—Chi sei? — disse il Bruco. Non era un bel principio di conversazione. Alice rispose con qualche timidezza: — Davvero non te lo saprei dire ora. So dirti chi fossi, quando mi son levata questa mattina, ma d'allora credo di essere stata cambiata parecchie volte. —
Lucia si tormentava le mani, in preda al panico. Era come se all'improvviso il cielo le stesse cadendo addosso, e non per la pioggia.
Non era la prima volta che succedeva. Sapeva che affezionarsi ai pazienti era rischioso e aveva saputo fin dall'inizio che questa paziente in particolare aveva molte meno speranze di quanto pensasse il medico, troppo ottimista.
Però lei era lei, non poteva non volerle bene. E poi ultimamente sembrava che quella bimba in un corpo più grande di lei stesse finalmente imparando, crescendo, guarendo.
E invece, eccola là. Non solo non era cresciuta, ma il suo disturbo della personalità era peggiorato. Non era più solo confusa, aveva cambiato completamente identità, diventando un'altra persona e forse dimenticando ciò che era stata fino a quel momento.
Lucia prese un bel respiro. Doveva essere calma e distaccata se voleva aiutare quella ragazza. Calma e distaccata.
"Alice" disse con voce ferma, preparandosi a un lungo discorso.
Lei lasciò cadere il braccio che teneva sospeso e la guardò fisso.
Poi, inaspettatamente, scoppiò a ridere."Ma certo che sono Alice! Non pensavo ci cascassi sul serio, non ti ricordi più chi sono?"
L'infermiera sorrise per il sollievo, ma solo un momento.
"Certo che mi ricordo chi sei!" esclamò. "Ma avevo paura che tu non te lo ricordassi più. Hai idea della spavento che ho preso?"
Alice smise di sorridere e abbassò gli occhioni azzurri. "Ovvio che non so chi sono, non lo sapevo prima, figurati se posso capirlo ora, in mezzo a questo caos" avrebbe voluto dire.
"Non volevo che avessi paura" si limitò invece a dire con la vocina mortificata di una bambina dopo una sgridata.
Lucia si sedette sul bordo del letto. "Lo so. Però vedi, io ho paura per te perfino quando stai bene. Ho costantemente paura. Chiamala iperprotettività, chiamala apprensione, chiamala paranoia, ma è semplicemente affetto. Perché io ti voglio bene Alice, non sai quanto, capito?"
Lei annuì piano e l'abbracciò. "Ti voglio bene anch'io" mormorò seriamente.
***
"Nella storia il Coniglio scambiava Alice per la sua serva, Marianna. Quindi Marianna assomiglia ad Alice e se io sono Alice, Marianna assomiglia a me" stava spiegando la ragazza.
"Forse. Ma tu sei l'Alice nel libro?"
"No, quella non esiste" rispose lei in tono di ovvietà, come se non vedesse contraddizioni in quello che diceva. Lucia cercò di ricacciare l'aria rassegnata che di sicuro le si stava già dipingendo sul viso. L'irrealtà continuava insinuarsi nella vita di Alice. Era nelle piccole cose ormai, ma era comunque presente.
"Però in realtà non sono più tanto sicura di chi sono" ammise la ragazza sovrappensiero. "Come quella del libro con il Bruco. Quella mattina ero sicura di essere Alice...ma poi c'è stato l'incidente e...e ora sono qui e non sono più sicura di essere Alice" confessò tutto d'un fiato.
L'altra non rispose.
"Mi sa che io non sono più io."
"Come ti viene in mente una cosa del genere?" domandò Lucia con calma.
"La mamma di Luca dice che non sono Alice. Che non sono la stessa."
"Oh, piccola" sospirò la donna. "Per prima cosa la mamma di Luca non ti conosce. Non può decidere chi eri e tanto meno chi sei. E, secondo, certo che non sei la stessa, è normale. Le persone cambiano. Ogni giorno, ogni ora, anche ogni secondo. Non si è mai la stessa persona, ma questo è una buona cosa. Vuol dire che in ogni momento puoi scegliere chi e come essere."
"Ma come? Io non ho il fungo del Bruco, non posso decidere se diventare grande o piccola." protestò Alice.
"Ci sono tanti modi per diventare grande, sai" rispose l'infermiera alzando le spalle. "E poi non si cambia solo nell'aspetto o nella taglia. Si cambia abitudine, si cambia comportamento, si cambia idea, anche. Lo dice pure il tuo libro."
"Dove?" chiese la ragazza, curiosa.
"Non l'hai ancora letto, credo. Dice che 'è inutile raccontarvi di ieri, perché ieri ero un'altra persona'"
La paziente la guardò stupita. "Non sapevo che l'avessi letto."
"Non l'ho letto. Ho solo dato un'occhiata ad alcune pagine mentre riposavi. Non ti dà fastidio, vero?"
Alice scosse la testa. "Tutt'altro." Raramente la gente si interessava ai libri che le piacevano e che lodava così volentieri. Che Lucia l'avesse fatto non poteva che essere una buona notizia.
L'infermiera sorrise e portò via il vassoio.
"Adesso puoi partire. Buon viaggio!" disse, strizzandole l'occhio.
Alice annuì. Prese il libro e tornò al capitolo che stava leggendo prima, ma poi rimase ferma a fissare la pagina.
"Quella donna ha ragione" disse una voce, il cui proprietario doveva star facendo un ampio sorriso. "Mi sembra molto saggia, per essere una di Sopra."
Alice si guardò attorno per controllare di essere sola e rispose sottovoce "Ricordati che anche io sono una di Sopra, mi potrei offendere."
La voce ridacchiò, compassionevole. "Oh, no, Alice. Tu non sei di qui. Tu appartieni al Paese delle Meraviglie e il Paese delle Meraviglie appartiene a te. Un giorno lo capirai. Devi solo continuare a leggere" concluse enigmaticamente, ma sempre ghignando.
"Allora fammi la cortesia di restare in silenzio, così leggo."
La voce non rispose e Alice tirò un sospiro di sollievo.
Mi faranno diventare matta davvero..., pensò.
"Ah, Alice?" ricomparve la voce, come se avesse dimenticato qualcosa di poca importanza.
Alice abbassò il libro per far capire che ascoltava.
"Nel caso te lo stia chiedendo, no, non sei più Alice. Però lo sei. Chiaro?"
Lei sbuffò. "Come può essere chiaro se è spiegato in questo modo?" sibilò a mezza voce.
"Oh, non lo so spiegare più chiaramente di così...Non è chiaro neanche a me" rispose l'altro, per poi scoppiare in una risata beffarda e sparire.
Mi stava prendendo in giro, si disse Alice.
Ma forse un po' aveva ragione, gli concesse. Prima o poi arriverò al Paese delle Meraviglie.
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Take me to Wonderland
Fantasy"Se non c'è nessun senso ci risparmiamo un mondo di fastidi, perché non abbiamo nessun bisogno di trovarcene uno." Alice è una ragazza normale: ha lunghi capelli biondi, occhi azzurri, un fidanzato, una passione per il disegno e la lettura e...Una...