Capitolo 4

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Francesca (3 agosto 2014)

È strano pensarlo adesso rispetto ad un paio di settimane fa, stiamo piano piano tornando ad essere quelli che eravamo prima.
Anzi abbiamo deciso di passare anche del tempo solo noi due, ma questioni di poche ore ogni tanto.
Per esempio il pomeriggio presto, prima che gli altri ci raggiungano oppure la sera subito dopo cena.
Abbiamo anche fatto nuove amicizie al villaggio, come ogni anno.
Infatti tutte le persone nuove che arrivano al villaggio e che ci sembrano persone interessanti le conosciamo e li aggiungiamo al gruppo per quelle settimane che passano qui con noi.
Due giorni fa abbiamo conosciuto una ragazza di nome Giovanna e un ragazzo di nome Rosario.
Ci hanno detto di conoscersi da quando erano piccoli e che le loro rispettive famiglie hanno deciso di passare le vacanze insieme quest'anno.
Rosario mi è piaciuto subito, è castano d'orato e mosso, ed è alto e bello.
Faccio gli occhi a cuoricino mentre lo dico a Paolo e Elisa.
"Hai ragione è davvero carino e sembra molto intelligente."
"Elisa tu si che mi capisci sempre. Ha davvero una bella mente, è interessante parlare con lui."
"Sicuramente di bello tu hai visto qualcos'altro. Dimmi hai già tastato di mano tua i suoi attributi?"
"Paolo, ma ti sembrano cose da dire? Non fare il deficiente, a me piace davvero."
Paolo fa una smorfia mezza schifata e mezza annoiata e poi tace.
Continuiamo a camminare per arrivare al beach bar, poi ci sediamo e Elisa tira fuori le sue famosissime carte francesi.
Quelle carte hanno ormai secoli e se le avvicini al naso, si sente l'odore di vissuto.
Distribuisco a tutti noi tredici carte e cominciamo una partita a scala quaranta.
Sicuramente gran parte del pomeriggio lo passeremo seduti lì per finire la partita.
Dopo un po' arrivano anche Giovanna e Rosario. Lui si siede di fianco a me.
"Dai fatti aiutare, sono bravo in questo gioco e non te la stai passando molto bene."
Rido da oca.
"Non è colpa mia, sono loro che non mi danno neanche il tempo di scendere che già chiudono la partita. Io provo a batterli da anni ormai."
"Magari con me accanto sarà la volta buona."
Mi fa l'occhiolino e mi sfiora col pollice il viso, ed io sorrido imbarazzata, poi alzo lo sguardo e vedo Paolo guardarci con occhi fissi di chi sta per vomitare. Gli fa il verso, imitando le sue parole e le sue mosse a bassa voce.
Io lo guardo e dentro di me scoppio in una risata fragorosa.
Continuiamo a giocare per un'altra mezz'ora. Alla fine ho vinto io, è davvero bravo Rosario.
"Non ci credo di averli battuti. Se non fosse stato per il tuo aiuto."
"Ora devo essere ripagato però, cioè almeno per lo sforzo."
"E come potrei io ripagarti?"
"Si vedrà."
Sto sprofondando nell'imbarazzo. Mi faccio piccola e non rispondo.
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Decidiamo di farci un bagno in piscina.
Tolgo i vestiti e mi faccio aiutare da Paolo a mettere la cuffia.
"Le odio quelle plastificate, mi sembra di essere un preservativo umano."
"Tranquilla che, in caso di *preservativo* se ne occuperà Rosario."
"Paolo, sei particolarmente puntiglioso oggi. Non è che sei sessualmente represso? Oggi non sai parlare di altro."
Entriamo in piscina e subito prendo posto al mio angolo preferito dove posso appoggiare i gomiti per sdraiarmi e rilassarmi completamente. Chiudo gli occhi e resto lì ferma e baciata dal sole.
All'improvviso però sento qualcuno poggiare una mano sulla mia pancia e spingermi verso il basso.
Paolo si è sempre divertito nell'affogarmi, mi porta continuamente giù e mi tortura con l'acqua. Solitamente è il nostro modo di scherzare in piscina.
Appena ne ho l'opportunità lo prendo dal braccio e mi divincolo dalla sua presa ferrea. Lo prendo dalle spalle e sposto il mio peso sulle braccia per portarlo giù.
Quando torna in superficie riesco a leggere nei suoi occhi la scia di "sfida lanciata", così continuano a torturarci con l'acqua e a ridere e scherzare.
Questo ragazzo mi ha sempre fatto disperare, fin da quando eravamo piccoli.

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