III (REVISIONATO)

1.2K 105 75
                                    

Il ragazzo dai capelli bicolore era seduto ad uno dei tavolini del bar, da solo. Izuku lo aveva osservato da lontano più e più volte durante quei giorni e ciò che aveva potuto notare era che difficilmente si torvava in compagnia di qualcno. Forse era un tipo poco socievole, ipotizzò, ma questo probabilmente non giocava molto a suo vantaggio.

Decise di farsi coraggio e avvicinarglisi. Mise su un ampio sorriso, conscio che quello fosse la sua arma migliore presente nel suo arsenale. - Ciao - lo salutò.

Il ragazzo sembrò notare la presenza di Midoriya solo in quel momento. Alzò lo sguardo su di lui e, ancora una volta, prese a fissarlo. - Ciao.

Izuku perse tutta la sua spavalderi e, improvvisamente nervoso per essersi ritrovto quei due occhi puntati addosso, dovette abbassare lo sguardo per riuscire a parlargli: - Posso sedermi con te o aspetti qualcuno?

- Non aspetto nessuno - rispose, - se vuoi sederti, fa pure.

- Oh grazie - Midoriya prese subito posto accanto a lui, - sai, i miei amici hanno deciso di rintanarsi in biblioteca per studiare, ma io avevo voglia di un caffé.

Il ragazzo non rispose, si limitò semplicemente a continuare a guardarlo. Sembrava quasi scavargli dentro ogni volta, come se potesse leggergli nell'animo attraverso un paio di occhiate. Izuku si morse il labbro inferiore, a disagio.

- Comunque io mi chiamo Izuku Midoriya - si presentò e in quel momento gli sembrò alquanto sciocco non averlo fatto durante uno dei loro incontri precedenti.

- Shouto Todoroki - disse l'altro ed ora finalmente Izuku poteva associare un nome al bel volto che ossessionava i suoi pensieri negli ultimi giorni.

Fingendo di non sapere nulla su di lui, si portò un riccio ribelle dietro le orecchie e chiese: - A che facoltà sei iscritto? Io faccio Economia e, come già sai, sono al primo anno.

- Secondo di Giurisprudenza.

Todoroki non doveva essere molto loquace (e ciò concordava con la sua precedente ipotesi che fosse un ragazzo piuttosto solitario), poiché le frasi che pronunciava erano brevi e prive di alcuna enfasi. Qualsiasi altra persona al suo posto, di fronte ad un tale distacco e una tale freddezza, arebbe perso interesse, ma a Midoriya invece sembrò fare l'effetto contrario: voleva continuare a parlargli, conoscerlo meglio e scoprire cosa si celava davvero dietro quel muro di ghiaccio

- Anche io dovrei essere al secondo, ma ho preso un anno di... "pausa" - gli spiegò.

- Come mai?

Stava per raccontargli del dolore causatogli dalla rottura con Bakugou quando quest'ultimo passò proprio davanti al loro tavolo e guardò male prima Midoriya e poi l'altro. - Beh, diciamo a causa sua - disse, indicando con un cenno del capo il biondo. Scomparve però presto dalla loro vista, rintanndosi in un angolo remoto del bar. - Abbiamo avuto una relazione complicata, dalla quale io ne sono uscito letteralmente distrutto. Non avevo la forza mentale per affrontare con serenità l'inizio del percorso universitario, dovevo prima ritrovare me stesso.

Shouto inarcò un sopracciglio. - Immagino che essere il ragazzo di Bakugou non debba essere semplice.

- Beh, sì... Tu ivece? Sei fidanzato? - Izuku spostò rapidamente l'attenzione dalla sua vita privata a quella di Todoroki sia perché voleva evitare di ritrovarsi a pensare troppo a lungo alla storia andata male con Kacchan, ma anche perché era davvero interessato a scoprire qualcosa di più su di lui.

Todoroki scrollò le spalle, liquidandolo con un  semplice "niente di particolarmente importante".

Impenetrabile, ecco come gli sembrò in quel momento il ragazzo davnti a lui. Non sarebbe stato facile scalfire la corazza che aveva attorno e di certo non sarebbero bastate un paio di chiacchere e di domande a farlo aprire. Sarebbe stato un duro lavoro, ma Izuku non aveva alcuna intenzione di tirarsi indietro.

*

Todoroki non staccò mai il suo sguardo dal viso dolce e amichevole di Midoriya. Per qualche strana ragione ne era attratto e, ogni volta che gli era davanti, era impossibile per lui osservare qualsiasi altra cosa che non fosse lui. Avrebbe dovuto arricchire il disegno che stava facendo il giorno prima di alcuni nuovi dettagli appena scoperti: Izuku aveva la punta del naso leggermente all'insù, i suoi occhi erano enormi, molto più di quanto non ricordasse, e aveva delle adorabili lentiggini sulle guance. Non le aveva notate prima d'allora, troppo attratto dalle sue iridi verdi per concentrarsi su altro.

Era un opera d'arte vivente il suo volto. E Shouto, da dilettante artista qual era, avrebbe voluto ritirarlo in ogni sua minima espressione. Quando gli aveva sorriso poco prima aveva cercato di imprimere bene nella mente l'immagine di quella bocca sottile arricciata all'insù, le rughette d'espressione ai lati, i denti bianchi e perfetti.

Ora stava parlando: avevano intrapreso da qualche minuto una conversazione un po' vaga su esami, corsi e lezioni, ma era in reatà Izuku da solo a mandarla avanti, poiché Shouto, troppo preso dai suoi pensieri, a stento riusciva ad ascoltarlo.

- Dopo devo seguire macroeconomia. Il professore è una noia mortale...

Izuku si interruppe per addentare la brioche al cioccolato che aveva ordinato qualche minuto prima, mentre Todoroki faceva i conti con qualcosa che non aveva mai sperimentato prima: l'interesse che gli stava nascendo verso quel ragazzo dallo sguardo color speranza e il sorriso genuino. Ne era spaventato? Forse un po'.

*

- Allora... gli hai parlato? - gli sussurrò Uraraka, nascondendosi dietro la testa dello studente che era seduto davanti a lei per non farsi beccare dal professore che, in sottofondo, stava spiegando.

- Sì... anche se lui è un tipo di poche parole...

- Hai scoperto se è gay?

Izuku alzò gli occhi al cielo. - No, credo non gli interessino le relazioni.

Iida, seduto accanto ad Ochaco, li guardò male. - Volete piantarla di mormorare? Sto cercando di seguire!

I due sbuffarono, ma furono costretti a rimandare la conversazione ad un altro momento per non disturbare chi aveva intenzione di concentrarsi e prendere appunti.

Le lezioni finirono a pomeriggio ormai inoltrato e il bus per tornare a casa passò con ben 20 minuti di ritardo. Izuku poteva scorgere Kacchan imprecare mentre, non molto distante da lui, lo aspettava insieme a Kirishima.

Izuku salì sul pullman e si scelse il posto più lontano e solitario. Peccato che Bakugou avesse in mente qualcos'altro: disse qualcosa al suo amico dai capelli rossi e poi si diresse verso di lui. Occupò con prepotenza e senza chiederne il permesso il posto vuoto al suo fianco.

Si guardarono. Izuku non tremava alla sua presenza, non più. Una volta quegli occhi scarlatti gli avrebbero messo paura, ma ora riusciva ad essere calmo e controllato anche con quella furia vicino.

Le dita di Bakugou gli afferrarono il mento. Non erano delicate, non lo erano mai state, neanche ai tempi in cui si erano amati. Il suo viso gli si avvicinò troppo, come se avesse voluto baciarlo. Ma non lo fece.

- Sei diverso- disse semplicemente.

Non aggiunse altro e se ne andò così com'era arrivato, lasciando Midoriya confuso e con lo stomaco in subbuglio. Nonostante fosse passato molto tempo, quel ragazzo era ancora capace di provocargli dentro reazioni contrastanti e totalmente irrazionali.

Scosse il capo nel vano tentativo di cacciar via dai suoi pensieri Katsuki. Non ci riuscì e anzi dovette far i conti con la marea di ricordi che presero a venir a galla.

Cosa intendesse con quel "sei diverso" Izuku lo sapeva bene: non era più il ragazzino maldestro e timido che gli correva dietro da quando erano bambini. La loro storia l'aveva segnato nel profondo e la rottura l'aveva inevitabilmente cambiato. Era più forte, capace di reggere il confronto con Kacchan a testa alta.

E poi erano cambiati anche i suoi sentimenti: se prima credeva che l'avrebbe amato per sempre, nonostante non stessero più insieme, ora quell'amore si era mutato in rancore per com'era andata e per ciò che c'era stato.

*

Costellazioni - Tododeku [IN REVISIONE] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora