16. I had all and then most of you, some and now none of you.

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Ancora una volta, Amber si ritrovava da sola ad una festa che le aveva proposto Richard. Lui che avrebbe dovuto essere al suo fianco, non c'era, aveva preferito preoccuparsi di altre faccende, come tenere Rebecca lontana, senza rendersi conto che stava ottenendo l'effetto contrario.

Amber sospirò con in mano quel bicchiere ormai colmo di ghiaccio mentre osservava la folla urlante muoversi al piano di sotto.

Com'era potuto succedere che una come lei, per l'ennesima volta, fosse succube di un ragazzo qualunque?

Come aveva fatto a credere che abbandonarsi totalmente a lui sarebbe stata la scelta migliore?

Chiuse gli occhi e continuò a respirare profondamente.

Tutto il suo mondo aveva smesso di muoversi per qualche istante e, per qualche strana ragione, era come se sentisse di essere ritornata indietro nel tempo, in quel terribile momento in cui nulla sembrava avere senso, in quei giorni in cui Jacques era venuto a mancare.

Sentiva che anche lì in quella discoteca aveva perso una parte del suo cuore con l'assenza di Richard.

Aveva provato a parlargliene più volte, ma lui aveva detto che non c'erano problemi, che era solo una sua impressione... ma perché si era illusa che il suo ragazzo avesse detto davvero la verità?

Cosa stava succedendo?

- Succede che va tutto a pezzi - disse all'improvviso una voce confusa proprio accanto a lei.

Amber aprì gli occhi di colpo e inaspettatamente vide accanto a sé Cassie, con un'aria tutt'altro che spavalda e allegra.

Aveva occhi stanchi e rossi, come quelli di chi aveva appena finito di piangere; capelli spettinati e delle labbra tristi, il corpo che si reggeva in piedi quasi per miracolo; in una mano stringeva una bottiglia di birra, qualcosa che non si armonizzava per nulla con quel suo carattere docile e mansueto che l'aveva sempre contraddistinta.

Ma, già... lei non era più la sua migliore amica.

Amber fece finta di non averla neanche vista, anche se sentiva una forte stretta al cuore: vedere una delle persone più importanti della sua vita, essere tanto tristi, le faceva venir voglia di abbandonare tutto il suo orgoglio ed abbracciarla, confortarla in qualche modo.

Cassie con lei lo aveva sempre fatto nei momenti bui, proprio come aveva fatto Evelyn... eppure poi aveva deciso di tagliare i rapporti.

Ma poi? Poi cos'era successo? Cosa aveva ridotto Cassie a diventare polvere? Cosa l'aveva spinta a sembrare così desolata e disperata?

C'erano tante domande a cui avrebbe voluto rispondere, ma non poteva permetterselo in quell'occasione. Avrebbe tanto voluto chiederle perché fosse finita in quello strano disegno di vendetta e odio nei suoi confronti, ma forse nemmeno Cassie le avrebbe potuto dare un motivo preciso.

- Lo so che anche tu ti senti sola come me - si fece sentire ancora una volta Cassie bevendo un sorso dalla sua bottiglia e appoggiandosi a quella piccola ringhiera per osservare gli eventi del piano di sotto.

Tutti sembravano così felici, tutti si divertivano, eppure lei era andata di sopra, nell'ala delle ragazze popolari e sole, nell'ala di Amber e Dafne, le stesse persone che aveva tentato di emulare più e più volte.

- Cosa stai facendo qui, Cassie? - chiese fredda Amber senza volgere mai gli occhi verso di lei.

Cassie non era più la persona che aveva conosciuto e le riusciva impossibile guardarla, senza chiedersi se stesse parlando con la Cassie Sprouse che ricordava o con la brutta copia di Rebecca.

Cos'era diventata?

- Sto cercando di distruggermi prima che lo facciano gli altri - rispose solennemente Cassie, mentre i suoi occhi si riempivano di lacrime.

- Non hai nulla da temere con la tua amica Rebecca - disse crudelmente Amber, senza badare allo stato di Cassie, ma ascoltando solo la rabbia che aveva dentro per ogni cosa che le era andata male.

Si sentiva come un vulcano in eruzione.

Aveva dentro così tanti sentimenti negativi, che non riusciva a trattenerli proprio nel momento in cui l'occasione, per vendicarsi, le veniva porta su un piatto d'argento.

- Rebecca non è mai stata mia amica - sussurró Cassie tirando su col naso e ostinandosi a non volerla guardare.

- Mi sa di cosa così assurda e falsa che mi viene davvero difficile crederti - infierì la giovane ancora bramosa di vendetta.

Continuava ad attaccarla senza alcuna pietà, ma la cosa più sconcertante era che lo stesse facendo senza motivo.

Amber non aveva minimamente pensato alla faccenda di Rebecca, non le dava neanche più fastidio pensare a tutta quella vicenda... eppure, vedendo Cassie in quelle condizioni, poteva solo restituirle il male che aveva ricevuto.

A parlare non era soltanto quel senso di abbandono e tristezza che l'avevano sconvolta quando Evelyn e Cassie si erano allontanate, piuttosto si aggiungeva la rabbia per la comparsa improvvisa e inutile di sua madre per mezzo di un invito al suo secondo matrimonio, lo sconforto nel non riuscire a reagire con serenità a ogni evenienza, la tristezza nel pensare che anche Richard, l'ultima persona in cui aveva davvero riposto fiducia, la stava deludendo costantemente.

Erano tutte quelle sensazioni a parlare al suo posto e non riusciva a tacere.

- Farei lo stesso anch'io, se fossi al tuo posto - acconsentì con fare rassegnato Cassie, quella volta provando a spostare leggermente lo sguardo verso Amber.

Riuscì a sostenere quegli occhi gelidi e ostili nei suoi confronti, rendendosi pienamente conto che davvero le cose erano cambiate.

Amber non appariva più come quella ragazza sicura e menefreghista: sembrava dipendere da qualcosa se non addirittura da qualcuno.

Cassie, al contrario, nonostante l'aspetto decisamente migliorato, era sempre la stessa ragazza in fuga da se stessa e alla ricerca dell'approvazione altrui in qualsiasi cosa.

- Cos'è andato storto stavolta? - chiese la giovane alzando gli occhi al cielo e con una punta di sarcasmo.

- Noah mi ha lasciata - disse con un sospiro profondo Cassie mentre alcune lacrime le bagnavano il viso - Mi ha lasciata perché sono diventata come te e Dafne, ma in maniera peggiore... - rifletté con un fil di voce, quasi vergognandosi di quanto stesse dicendo.

Cassie era sempre stata vittima di quei complessi di inferiorità e aveva utilizzato come dei probabili modelli di ispirazione, le uniche due ragazze che nessuna riusciva ad eguagliare.

Non aveva fatto i conti però con la realtà che l'aveva sempre circondata.

- Non capisco cosa c'entri Rebecca... - commentò Amber senza infierire.

Non era più amica di Cassie, ma sapeva quanto le facesse male dover dire che era diventata qualcuno che aveva sempre odiato, che si era allontanata volutamente da lei solo per poterla imitare in qualche modo.

- Ha fatto sesso con Noah - disse la ragazza cominciando a singhiozzare rumorosamente e piangendo amare lacrime.

Nessun'altra parola.

Amber la abbracciò.

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