❤️ Torino ❤️

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Mi ero informata in modo molto dettagliato su dove si sarebbero esibiti i Five Seconds of Summer e avevo scoperto che il luogo dell'apertura successiva dei concerti dei One Direction in Italia era in uno stadio importante della città di Torino, la cui data era il 6 luglio 2014 ed era una Domenica, la prima del mese di luglio.

Mi avrebbe accompagnata mia sorella, che aveva la patente e che conosceva il modo per prendere l'autostrada Milano-Torino e tutte le uscite per arrivare in quel posto in orario.

Allora, la sera prima, sabato 5 luglio, mi sono preparata tutto l'occorrente perché tutto andasse secondo i piani: l' acqua, se dovevo stare sotto il sole ad aspettare, perché era prevista una giornata calda e solare; i trucchi, dovevo essere il più bella possibile per attirare la loro attenzione; il deodorante, se ero talmente emozionata da sudare e poi puzzare; le mentine, se mi puzzava l'alito; i miei poster e i miei libri, mi sarebbe piaciuto che me li autografassero; la foto con loro, in caso non si ricordassero di me, anche se io speravo con tutta me stessa che mi riconoscessero, dato che eravamo stati benissimo tutti insieme; e poi, almeno Ashton, che si era innamorato di me, avrebbe dovuto ricordarsi.

Sono andata a letto presto, circa alle 9.15, per non sbadigliare davanti a loro e per non essere stanca quando aspettavo; ma non riuscivo proprio a dormire, alcuni dubbi mi passavano per la testa:

* Se non fossi riuscita a incontrarli?

* Se non mi avessero riconosciuta?

* Se fossi stata troppo agitata da infastidirli?

* Se mi avessero trovata cambiata?

Tutte queste domande mi frullavano nel cervello e non riuscivo proprio a cambiare pensiero.

In più, ero troppo emozionata per tranquillizzarmi tutto di un colpo e addormentarmi subito.

Alla fine mi sono addormentata alle 11.10 e, quando mi sono svegliata ero davvero preoccupatissima di non reggere alla giornata che mi aspettava.

Sono partita da Milano alle 9.00 del mattino e mi sono messa in viaggio con Valentina, mia sorella e siamo arrivate nella città alle 10.45 circa e abbiamo cercato e chiesto in giro dove fosse quel famoso stadio.

Quando siamo arrivate, dietro il palco, ho visto Liam, uno dei membri dei One Direction e quindi gli ho detto:

"Oh mamma mia, sei Liam Payne!"

e lui mi ha risposto:

"Sì, sono proprio io"

A quel punto ero senza parole, avevo davanti Liam, dei One Direction e non potevo di certo chiedergli dei 5 Seconds of Summer, al massimo della sua, di band.

Quindi gli ho chiesto in inglese, ovviamente:

"Posso entrare nel backstage?"

Sicuramente la sue risposte sarebbero state "No!" o"No, mi dispiace" oppure "Mi dispiace, ma non é consentito a nessuno".

Invece, Liam ha detto:

"Ok, va bene, però devi entrare solo ed esclusivamente con me" per assicurarsi che io non disturbassi e non facessi pasticci. Ma, un secondo dopo, Harry, Niall, Louis e Zayn, lo hanno chiamato per fare le ultime prove prima del concerto e quindi ho rispettato le sue parole e non ci sono entrata. Però, sono comunque andata e mi sono fermata prima dell'ingresso e ho visto Micheal che ballava. L'ho chiamato:

"Michael! Michael!" e, quando mi ha sentita mi ha detto:

"Ah, sei tu! Se cerchi Ashton, è nell' altra stanza, ma se vuoi te lo vado a chiamare, gli dico che ha una visita"

"Grazie mille, davvero" gli ho risposto io e lui

"Di niente".

Poco dopo, quando io mi guardavo intorno, ho sentito delle mani muscolose che mi coprivano gli occhi, mi sono girata e ho visto che c'era Ashton, con una busta con un bigliettino in mano, dove c'era scritto in inglese:

' Speravo che arrivasse questo momento, sono contento di averti rivista. Volevo dirti che ci avrebbe fatto piacere, a me e a tutta la band, che tu venissi in tour con noi, senza che questo divenga motivo di disagio. Puoi rispondermi adesso, se vuoi, oppure quando vuoi. Se la risposta fosse no, non farti problemi a dirmelo,

Ashton ♡ ' .

In quel momento, avevo risposto che per me era fantastico, che ringraziavo tutti quanti per l'invito, che ero onorata di essere stata chiamata; ma poi ci ho pensato e ho detto nella sua lingua, ovviamente:

"Non posso accettare. Sarei d'intralcio e disturberei. E poi io a Milano, in Italia, ho la mia famiglia, gli amici, la scuola. Mi dispiace tantissimo, anche per me sarebbe stata un'occasione per girare il mondo, stare con voi... ma..." Ashton mi ha zittita:

"Non ti preoccupare, è tutto a posto" e mi ha abbracciata.

"... e... , invece, ti andrebbe di assistere alle prove? "

"Sì, certo, con piacere" ho risposto io.

Hanno suonato benissimo e io ero stra emozionata.

Le prove sono finite alle 11.45 circa e quando è iniziata la pausa pranzo, Ashton, mi ha portata in un ristorante di lusso molto costoso e mi ha detto:

"Ordina pure tutto quello che vuoi".

Io ero imbarazzata, mi sentivo a disagio, non sapevo cosa rispondere. Alla fine, ha ordinato lui per me, ormai sapeva tutto su di me, mi aveva chiesto informazioni di tutti i generi: dal colore preferito, al programma televisivo preferito; dal cantante preferito, alla città dove non ero ancora stata, ma avrei voluto tanto andarci e così via.

Poi, perché io mi ricordassi di lui (non che io mi dimenticassi, questo è certo: come fare a dimenticarsi di tutti questi giorni meravigliosi passati con lui?), mi ha portato in un negozio che ha visto che, prima, all'andata, stavo guardando e mi ha detto:

"Scegli qualcosa da indossare questa sera" (era sottinteso che mi aveva invitata a uscire con lui). Io sono arrossita, sembravo un pomodoro e non ho avuto il coraggio di prendere niente. Ma anche in quel momento sono intervenute le sue conoscenze e, come al solito, ha fatto centro: mi aveva comprato un vestito azzurro, che mi piace tantissimo. Gli ho dato un bacio sulla guancia e gli ho detto

"Grazie di tutto, grazie mille" e lui ha risposto

"Figurati, è un piacere. Per te farei questo e molto altro".

A quelle parole mi sono emozionata.

Visto che era ormai l' 1.30, ci siamo avviati verso lo stadio, dove lui aveva l'ultima o la penultima prova. Io, dispiaciuta, gli ho detto:

"Adesso, purtroppo, devo proprio andare a casa"

"Non c'è problema, ci mancherebbe. Ci sei sta sera, al concerto, dopo la nostra cena?"

"Sì, certo. Non mancherei mai".

A quel punto, lui mi ha abbracciata e mi ha detto:

"Ciao".

E io

"Ciao".

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