20 - STEVEN

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Steve pov

Sorrido mentre tengo la mano ad Emily

È tutta la mattinata che giriamo per i quartieri di New York per cercare un possibile appartamento, e quando arriviamo a Brooklyn le viene in mente una cosa

-Mi fai vedere la tua vecchia casa?-

Esito un attimo

Non sono mai tornato a vedere se ci fosse ancora da quando sono stato trovato

-Sì, perché no?-

Le vie sono cambiate, i negozi e i palazzi si sono evoluti col passare degli anni, ma le mie gambe mi guidano senza che io me ne renda conto, e in poco tempo sono davanti al vecchio portone marrone scuro

-Ecco... ci siamo-

Non è cambiata di una virgola, le pareti sono più scrostate e ci sono graffiti sul muro, ma la riconoscerei ovunque

-Credi si possa...?-

Prima che lei possa finire di parlare do una spinta alla porta che si apre senza difficoltà

-Aveva la serratura forzata, probabilmente qualcuno è entrato, dopotutto è una casa abbandonata-

Non sento rumori e decido di entrare

La maggior parte dei mobili è sparita, le pareti sono sporche e ammuffite, ma riesco a riconoscere ancora dei particolari

-Lì è dove c'era il tavolo, qua il camino... vi piaceva da morire stare davanti al camino... di qua la mia stanza-

Apro una porta e faccio vedere una stanzetta un po'più piccola con un grosso alone più chiaro sul muro e ancora dei segni di un poster strappato

-Lì c'era appeso un poster sull'esercito... non l'ho mai tolto e dopo tutto questo tempo c'è ancora il segno, e qua...-

Mi avvio verso un'altra stanza ma subito prima di aprire la porta mi blocco

È la stanza di Elizabeth

Non so più se voglio prendere questa casa

-Steve... tesoro se vuoi possiamo andare,non sei obbligato a...-

-No- la interrompo -No va bene-

Apro la porta ma vedo subito che qualcosa non va

Un sacco a pelo nell'angolo della stanza, proprio dov'era il suo letto, delle coperte, alcuni vestiti, avanzi di cibo

Qualcuno era stato lì e anche recentemente

-Steve forse sarebbe meglio and...-

Non riesce a finire la frase che qualcuno di getta su di lei mettendole una mano sul collo e attaccandola al muro

È stato così veloce che nemmeno ho avuto il tempo di vedere distintamente la sua figura

Ha una grande felpa che gli tiene coperto il volto, di molte misure in più

-Cosa ci fate in casa mia?.-

Una frase così semplice riesce a distruggermi

No, non la frase

La voce della persona che l'ha detta

-Cosa ci fate. In casa mia?.-

Il tono è tagliente come un rasoio, ma io conosco quella voce

-Steve...-

Il sussurro di Emily mi riporta alla realtà

Faccio un passo verso la figura ma la presa si fa ancora più serrata

-Fermati... non vogliamo farti male... per favore... lasciala andare...-

La mano si stringe ancora di più sul collo di Emily

-Elizabeth Maria Rogers, ora lasciala andare, e stai lontana... per favore-

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