capitolo 4. Rivelazioni

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il suo nome è Antonie Marie Leveau!

Non potei crederci. Io, una strega? Come poteva dire il vero?

Quelle furono le domande che mi posi dopo quelle rivelazioni.

Con quelle parole tutte le mie certezze, le mie convinzioni, il mio mondo, crollarono e vennero sostituite da dubbi.

Come potevo non ricordarmi chi ero e, soprattutto, della mia famiglia?

Dovetti stendermi per riprendere fiato. Fui sconcertata. Sabine, si posizionò al mio fianco per farmi restare calma. In fondo, a detta sua essere una strega non era poi così spiacevole.

Chiesi alla donna di farmi parlare con la veggente, in quanto volevo sapere di più della mia storia. 

Quella stessa notte, Sabine e io la andammo a trovare di nuovo.

Prima di incontrarla, fui alquanto spaventata. Avevo sempre immaginato le veggenti come delle vecchie signore senza occhi e piene di verruche che abitavano in una capanna nel bosco, ma appena la vidi mi ricredetti. Era una graziosa signora sui sessant'anni, capelli grigi fumo e occhi color nocciola. Aveva una voce dolce e rassicurante e viveva in una discreta casetta, vicino a un grande albero di noce. 

Non avrei mai potuto dimenticare le sue parole.

Antonie Marie Leveau, è un piacere fare la tua conoscenza. Ho visto molto di te e della tua vita! Vedi, noi veggenti non solo riusciamo a vedere e prevedere il futuro, ma siamo anche a conoscenza del passato. E il tuo, mia cara, è molto più turbolento di quanto immagini. Ti rivelerò tutto ciò che vorrai sapere.

Le chiesi di raccontarmi tutta la storia, dal principio, a partire dai miei genitori.

Tuo padre, Antoine, stregone della congrega della luna e tua madre, Marie, strega vudù si conobbero all'età di diciannove anni, quando durante la lotta per la supremazia delle congreghe erano l'unica speranza per i rispettivi gruppi. Ascesero entrambi la notte in cui fosti concepita e, con il potere concessogli, la gravidanza di tua madre fu accelerata e considerata un segno che pose fine alla lotta fra streghe. Sei stata un miracolo ancor prima di essere partorita. Crescendo, iniziasti a manifestare i primi poteri ereditati dai tuoi genitori. Non appena compiesti sette anni dovettero mandarti via, cancellandoti i ricordi e occultando i tuoi poteri a causa della minaccia dei cacciatori di streghe. Purtroppo, loro non sono sopravvissuti.

Avevo creduto di essere stata abbandonata da piccola, ma in quel momento mi ritrovai a scoprire di essere non solo una strega, ma il frutto di due esponenti delle più potenti congreghe conosciute. Fu assurdo.

Sabine, vedendomi così sconvolta, mi portò a casa. Mi aiutò a coricarmi sul letto e rimase al mio fianco fin quando non mi addormentai.

Quella notte feci un sogno strano, come se fosse misto a un ricordo: vidi una bambina giocare con delle piume; le faceva sollevare da terra e si divertiva a saltare per prenderle. Mi sembrò così familiare.

Il mattino seguente mi svegliai con la figura di quella fanciulla nella testa e, dentro di me, seppi di essere io.

Non avevo mai fatto caso a quella sensazione, quando senti di non appartenere alla tua vita, come se ci fosse qualcosa che ti è stato negato.

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