Eccola lì, insieme ad altri 10 ragazzi, ci era riuscita.
Aveva ottenuto il tanto agognato
apprendistato ad una grande istituzione, come l'Arkham Asylum.
Beh, ecco...
era stata una grande istituzione,
ora era diventato un tugurio, ma in ogni caso era un tugurio conosciuto a livello internazionale, avrebbe fatto un figurone sul suo curriculum in futuro, pensava Harleen cercando di essere positiva, mentre varcava quel malandato cancello.
Finestre sbarrate, puzza, vecchi sistemi di sicurezza e squallore ovunque,
Wow.
Come accidenti sperano di tenere rinchiusi dei criminali?
Pensava quasi infastidita, come se non la riguardasse tutto ciò, eppure la riguardava...
E poi successe ciò che meno si aspettava...
Harleen alzò lo sguardo e lo vide,
li guardava con disgusto--tutti i praticanti nel cortile--dalla sua cella, poi però quando guardò lei, fu estasi istantanea.
Sorrise, in maniera perversa qualcuno potrebbe dire, ma a lei non importava.
Cazzo, ora doveva spuntare?
Harleen si morse il labbro inferiore, non può... non si può.
Nel frattempo, ai 10 praticanti si avvicinava un uomo alto, nel fiore dei suoi anni, affascinante, per Harleen però non è un volto sconosciuto.
"Buongiorno a tutti, sono il dottor Peter Maxwell, responsabile dell'equipe di psicologi dell'Arkham Asylum, lieto di conoscervi"
Lo sapevo, è lui.
Ora la sua attenzione non è più per Jerome, ma per l'affascinante medico che poteva essere la sua rovina.
Il giovane medico li scannerizza con gli occhi, sembrava volesse guardare le loro anime, più che la loro presentabilità.
"Vorrei fare dei colloqui privati con ciascuno di voi per conoscervi intimamente, seguitemi."
Harleen si sente morire, e se succedesse qualcosa? E se...non riuscisse a mantenere il controllo?
Scuote la testa, non deve succedere.
Non può succedere.
Dopo i primi 5 colloqui arrivò il suo turno ed era terribilmente spaventata.
Entrò nello studio, si accomodò davanti al giovane medico e cominciò il suo calvario interiore.
"Cosa ci fai qui?"
Harleen sentí la sua voce fredda e distante, non rispose.
"Non ti è bastato ciò che hai fatto a mio fratello? Dovevi venire qui a-"
"Stai zitto, io non ho fatto niente.
Stai zitto, stai zitto."
Peter rise amaramente e fu spietato
"Sei più matta di tutti quelli rinchiusi qua dentro."
Harleen sentì qualcosa, dentro di se, spezzarsi come quella notte... "Non la spunterà con me, Quinzel. Chi lo sa, magari un giorno si staccherà di stare lì ferma a fingere di essere sana" affermò con un tale odio che la lasciò di stucco.
"Non sono io la causa delle sventure capitate a tuo fratello, ti pentirai di ciò che hai detto."
Harleen, non riusciva nemmeno ad esprimersi chiaramente, il loro dialogo si era concluso con dei vaghi sussurri da parte sua, dopodiché si congedarono malamente l'una dall'altro, Harleen se n'era andata sbattendo la porta, lasciando di stucco il praticamente che faceva per entrare.
Deve stare zitto, zitto, zitto...
Per sempre.
........2 giorni più tardi, Robinson Park.
Harvey Bullock quella mattina era particolarmente seccato, si era dovuto alzare alle 5:00 del mattino perché avevano trovato un dannato cadavere sotto una dannata quercia.
La cosa ancora più negativa? Gordon non si era ancora palesato.
"EHI, JIM PORTA IL TUO DANNATO CULO, A LAVORO, SULLA SCENA DEL CRIMINE, O TI PRENDO A CALCI FINO A QUANDO IL PIEDE NON MI SI STACCA DALLA CAVIGLIA. HAI CAPITO?"
Jim era rimasto intontito dalle urla che il collega gli aveva rivolto via telefono, alla fine si era poi deciso a rispondere "Sarò lì tra 5 minuti e non urlare al telefono, Harvey"
"Vedi di darti una mossa che qui c'è un dottorino tanto carino di nome P. Maxwell, come si evince dal suo cartellino, era impiegato ad Arkham é stato stecchito da ben 25 coltellate. Chiunque ce l'avesse con questo bel tipo doveva essere enormemente incazzato per fare un lavoro del genere."
Jim a malincuore dovette abbandonare il suo comodo letto.
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Dark Impulses
FanficSe l'amore può farti impazzire, magari può farti anche rinsavire, all'occorrenza. Harleen lo spera...capirà presto, però, che la pazzia attira solo pazzia e se lei, ancora, del tutto pazza non era, quel limite che si era faticosamente autoimposta, s...