capitolo 4

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<Ehm.. scusate signori> dice l'uomo tutto imbarazzato. È il portinaio.
<Volevo solo chiedervi se potevate chiudere voi stasera perché mia figlia è dovuta andare all'ospedale..>
<Non vi preoccupate, ci penserà Lisa> risponde Enrico.
<Va bene> dice e esce.
<Come ci penso io?> Chiedo sbigottita. <E perché non tu?>
<Tranquilla, ci penso io. Ma adesso torna nel tuo ufficio che dobbiamo studiare le carte [si gira verso la sua scrivania e mi porge un plico di fogli] queste sono le pratiche dell'assicurazione.>
<Vado.> dico con un filo di tristezza. Quanto vorrei rimanere nel suo ufficio, poterlo ammirare mentre legge,osservare attentamente mentre guarda fuori dalla finestra..
ALCUNE ORE DOPO
Entra Enrico nell'ufficio e mi fa:
<Lisa, senti è tutto il pomeriggio che lavoriamo, perché stasera non usciamo a mangiare fuori, io e te, da soli?>.
Beh, in fin dei conti ha ragione, sono pur sempre le 8.40; <Va bene, ma i ragazzi?> [istinto materno ultraprotettivo] chiedo preoccupata.
<Ci ho già pensato io. Ho chiamato Perla e le ho detto di preparare la cena e di controllare che Mia non esca.> [Wow e pensare che non voleva fare il papà. Che poi non lo è davvero, però è gentile con i ragazzi].
<Ma ho addosso gli stessi vestiti che avevo stamattina> ribatto.
<Oh Lisa se non vuoi uscire dimmelo così facciamo prima!> "Forse ho esagerato" penso.
<Allora facciamo così> propongo <tu mi aspetti fuori dal cancello 10 minuti e io scendo di nuovo, così andiamo al ristorante.>
<No, no, no, no. Li conosco i tuoi 10 minuti. Diventano attese interminabili. Tu sei bellissima così. Struccata, con i capelli ribelli, i tuoi vestiti neri e bianchi...>
<Stai offendendo il mio abbigliamento?> dico con tono serio, ma che tralascia un senso divertito.
<Assolutamente no. Prendi la borsa e andiamo.> mi ordina.
IN MACCHINA
<Dove mi porti?> chiedo curiosa.
<Tra poco lo scoprirai> risponde con un ghigno.
Mi appoggio alla sua bellissima auto e inizio ad osservare il paesaggio fuori dal finestrino. Wow Napoli di sera è ancora più bella. Tutte le luci accese, i viali illuminati, le strade affollate di innamorati che si tengono per mano.
Ed è proprio sulla mia che sento una pressione. È la mano delicata di Enrico che me la stringe.
MATTINO
Una notte di baci,di carezze e di abbracci, di fiato caldo sul collo e di parole dolci. Una notte che non si dimentica facilmente, forse la più bella che abbia mai trascorso.
La mattina arriva subito, ma sono di buon umore e mi alzo in fretta a tal punto che vedo la faccia stupita di Enrico che mi guarda allo stesso tempo divertito.
<Cos'è che fai di notte che ti rende così felice?> mi chiede con un ghigno.
<Su sbrigati. Dobbiamo andare al lavoro!> ordino sorridendo.
<Anche di sabato?> chiede lui.
<Certo.> Rispondo "Ceeerto, ovviamente, mica mi piacerebbe continuare a dormire". <Un avvocato non bada al fatto che un giorno sia festivo o meno> affermo sicura di me.
Lui scoppia in una risata fragorosa e inizia a vestirsi. Ha "dormito" senza la maglietta del pigiama e così gli ammiro gli addominali scolpiti, i bicipiti definiti e il viso che non ha imperfezioni.
<Così mi sciupi però eh!> "Oh madonna mi ha scoperto mentre lo fissavo che faccio?"
<Ma sai..> inizio a dire con voce sensuale <le cose belle vanno ammirate da vicino> "cosa hai appena detto Lisa Marcelli! Ma se non sai nemmeno farti fare lo sconto dal fruttivendolo! Vorresti sedurre l'uomo più attraente dell'universo? Ormai il danno è fatto, bacialo così magari si dimentica della scemenza che hai appena detto" e così faccio.
Lo bacio e me ne vado in una maniera così svelta da non poter nemmeno vedere la sua espressione.
Mi dirigo verso la cucina e noto con mio grande piacere che sia tutta pulita e in ordine. "Che sfortuna non poterla vedere sempre così ordinata" penso sospirando.
Vado in camera di Mia e noto che sta ancora dormendo. Le do un bacio sulla fronte e mi reco in quella di Giuseppe che però sta leggendo con la lucina sul suo letto.
<Amore, cosa fai già sveglio a quest'ora?> gli domando.
<La conoscenza non conosce orari> mi risponde fiero di sé.
<Contento tu..> dico alzando gli occhi al cielo.
<Torniamo verso l'ora di pranzo d'accordo?> gli comunico dopo averlo baciato sulla guancia
<Va bene, mamma. A dopo> mi risponde sorridendo.
Mi dirigo verso la porta e c'è Enrico che mi aspetta vicino lo stipite.
<Allora andiamo?> Mi propone.
"Non potrei desiderare di meglio" penso annuendo.

Non dirlo al mio capo 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora