Capitolo 6

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Mark Benson. Il solito incazzato che si aggira per i corridoi del liceo di Chicago. Sa tutto di tutti (come mia madre, d'altronde), furbo come la volpe e non tra le persone più socievoli della scuola.

Da quando ho messo piede in questa scuola, non fa altro che tormentarmi.
Il motivo? Semplice. Mia sorella era la sua ex fidanzata e lui le ha tolto l'unica cosa a cui teneva molto, cioè la verginità. Il giorno dopo l'ha lasciata, come se fosse il resto di un mozzicone di sigaretta. Di conseguenza, gli ho tirato un calcio sulle palle; per tre mesi non poteva segarsi e tanto meno scopare.

L'avevo minacciato di non sfiorarla ancora e che se fosse capitato, le sue palle le avrei spedite in Inghilterra.

Dovrei essere io quella più infuriata del suo gesto, ma a quanto pare, è lui. Nessuno sa di quello che le ha fatto, apparte io. Se mia madre lo venisse a scoprire, staccherebbe il cazzo a Mark.
Poco volgare, eh?
Non mi piace il fatto che qualcuno tocchi un componente della mia famiglia e tanto meno i miei animali domestici.
Squirt, ti penso.
Simpaticissima come sempre, Ambrogia.
Come mi hai chiamato?!
Ambrogia.
Ma che... Sei senza speranze.
Beh, che c'è? Non c'è nulla di male nel dare il nome al proprio subconscio!
*facepalm*

Sono passati ben tre anni e tra me e Mark, continua a non scorrere buon sangue. Meglio così. Mi vien da sferrargli un pugno sull'osso del naso ogni volta che incrocio la sua faccia da schiaffi.

Mark è più grande di Amanda di due anni. Ad Amanda attraggono i ragazzi più grandi di lei, mentre io, beh... odio certi esemplari di persone con il pene.
Hai detto tutto.
Esatto, Ambrogia.
Se continui, ti faccio fare la stessa fine di Squirt.
Non parlare di Squirt!

Ad ogni modo, mi dispiace molto che la sua prima volta è capitato con il solito play-boy del cazzo.

Non mi piace che le donne vengano trattate così. Ovviamente agli uomini basta conficcare e BOOM! Fatto. Niente di stravagante. Mentre noi dobbbiamo subire il loro membro all'interno del nostr-
Ok, abbiamo capito. Taglia corto.

"Levati, idiota!" sbraita Mark, risvegliandomi dal mio buco di pensieri.

Sbatto le palpebre più volte, come se fossi uscita da uno stato di trance. Mi scosta con forza, senza darmi il tempo di realizzare di essere nel pianeta Terra. Attraversa il cortile e si dirige verso la sua auto.

"Un caffè di prima mattina farebbe la differenza, idiota!" urlo per farmi sentire da quell'essere.

Di rimando, lui continua a camminare verso la sua auto con nonchalance, senza dare peso alle mie parole. Continuo a fissare le sue spalle che si muovono ad ogni passo. Il mio sguardo scende giù fino ad arrivare al suo lato B... E Dio... ha un bel culo per essere un maschio.
Emily!
Senti, Ambrogia, non mi hai pagata l'affitto della mia testa.
Ma che... Come faccio a sopportarti?
Wow, pure io mi pongo la stessa domanda... d'altronde non siamo così diverse...
Mi salvi chi puo'...

"Emy!" urla Alex come una ragazza in preda agli ormoni, attirando la mia attenzione.

Mi volto verso di lui e noto che sta correndo verso la mia direzione come un pazzo, con il mio zainetto in un braccio e nell'altro la mia giacchetta, e i capelli che fanno swish, manco fosse Severus Piton.

"Tieni..." dice con il respiro irregolare.

Afferro le mie cose dalla sue braccia e indosso la giacca, caricando di seguito, la cartella sulle spalle. A volte sa essere veramente gentile.

"Oh, grazie. Come farei senza di te?" domando con una vocina usata spesso per i bambini, e gli pizzico una guancia con il pollice e l'indice.

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