove le storie prendono vita. Scoprilo ora