CAPITOLO 6

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È un'altra mattina e per ogni sveglia che suona c'è una Lisa che impreca per il troppo sonno. A volte vorrei solo godermi le lenzuola, l'odore del caffè che arriva dalla cucina, il sapore del silenzio quando Giuseppe e Mia non litigano, Perla che non si lamenta del bambino che le cresce in grembo, anche se secondo me è felicissima di avere questo pargoletto che le invaderà la casa con giochi, pannolini e pappe. Alzandomi ancora troppo assonnata, noto che Enrico non è nel letto, provo a cercarlo in casa, ma di lui nessuna traccia, nemmeno un biglietto sul comodino o un post-it sul frigo, ma d'altronde fanno così solo gli uomini dei film : Devi smetterla di essere così romantica, Lisa! Accetta una volta per tutte che la vita reale non è un romanzo rosa in cui tutto va per il verso giusto. grazie coscienza. È molto presto e immagino che tutti stiano dormendo e, infatti, trovo Mia nel suo letto ancora un po truccata dal giorno prima e Giuseppe disteso con la testa che poggia su un libro di legge; mi sembra passata un'eternità da quando si appassionava di magia o di scienze. Decido che è meglio prepararsi un buon caffè per iniziare al meglio il fatidico giorno della settimana che tanto odio: il lunedì. Uscendo di casa mi squilla il telefono e noto con mio piacere che è Enrico. Dove sei finito? chiedo in tono mezzo arrabbiato e mezzo allegro. Sono in ufficio, non ricordavi che abbiamo deciso di trovarci mezzora prima per incontrare il signor Niva e discutere delle novità che dobbiamo comunicargli? Potevi almeno aspettarmi invece di scappare come un ladro! dico provando a sviare il discorso. Pensavo che volessi dormire ancor un po e comunque hai il sonno così pesante che starei ancora provando a svegliarti! Sto arrivando, dammi dieci minuti Devo imparare a ricordarmi almeno un minimo delle cose che mi vengono dette durante la giornata, mi prometto. Una volta raggiunto lo studio, noto con mio grande dispiacere che ho i capelli arruffatissimi e in ascensore, piuttosto che dar loro un ordine almeno decente, rovino quel poco di dignità che era rimasta. Paola è ovviamente impeccabile nel suo completo rosso fuoco e il tacco dodici nero con i quali io sto cadendo guardandola. Prendo le carte sulla mia scrivania e mi dirigo in sala riunioni; ripenso ancora a quando dovevo dividere la mia parte di studio con Nina e mi sembra passata uneternità, quando invece sono solo cinque mesi. Nella stanza trovo Enrico in piedi davanti alla finestra che parla fittamente con qualcuno al telefono, ma non riesco a carpire nemmeno mezza parola della sua conversazione. Notando la mia presenza, liquida il suo interlocutore con un Arrivederci, questo mi fa pensare che sarà qualche cliente [di cui non mi ha parlato?] o qualche suo conoscente, ma di sicuro non è nessuno di cui mi debba preoccupare. Finalmente sei arrivata! Ti è andata bene che il nostro cliente non sia ancora arrivato; allora, hai qualche novità sulla moglie o sul figlio? mi chiede facendomi dimenticare della sua telefonata appena conclusa. Penso che dovremmo fare visita a lui e alla moglie, abbiamo notato che i loro conti bancari fossero in rosso no? annuisce. Ecco, magari parlandoci di persona potremo capire il motivo per cui la madre avesse intestato la sua eredità unicamente al marito. Io, da madre, avrei lasciato buona parte della mia eredità [ sghignazza il subconscio] ai miei figli. Almeno da morta vorrei avere la coscienza a posto Perché? mi chiede Enrico Tu avresti la coscienza sporca? domanda con un ghigno che vuol dire un milione di cose e infatti si avvicina precipitosamente a me, ma, proprio in quel momento, fa capolino da dietro la porta Paola. Ho interrotto qualcosa? esordisce con quel suo sorrisino falso. S.. inizio a dire io, ma Enrico risponde con un no talmente secco e inespressivo che quasi mi rabbuio del tutto, ma provo a tranquillizzarmi ricordando a me stessa che bisogna essere professionali sul campo di lavoro e nella vita. Mentre provo a scacciare questi pensieri negativi Paola ci comunica che il signor Riccardo Niva è arrivato e Enrico le ordina troppo gentilmente <è una segretaria!> di far entrare il cliente. Buongiorno signuri mi saluta col suo forte accento napoletano, una delle cose che tanto amo di questa città. Stringe la mano ad Enrico e ci sediamo. Iniziamo con il dire che ci serve lindirizzo della casa a Mergellina del figlio e lui, senza un attimo di esitazione, ce lo scrive su un bigliettino. Ci confessa che la polizia gli sta con il fiato sul collo e che lo stanno accusando di femminicidio. Si rabbuia e parlando a voce più bassa inizia a raccontarci una nuova parte della storia che nessuno conosceva: Avvocato, non vi ho detto tutta la verità... Se si riferisce al suo problema con l'alcol, già lo sapevo, ma sappia che non le permetto di tralasciare più dettagli simili, sono intransigente sulla questione verità e bugie. Dicendolo mi guarda e io capisco che si riferisce a quando gli ho nascosto di avere dei figli, però io avevo la casa pignorata e non avevo molta scelta; in realtà da quando quest'estate siamo andati in vacanza tutti insieme al mare, ha dimostrato un carattere molto diverso con i ragazzi e questo mi ha colpito molto. Tornando alla realtà, il signore si scusa di aver omesso questo dettaglio e parla della notte in cui la moglie è stata uccisa: lui aveva bevuto molto e aveva discusso pesantemente con lei, per non continuare il litigio aveva iniziato a percorrere le strade isolate nei pressi della sua casa e i medici legali affermano con certezza che lora della morte sia proprio nel periodo in cui il marito si sarebbe allontanato, ma gli inquirenti non credono minimamente alla sua storia. Io e lavvocatessa Marcelli ci recheremo a casa sua e a casa di suo figlio per provare a trovare qualcosa in nostro favore, lei abita...? Non vi potete sbagliare ci spiega: È la prima villetta sul mare una volta superato il porto degli aliscafi. Annuiamo e dopo avergli stretto la mano se ne va. Enrico è molto dubbioso così gli chiedo di espormi il problema, ma fa finta di non sentire e ritorna nel suo studio senza nemmeno rivolgermi la parola. <È per quella telefonata di prima che è così, ne sono sicura> DOPO ALCUNE ORE Lisa andiamo dal figlio di Riccardo Niva e da sua moglie mi dice Enrico dopo un tempo interminabile che non parlavamo; mentre prendiamo l'ascensore mi impongo di fargli domande sulla sua telefonata, ma

CAPITOLO INTERMINABILE che spero possa in qualche modo perdonare la mia prolungata assenza. Molti di voi mi hanno scritto varie volte di continuare la storia, ma la scuola, con tutti i suoi impegni e le verifiche, non me ne ha dato la possibilità. Quest'estate sarò molto più attiva sia qui nella stesura di NDAMC3, sia sulla mia pagina instagram che vi consiglio di seguire poichè rivelo sempre la giornata in cui pubblico i nuovi capitoli isnieme ai video che sto imparando pian piano ad editare. Non so ancora se stabilire un giorno e un'ora fissa oppure decidere volta per volta. Mi sono impegnata molto per trascrivere questo capitolo, visto che erano mesi che non buttavo giù nulla e spero che il continuo non vi stia deludendo;)!! Il mio account instagram è sempre lo stesso (@lg_only_love ).

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Virgy<3

Non dirlo al mio capo 3Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora