6. Don't go baby, baby don't go.

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Martedì 21 Giugno 2016

Richard era arrivato molto prima a casa di Tiffany, in modo da poter parlare con Simon. Aveva dovuto inventare una scusa banale per Amber, del tipo che avrebbe dovuto accompagnare prima la madre da qualche parte: poi era corso immediatamente in quella casa: Simon poteva essere l'unica sua salvezza, e per fortuna, al suo arrivo, neppure Tiffany era in casa.

Un rischio in meno di essere scoperto da Amber.

Ovviamente ad aprirgli era stato Simon, completamente bagnato e con un asciugamano avvolto attorno alla vita. Aveva imprecato, visto che Richard si era attaccato a quel campanello insistentemente e, rimproverandolo, lo aveva fatto entrare: - Cristo Rich, che ti salta in mente? Ero sotto la doccia! E sei perfino in anticipo! - disse chiudendo la porta e passandosi una mano fra i capelli gocciolanti - Neppure mia sorella è tornata dalla sua colazione!

- Son venuto prima di proposito, Simon - disse solennemente il ragazzo mettendosi a sedere sul divano - Ho bisogno di parlare con te.

- Oh... - disse Simon intontito e guardandolo perplesso - Ed Amber dove...? - fece per dire il giovane sapendo che quei due erano sempre insieme e non si nascondevano nulla.

- Lei non deve saperlo. - lo interruppe immediatamente il giovane puntando i suoi occhi azzurri in tempesta su di lui. Voleva fargli intendere che non era il caso di dilungarsi troppo in quegli inutili dettagli e che aveva bisogno della sua fedeltà.

- Dieci minuti e saró da te - ribatté prontamente Simon, capendo all'istante cosa Richard volesse intendere, mentre si dirigeva al piano di sopra.

Furono dieci minuti esatti, eppure il giovane in attesa, credeva non finissero mai.

Probabilmente quella faccenda da niente lo stava turbando molto più del dovuto. Ma pensare che qualcuno potesse fare nuovamente del male ad Amber lo mandava in crisi. Forse poteva risultare maniacale nei confronti di quella ragazza, ma... diamine! Amber era la sua ragazza, e lui la amava alla follia.

- Allora, dimmi tutto! - disse Simon piombando sul divano accanto a lui accendendo una sigaretta - E ti conviene sbrigarti, visto che presto arriveranno la tua ragazza insieme a Dafne e, immagino, anche mia sorella - e inarcò le sopracciglia mentre posava nuovamente il cellulare in tasca.

- Si tratta di quella Rebecca del cazzo - disse immediatamente Richard.

- Possibile che una ragazzina spocchiosa del genere, possa creare tanti problemi? - chiese ridendo Simon.

Effettivamente Simon non aveva tutti i torti: Rebecca era solo una diciassettenne con manie di protagonismo, che però con i suoi capricci riusciva ad ottenere ciò che voleva e, soprattutto, portare scompiglio nella vita di coloro che non sopportava.

- Sì e avresti dovuto capirlo già dalla lite della volta scorsa - lo incalzò Richard.

- Quale lite?

- Tua sorella non te ne ha parlato? - chiese Richard confuso.

- Beh, a quanto pare no - disse il giovane mettendosi composto per poter ascoltare meglio ciò che Richard aveva da dire - Ma dimmi pure, hai tutta la mia attenzione adesso.

- A quella festa le tre dell'Ave Maria - cominciò a raccontare il ragazzo alludendo in maniera simpatica ad Amber, Tiffany e Dafne - hanno avuto una lite con Rebecca e compagnia bella. Hanno combinato un macello e siamo dovuti intervenire con Quince! Fortunatamente giusto in tempo, prima che arrivassero i bodyguard.

- È stato davvero così grave? - chiese Simon che, comunque, non sembrava essere particolarmente colpito - Insomma sapevo che mia sorella ci andava giù pesante, ma non a questi livelli.

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