[Hunger Games] S.O.S. Hawthorne

929 32 27
                                    

Premessa. Questa storia è ambientata a quattro o cinque anni di distanza dall’epilogo de “Il Canto della Rivolta. Gale è tornato a vivere nel Distretto 12 da quasi un anno assieme a suo figlio, Joel, e a Johanna Mason, che vive con loro da circa otto anni.  Joel è il figlioletto di Gale, avuto da una relazione di breve durata con un’altra donna. Rory, Vick e Posy sono ormai adulti e hanno unafamiglia loro. In questa storia faranno comparsa alcuni dei loro figlioletti, assieme a Joel e ai due bambini di Katniss e Peeta (Haley e Rowan). Allego qui lo specchietto con i nomi dei vari bambini, in relazione alla foto allegata:

Prima fila (a sinistra): Joel (figlio di Gale); Haley (figlia di Katniss e Peeta); Prim (primogenita di Rory); June (primogenita di Vick).

Seconda fila (a destra): Rowan (secondogenito di Katniss e Peeta); Adam & Noel (gemelli – secondogeniti di Vick); Evan (secondogenito di Rory).

S.O.S. tata Hawthorne

Cronache di due baby-sitters (mica tanto) provetti.

Johanna sbuffò infastidita e diede un calcio a un mattoncino di lego, stringendosi nelle braccia. Diverse paia di occhietti infantili le rivolsero un’occhiata incuriosita, alimentando il suo nervosismo: rincasando dopo essere andata a riprendere Joel a scuola si era trovata la casa infestata da sette mostriciattoli chiassosi, quasi tutti appartenenti al clan degli Hawthorne:  tutto ci che aveva voglia di fare in quel momento era prendere da parte il suo ragazzo e schiaffeggiarlo.

“È solo per un paio d’ore” aveva mormorato Gale in risposta alle sue proteste qualche minuto prima, prima di salire a controllare il bambino più piccolo, che stava dormendo in camera di Joel. Johanna a quella parole aveva imprecato ad alta voce, per nulla frenata dalla presenza dei bambini. Un paio d’ore le sembravano anche troppe perché potesse superare la giornata senza risentirne  mentalmente, visti i soggetti con cui  avrebbero avuto a che fare. Fece scorrere lo sguardo per la stanza, esaminando ogni bambino. Individuò Joel appollaiato su una sedia di fianco allo stereo, con il pollice e l’indice occupati a mandare avanti e indietro la rotellina del volume. Di fronte a lui sua cugina June e la primogenita di casa Mellark, Haley, sembravano impegnate in una sorta di macarena che si arrestava bruscamente ogni volta che la musica veniva interrotta da Joel. Se il ragazzino cambiava canzone all’improvviso, le due compagne di gioco ridacchiavano e inventavano nuovi passi di danza. Agli occhi di Johanna i tre bambini non avrebbero potuto escogitare modo più stupido per passare il tempo, ma il sorriso allegro e le risate di Joel la convinsero a tenere per sé il pensiero di quanto risultassero ridicole le due femminucce intente a saltellare per la stanza starnazzando come due ochette.

Si voltò poi in direzione di uno dei gemelli, che stava facendo un baccano incredibile, rovistando fra mucchi di pezzi di lego sparsi per il soggiorno e pestandone altrettanti. Noel e Adam, che avevano tre anni e mezzo, erano i fratelli minori di June e la loro iperattività irritava Johanna come ben poche altre cose erano in grado di fare. Non riusciva ancora a capacitarsi di come un ragazzo tranquillo come VickHawthorne avesse potuto generare due simili demonietti.

Infine, vicino ad Adam e alla sua torre di costruzioni, Rowan – il fratello minore di Haley – stava colorando con espressione concentrata, disteso sul pavimento a pancia in giù. La sua placidità sembrava quasi innaturale, se messa a confronto con i continui movimenti e le urla degli altri bambini. Johanna aggrottò le sopracciglia, contando mentalmente i presenti: mancavano tre ragazzini all’appello. Uno era in cucina a combinare nonsapevacosa rinchiuso nella credenza, e il più piccolo stava dormendo, ma non sapeva dove si trovasse la terza marmocchia. Gale sciolse le sue perplessità facendo ingresso in soggiorno con un bambino piccolo in braccio e un’altra nipote per mano.Evan, il più piccolo dei cuginetti Hawthorne, doveva essersi appena svegliato dal riposino pomeridiano, perché aveva i capelli arruffati sul davanti e gli occhi assonnati. Sua sorella Prim stava raccontando qualcosa allo zio, ma la sue voce timida non era facilmente distiguibileattraverso il frastuono generato dagli altri ragazzini.

[Hunger Games] S.O.S. HawthorneDove le storie prendono vita. Scoprilo ora