Capitolo 1 Stella d'argento

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'Ve lo ripeto. Tenetevelo nei pantaloni. Chiaro?' Nick Fury aveva ammonito gli Avengers con fare minaccioso. Di  colore, altissimo, calvo, un occhio solo e l'altro coperto da una benda, era sempre rigido e nervoso.

Tony Stark, il miliardario filantropo che vestiva l'armatura di Iron Man, rise un'altra volta.

'Che cosa ridi? ' il nero era nevrotico.

'Chissà da quanto non stai con una donna, per esserti tanto fissato, eh eh! Che sarà mai? Una coniglietta di Playboy?' Stark si era scocciato. Il Direttore aveva voluto che lo accompagnassero a casa di quell'agente che neanche conoscevano, ma loro erano gli Avengers, non dei baby sitter.

'La coniglietta, come la chiami tu, è l'unica persona dell'Agenzia in vita che ha meritato una Stella d'argento. Non ce l'ha nemmeno Rogers'. Guardò Steve, il biondo potenziato centenario che vestiva i panni di Capitan America 'Unica donna. E unica che non l'abbia voluta. Non si è presentata alla cerimonia di consegna, fissata ieri. Per cui, adesso, devo capire che accade e come sta. Come vi ho detto, è la femmina più attraente che conosca e non voglio che questo sia un problema, per voi e per me!' ribadì il Direttore dell'Agenzia di cui facevano parte.

Suonò alla porta della villetta sita a Boston, in un elegante quartiere residenziale.

Nessuna risposta pervenne dall'interno. Premette di nuovo il campanello, molto più a lungo.

Dopo qualche minuto, si aprì l'uscio, appena un po'. Rafflesia fece capolino solo con la testa, lasciando la catenella metallica di sicurezza agganciata.

Clint Barton - ovvero il Falco, talentuoso agente arciere - trattenne il fiato e si immobilizzò come gli altri colleghi. Si era ritrovato davanti un volto bellissimo, incorniciato da capelli neri mossi, corti, il naso alla francese, le labbra carnose e gli occhi più intensi che avesse mai visto di un curioso violetto, tendente all'ametista.

Bruce Banner - il professore nel cui corpo risiedeva l'alter ego verde Hulk - bisbigliò 'Caspita, Stark! Aveva ragione il vecchio ciclope, non tu!'.

La donna aggrottò la fronte. Il Direttore e cinque Avengers! Che scocciatura. Era seccata 'Ho dato le dimissioni dallo S.H.I.E.L.D., Capo' disse, ferma.

'Respinte!' Fury spostò la porta, così forte da rompere il fermo metallico ed entrò, facendo segno ai suoi accompagnatori di seguirlo.

'Non sono presentabile e non sono sola' lo redarguì. Era scalza e indossava una vestaglia di seta e pizzo rosa chiaro, che calzava a mo' di una seconda pelle; il profilo del corpo segnava la stoffa in maniera sensuale.

Steve si sedette sul divano del grande soggiorno, faccia a terra, imbarazzato più che mai. Bruce lo seguì a ruota e Thor - biondo principe asgardiano semidio - si mise accanto al camino, spalle al gruppo. Che modi, Fury, pensò, li aveva messi tutti a disagio compresa la ragazza.

Tony la contemplò per un po', poi fece un giro di casa, curioso. Era arredata con gusto. Tutto sembrava ordinato tranne una miriade di foto sparse sul tavolino da pranzo, di lei e di un uomo, e dei dvd, sparpagliati, a terra vicino la tv. Erano entrambi spesso con l'uniforme dell'Agenzia.

Barton era rimasto accanto al Direttore, limitrofo alla bruna, senza poterle staccare gli occhi di dosso, ipnotizzato.

Udirono una voce maschile provenire dal piano di sopra. 'Bambolina, torna a letto. Non abbiamo nemmeno iniziato'.

'Ho da fare, Capo, meglio che ve ne andiate' era molto nervosa e li invitò gentilmente a lasciare la sua abitazione.

'Chi è? Il tuo boyfriend?' domandò il nero.

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