È da dieci minuti che aspetto lo suono fastidioso della sveglia. Decido di vedere se il telefono sia ancora carico, visto che lo uso come sveglia. E nel caso fosse spento, sarei nella merda, visto che la percentuale di probabilità che sia passata la sveglia già da mezz'ora, è alta. Apro un'occhio per vedere dove è posizionato e allungo la mano per prenderlo dal comodino color bianco panna.
Che bianco non è più, visto che il mio gatto lo lecca come se fosse una figa.
A pensarci bene, fa' tante cose assurde. Tipo mangia plastica, si lecca il... non entro nei dettagli.
C'è stato un periodo in cui cercava di correre su per le scale, ma falliva ogni volta che superava i primi due gradini. La cosa buffa è quando arrivava al piano superiore, scendeva cercando in tutti i modi di non rotolare giù per le scale.Ma c'ero io da dietro che lo spingevo.
Avevo anche un criceto. Si chiamava Squirt. Un giorno lo dimenticai in giardino. Passo la notte al freddo di quell'inverno natalizio e la mattina dopo, lo ritrovammo rannicchiato privo di vita, davanti alla portafinestra della cucina. Pray for Squirt.
Afferro il telefono e mi alzo, appoggiando la schiena alla tastiera del letto. Sbadiglio mentre lo accendo e perdo un battito. Sono le 7:45 e io mi devo muovere. Salto giù dal letto e cerco le pantafole, con lo sguardo per terra. Ricordo di averle lasciate sotto al letto o vicino al... Ma chi sto prendendo per il culo?
Corro verso il bagno, che si trova all'interno della mia stanza, cercando di non dare importanza al freddo che mi sta ghiacciando i piedi e apro la porta. Apro il rubinetto e mi lavo la faccia. Tocco con la mano umida la palpebra dell'occhio, trovandola appiccicosa e mi maledico mentalmente di non essermi struccata la notte prima.
Fisso il mio viso pallido con gli occhi puntati sullo specchio. Ho un aspetto orribile. Le occhiaie che fanno spazio sotto alle ciglia e un piccolo brufolo sulla fronte.
Sfiderei chiunque ad essere di un aspetto accettabile di prima mattina.
Rientro in stanza e apro l'armadio, cercando dei semplici jeans e una felpa nera. Tolgo il mio amato pigiama di Spongebob (dopo questo si capisce la mia età mentale), cambio l'intimo e mi vesto.Mi complimento mentalmente quando mi accorgo che ieri sera mi ero preparata lo zaino.
Che brava.
Quasi mi commuovo.Lo carico su una spalla e scendo le scale che portano al salotto.
Entro in cucina e vedo mia madre seduta su una sedia intenta a leggere un giornalino e affianco a lei, mia sorella attaccata al telefono. Mia madre alza lo sguardo su di me e sorride lievemente."Ciao mamma" la saluto con un bacio in guancia. Mi fermo ad annusare il buon profumo di cocco che emane la sua testa. È da sniffare per tutto il giorno quello shampoo.
"Dopo mi annusi, che tra poco passa l'autobus..." mi scosta dolcemente con una risata.
Le stavo annusando la testa.
Tutto nella norma.Afferro un biscotto e lo addento come se pativo la fame da giorni.
Saluto tutti e mi avvicino alla scarpiera per prendere le mie amate vans nere, per poi indossare la giacchetta del medesimo colore.Non si nota che amo il colore nero, no...
Esco di casa e corro verso il cancello. Lancio un sguardo in giardino e noto il mio gatto intento a giocare con una pallina di gomma, assieme ad un altro suo simile.
Ha la vita più sociale della mia.
Continuo a camminare veloce verso il cancello e caccio un urlo di frustrazione quando lo trovo chiuso. La pigrizia mi dice di avere solo un'opzione e, testarda come sono, do' retta alla pigrizia. Butto lo zaino dall'altra parte del cancello e faccio lo stesso con la giaccia.
Spero solo che mia madre non mi becchi...
Mi aggiancio al cancello e alzo la gamba. La metto sulla parte opposta della ringhiera e sto per fare la stessa cosa con l'altra gamba, quando sento un CRACK.
**♡**
~SPAZIO AUTRICE~:
Ciao a te, che hai iniziato a leggere questa storia!♡
Comunque vi assicuro: ho presente che ci sono alcuni errori e con il tempo spero tanto che gli sistemerò.
Tanto nessuno leggerà questa cagata dell'autrice AHAHAH. okciaoevaporo.
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brividi.
Romance-L'amore...un sentimento che tutti provano, ma pochi capiscono.- EMILY GHILBERT: Il cuore afflitto non riesce ad ammettere il suicidio di suo padre. Dopo il brutto periodo, riprese la carica di energia per continuare la sua vita, ma una parte di lei...