Il mattino seguente Xenia fu buttata giù da letto alle prime luci dell'alba. Era il decimo dei Dodici Giorni di festeggiamenti per la Grande Unione, l'ultimo a cui avrebbe assistito personalmente la principessa Keihra. Durante le prime ventiquattr'ore a palazzo, Xenia aveva scoperto che lei teneva sotto controllo ogni cosa, nessuno muoveva un dito senza prima consultarla. L'unico che godeva di un trattamento diverso, era Beirus, Sesto Monaco del Collegio dei Sette: durante l'ultima guerra, sette membri delle diverse razze – dragonidi, popolo della luce e stregoni – erano stati scelti per formare un Collegio che collaborasse per mettere fine alle battaglie, ormai fuori controllo. Le tre razze non avevano mai vissuto pacificamente – sempre motivate a distruggersi a vicenda per il controllo – ma, giunti quasi all'estinzione, i regnanti in carica avevano deciso di deporre le armi e fermare gli ultimi facinorosi, accecati ormai dal lato più oscuro della loro natura. Non riuscendo tuttavia a sedarli, si ritrovarono costretti a collaborare anche sul campo di battaglia. Questo significava mettere fratelli contro fratelli, uccidere creature della loro stessa razza. L'unica scelta che mitigasse quella carneficina, sembrò delegare il compito a sette rappresentati: due dragonidi, due membri del popolo fatato e tre stregoni. I ribelli vennero fermati, ma piano piano la pace dei tre regni si trasformò in qualcosa di più macabro: ad una ad una le fortezze caddero, insieme ai loro potenti e antichi abitanti. Misteriose sparizioni, nobili trovati morti nei loro letti, intere orde di protettori scomparvero nel nulla. Ben presto s'insinuò il dubbio che la guerra non fosse finita e che delle forze nemiche si muovessero nell'oscurità. E gli unici capaci di poterle combattere, erano i Monaci. Il popolo fatato si ribellò a questo secondo mandato, accusando i Monaci di colpire gli innocenti e rifiutandosi di giurare loro protezione e fedeltà. Rimasti tuttavia in minoranza, furono cacciati ed esiliati nei confini disabitati di Tarya. Tuttavia, le forze nemiche non si fermarono: dopo una lunga ricerca e migliaia di altri morti, i Monaci scoprirono che il popolo degli Stregoni aveva segretamente tentando di sottomettere e annientare le altre razze. Insieme ai dragonidi, distrussero fino all'ultimo Grande Stregone, privando coloro che si erano arresi di ogni potere magico. Rimasta dunque una sola razza, i Monaci divennero i fedeli consiglieri dei regnanti dragonidi. Vivevano lontano da Vadaris, in una rocca costruita ai tempi della prima Pace, ma a turno uno di loro rimaneva a palazzo. Erano passati vent'anni dall'ultima uccisione, trenta dall'ultima battaglia. Ma il popolo non si era ancora ripreso e, insieme al Collegio, l'ultimo re aveva deciso di richiamare il popolo fatato per sancire una nuova pace con un matrimonio. Contro ogni aspettativa, questi avevano accettato. Sfortunatamente non erano vissuti abbastanza per veder sancire quell'accordo, e adesso la loro unica figlia legittima cercava di assicurarsi che, dopo cent'anni di guerre, tradimenti ed esili, tutto filasse liscio. Dopo averla trascinata da un'ala all'altra del castello - impartendo ordini a chiunque le capitasse a tiro – Keihra congedò la sua ancella senza troppi complimenti, raccomandandole di prepararsi per il viaggio.
Xenia non aveva idea di cosa si dovesse mettere in valigia per una scampagnata nelle terre di Tarya. Nel suo mondo avrebbe raccolto jeans, felpe, merendine alla crema e una pochette striminzita con i prodotti di prima necessità. A Vadaris nessuno indossava jeans, gli unici pantaloni che aveva visto erano di pelle nera e davano tutta l'impressione di non essere per niente comodi. Non potendo utilizzare i suoi vecchi vestiti, la principessa le aveva messo a disposizione un armadio ricolmo di "abiti consoni". Xenia adesso se ne stava impalata davanti a lunghe gonne scamosciate, corsetti rigidi e un enorme quantitativo di pelle nera. Sospirò arrendevole e buttò nel borsone un paio di gonne e qualche camicia morbida. Al diavolo i corsetti. A pranzo avrebbero avuto inizio i giochi, che si svolgevano ad Avalon: un'ampia vallata fuori dalle mura dotata di una piccola arena in pietra. Xenia aveva visto correre su e giù tutta la mattina gente armata di tutto punto, servitù intenta a infornare focacce e cuocere cacciagione di ogni genere e naturalmente anche Trevorian, borioso e annoiato a flirtare con le giovani ospiti. Keihra non aveva detto nulla, limitandosi a sbuffare e lanciargli occhiate di fuoco. Le gare, quel giorno, prevedevano che anche lui partecipasse insieme agli altri gareggiatori. E qualcosa diceva a Xenia che avrebbe anche vinto.
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La maledizione dei destini incrociati
AdventureSono passati vent'anni dall'assassinio del re e della regina di Tarya, vent'anni nei quali il popolo delle Fate e dei Dragonidi si è conteso il primato al trono. La pace è alle porte, grazie al matrimonio fra il principe dei dragonidi e la regina de...