"Ti avevo dipinto il viso come si dipingono i paesaggi più belli, donandoti i colori che non riuscivi a vedere con i tuoi occhi spenti e tristi, grigi come un mattino di nebbia„
» Seokjin è un pittore e ha perso l'unico dipinto a cui abbia mai tenut...
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A che cosa stavi pensando, Namjoon? Perché rimanevi lì immobile a guardarmi senza dire una parola, lasciandomi nell'ombra del dubbio?
Non riuscivo a distogliere lo sguardo dal tuo, nonostante le mie iridi stessero bruciando; semplicemente non potevo. Avevo paura di perderti di nuovo. Avevo paura che se ti avessi perso di vista anche per un solo istante, saresti scomparso come un lontano ricordo.
Sembravi quasi il soggetto di una cartolina: tu, immobile, davanti alle case, in mezzo alla strada lastricata. Il cielo colorava tutto di un azzurro chiaro tendente al grigio.
Poi ti avvicinasti lentamente e il tuo sguardo, mentre avanzavi un passo dopo l'altro, tornava ad abbassarsi sui tuoi piedi e sulla strada.
Guardavi il mio dipinto con gli occhi leggermente socchiusi, le labbra arrossate dal freddo. Non riuscivo a decifrare la tua espressione: eri felice? Arrabbiato? Deluso? Sorpreso? Ti eri avvicinato per aver visto me o il tuo viso sulla tela, o entrambe le cose?
Nonostante fossimo così vicini, mi sentivo così lontano da te. C'era una barriera a separarci; facevamo parte di due universi ormai, ed io volevo ricongiungerli per quanto difficile si sarebbe rivelato.
Avvicinasti una mano alla tela in un movimento impercettibile e esitasti per qualche secondo prima di accarezzarne delicatamente la superficie.
Non riuscivo a comprendere la situazione, ma non aveva importanza perché improvvisamente ti eri girato e avevi iniziato a camminare velocemente nella direzione opposta.
Stavi scappando da me, Namjoon? Ero così egoista, ma ero anche abbastanza cosciente da sapere che ti rivolevo nella mia vita. Presi coraggio, mi alzai dallo sgabello e ti seguii correndo.
Quando ti raggiunsi, allungai la mano e afferrai il tuo braccio coperto dalla giacca pesante, facendoti voltare verso di me.
Il tempo sembrava essersi fermato. Ci guardavamo negli occhi senza dire una parola, le labbra socchiuse, i nostri respiri che rilasciavano vapore nell'aria a causa del freddo. Il mio braccio era ancora ancorato saldamente al tuo. Ti avevo guardato negli occhi e visto il vuoto. Che cosa avevi passato durante gli anni della mia lunga e ingiustificata assenza? Perché eri così dannatamente grigio, Namjoon? Forse anche tu ti sentivi un albero spoglio delle sue foglie senza di me. Anche le tue certezze e i tuoi sorrisi erano caduti a terra come foglie morte?
«Ti prego, ricominciamo. Lasciami solo un'altra possibilità.»
La pioggia cadeva leggera e ti bagnava le ciglia mentre abbassavi lo sguardo, intento a soppesare il valore delle mie parole.
Non ti fidavi più di me, Namjoon, e io ti capivo pienamente, ma tutti dovrebbero avere una seconda possibilità. Non condannarmi all'inferno, non condannarmi ad una vita senza di te.