Quanto spesso accade che nel momento in cui si invia un messaggio, il pentimento arriva in maniera immediata?
Quante volte si vorrebbe che quelle maledette dita si bloccassero mentre digitiamo furiosamente quel messaggio?
Dafne avrebbe avuto milioni di risposte a tali domande, perché lei era una di quelle ragazze che si malediva spesso quando sentiva di aver fatto un gesto che non spettava a lei.
Si era maledetta quando aveva chiamato sempre lei Richard, ogni volta che litigavano durante il loro periodo di scopamicizia. Si era maledetta quando aveva scritto a Quince ogni fottuta volta che sentiva la stesse lasciando per chissà quale altra troietta.
Si stava maledicendo in quel momento che aveva confessato a Simon quali fossero i suoi veri sentimenti, che aveva rivelato quanto fosse fragile e quanto fosse bugiarda nel fingere tutti i giorni di star bene da sola e di non aver bisogno di nessun'altro all'in fuori di se stessa.
in quel semplice "Mi manchi" c'aveva allegato anche tutto il suo cuore e si sentiva a pezzi nell'aver lasciato nelle mani di qualcuno certe informazioni. Anche se si trattava di Simon. Anche se sapeva che lui non avrebbe mai potuto farle del male.
Ma era proprio quando si era follemente innamorati che si era disposti a correre certi rischi.
Dafne era meravigliosamente innamorata di Simon ed era una delle sensazioni migliori del mondo, ma sapere che proprio lui, stesse frequentando un altro, la faceva impazzire.
Era sul palmo della mano di Simon: poteva starci comodamente seduta o poteva essere stritolata da un momento all'altro.
Cosa le stava succedendo?
Non riusciva a pensare ad altro, infatti, non si accorse nemmeno di star stringendo il cuscino rosa di Tiffany fra le braccia con aria malinconica.
- Pronto? Terra chiama Dafne? Ci sei o ci fai? - chiese ad un tratto Tiffany con il suo solito tono da ragazza sempre super entusiasta.
- Si, scusa - disse la ragazza pensierosa sospirando e ritornando alla realtà.
Quella doveva essere una delle loro tranquille serate fra amiche a mangiare popcorn, guardare film e farsi le unghie, e lei invece la stava passando nel peggiore dei modi.
- Scusa un corno! - disse la giovane infilandosi una manciata di popcorn in bocca e senza neanche arrabbiarsi più di tanto - Che ti sta succedendo Daf? Insomma, sei assente. Proprio in un altro pianeta - aggiunse la giovane, come se per lei fosse del tutto normale parlare di problemi con Dafne durante le loro serate speciali e senza preoccupazioni - E non sopporto dover parlare a vuoto con una persona che neanche mi da retta. Quindi mi dici che cosa sta succedendo?
- Non lo so, Tif... - disse la giovane esitando per qualche istante.
Tiffany non sapeva a fondo come fossero andate le cose fra lei e suo fratello, era rimasta al loro ultimo incontro a Beverly Hills prima che si trasferissero a Chicago e non era stato certamente uno dei migliori: Dafne aveva rifiutato Simon per stare insieme a Quince e Tiffany lo sapeva benissimo.
Con quale coraggio avrebbe potuto dirle di essere innamorata di Simon?
Con quale forza le avrebbe ammesso di essere stata una totale idiota a non accettare Simon fin dall'inizio?
Non aveva nessuna di quelle due componenti per confessare alla sua amica quanto desiderasse che le cose tornassero come prima e che lei fosse ancora la stessa ragazza di qualche anno fa per potersi concedere totalmente a Simon.
Se solo avesse potuto cambiare le cose.
- Si che lo sai - riprese la ragazza ostinata - Lo sai e lo so anch'io, ormai, tesoro. Non sono così fessa come appaio - aggiunse infine alzandosi, facendo spallucce e portando le bottiglie di coca-cola vuote in cucina.
- Che vuoi dire? - chiese Dafne allarmata tentando di seguirla.
- Che so perfettamente che stai così per via di Simon - disse senza troppi giri di parole Tiffany e guardandola dritta negli occhi mentre si appoggiava al bancone della cucina.
Dafne non avrebbe saputo decifrare la sua espressione.
Forse, non voleva neanche provarci: si sentiva maledettamente in colpa per quel che aveva fatto a Simon, per quel che avrebbe fatto a Tiffany.
- Tif, io... - provò a giustificarsi Dafne, ma l'amica la interruppe dicendo: - So tutto, Daf. So di te e Quince. So di Richard e te. So anche di te e mio fratello.
- Mi spiace - riuscì a dire Dafne abbassando lo sguardo, come se si sentisse in dovere di giustificare il suo comportamento, come se dovesse a tutti i costi spiegare a qualcuno perché avesse deciso di scegliere una cosa e non un'altra.
Tutto era sempre così difficile per lei. Tutti stavano diventando difficili per lei.
- Per cosa? - chiese Tiffany avvicinandosi a lei.
- Per tutti i casini che ho combinato - disse Dafne con le lacrime agli occhi - Per aver ferito Simon scegliendo Quince. Per aver perso la testa con Richard e aver tentato di allontanarlo da Amber. Per essermi resa conto troppo tardi di aver fatto le scelte sbagliate sempre. - concluse asciugando rabbiosamente le lacrime che non era riuscita a trattenere.
- Daf - disse l'amica dispiaciuta avvicinandosi a lei per poterla abbracciare - Io non voglio giudicarti in nessuno modo...
- Sono una persona orribile - riuscì a dire Dafne abbandonandosi completamente a quell'abbraccio.
Non aveva più la forza di lottare.
- Sei una delle persone più forti che conosca - la consoló ancora Dafne con quel suo fare rassicurante - delle scelte sbagliate non condizioneranno mai nostra amicizia, nè tutte le belle cose che penso di te.
- Io non voglio perdervi... non voglio perdere tuo fratello - si sfogó finalmente Dafne nonostante stesse tentando di frenare le lacrime, ma tutto era fin troppo forte.
- Neanch'io voglio perderti, Daf.
Le due si voltarono esterrefatte verso la porta della cucina e videro Simon: era appena arrivato dalla cena con Rebecca.
- Non ho mai pensato a nessun'altra se non a te. - aggiunse avvicinandosi a lei, la quale tremava come una foglia per l'emozione.
"Vi lascio soli" mimó con le labbra Tiffany, mentre sorridente scivolava via per poterli lasciare soli: nessuno dei due lo immaginava, ma lei aveva sempre fatto il tifo per la loro coppia. Tiffany d'altronde era capace di percepire certe cose, riusciva a sentire la positività che circondava due persone e Dafne e Simon avevano sempre avuto quell'aura magica attorno quando stavano insieme.
- E Rebecca? Che fine ha fatto? - chiese lei tirando su col naso e tentando di calmarsi in qualche modo.
- Non ci darà più fastidio - disse lui avvicinandosi e prendendole le mani per poterle stringere alle sue.
Era qualcosa di sublime vedere le loro mani insieme dopo tanto tempo: la carne bianca di Dafne che stringeva quella macchiata d'inchiostro di Simon.
Bianco e nero. Ying e yang. Il giorno e la notte che si riuscivano a congiungere.
- Mi spiace per tutto quello che ti ho fatto - cominció a dire Dafne.
- Non voglio sentire nessuna delle tue scuse - la interruppe il giovane insolitamente felice - Voglio solo che mi baci e che, questa volta, giuri di rimanere con me per sempre - e prendendola per il bacino la avvicinó di più a sè, godendo della sensazione di poter avere fra le mani la ragazza che aveva sempre sognato.
Dafne non era stata una semplice infatuazione, Dafne era quella giusta. Lo aveva capito al primo sguardo e se il suo fosse stato un sì, Simon sarebbe stato il ragazzo più fortunato e felice dell'universo.
La giovane non potè rifiutare una proposta del genere.
Rise di cuore mentre altre lacrime, anche se di gioia, le rigavano il viso. Poi, fece la sua scelta, la scelta giusta e alzandosi in punta di piedi concesse a Simon quello che nessun altro ragazzo avrebbe mai potuto avere: il suo amore.
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Fireworks
Ficção AdolescenteSEQUEL EXPLOSION "continui ad essere tu il mio primo pensiero la mattina" Richard Parker ed Amber Stonem sono ormai un'unica realtà, ma non sanno che il pericolo è sempre in agguato. Ciascun personaggio si ritrova a dover affrontare qualcosa, a rovi...