Capitolo 3 Sempre e solo amici, Clint!

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L'arciere bussò alla porta dell'appartamento dell'amica del cuore; era tardi ma voleva salutarla e sincerarsi che stesse bene. E aveva avuto un'ottima intuizione.

La collega aprì l'uscio di pochissimo, pregandolo 'Vai via, Clint'. La voce era rotta dal pianto, il volto arrossato e aveva un kleenex in mano.

'Non se ne parla!' entrò e l'abbracciò stretta. In quell'attimo percepì che era molto poco vestita, con una maglietta bianca e basta. Forse gli slip, sperò. 'Ho ucciso quattro persone oggi, sono una specie di mostro' singhiozzava sulla sua spalla, disperatamente.

'Sta tranquilla, calmati, andiamo di là!' Barton si tolse la giacca di pelle e la prese per mano, per condurla a letto in camera.

'Bevi!' dal comodino le porse un bicchiere d'acqua. Lei fece un sorso con pochi risultati, perché piangeva ancora più accoratamente, stesa.

Il Falco le si accoccolò accanto e Rafflesia lo avvinghiò, come era già accaduto a casa sua a Boston. L'uomo provò a carezzarla sulla schiena infilando le mani sotto la maglia: l'altra volta aveva funzionato, era un buon metodo. Continuò per qualche minuto, godendo della morbidezza della sua pelle profumata della doccia.

Gli parve leggermente quietata. Le parlò, per rincuorarla 'Hai salvato me e Nat, conta questo, anzi, ti sono grato; se non fosse stato per te, poteva accaderci di tutto, il resto è lavoro, non è personale. Non è facile, comunque io sono qui, per qualsiasi cosa. Tu sei la mia stella d'argento; da quando ti ho conosciuta, illumini la mia vita'  lo disse con la tenerezza infinita che poté metterci e perché era la verità.

Lei alzò il viso, lo fissò con i meravigliosi occhi ametista, e lo baciò sulla guancia, rinfrancata 'Grazie per le tue parole, sei sempre tanto dolce con me'. Clint le tolse dal volto, con le dita, i residui delle lacrime. Provò a fermarsi ma non ce la fece, non resistette all'impulso e appiccicò le labbra a quelle della moretta, con languore: il languore che lo stava facendo bruciare da tempo.

Quella, stupita sulle prime, si trovò a contraccambiarlo, aprendo la bocca all'impeto del Falco. Le era sembrata la cosa più naturale del mondo e la più bella. Seguì un'infinità di baci appassionati, uno appresso l'altro. L'uomo si levò la t-shirt e la liberò della sua, osservando i seni stupendi e sodi e i capezzoli rosei. Erano un vero incanto 'Sembrano delle amarene mature, le voglio assaggiare' li stuzzicò, torcendoli delicatamente con entrambe le mani ed iniziò a succhiarli, fomentato.

'Delle cosa?' domandò la ragazza, ridendo.

'Delle ciliegine, che buone' ribatté, continuando a tormentarla, mentre si apriva la cinta e faceva scendere in basso i pantaloni. Il tessuto dei jeans gli dava quasi dolore, addosso e si sentiva esplodere, nei boxer, ma non voleva affrettare troppo le cose. In fondo erano amici, era tutto inaspettato. Insomma, non era proprio vero perché lui lo aveva desiderato, intensamente; considerò che fosse meglio calmarsi e tornò a dedicarsi alla sua bocca, forse la Tyler non voleva andare oltre, magari le bastava fare una bella pomiciata e basta.

Lo baciava, però, con sempre più foga, cavolo! E lui vaneggiava per l'eccitazione. Sentì la sua manina sulla propria rigidità che lo stimolava da sopra la stoffa della biancheria, in un tocco inebriante.

Le piaceva toccarlo, pensò Rafflesia, non riusciva a smettere. L'odore del Falco, la pelle del Falco...oddio, per non parlare delle mani e della bocca vorace del Falco su di sé, erano un eden sulla terra. Si decise: gli abbassò i pantaloncini di cotone bianco e lo carezzò fra le natiche per eccitarlo ancora, mentre gli si strusciava con l'inguine e lo sollecitò in mezzo alle gambe sempre continuando a baciarlo, ardente. Interrompersi, beh, non se ne parlava proprio.

Era rimasta con le mutandine indosso e Barton voleva ripagare la beatitudine che stava ricevendo. Gliele strappò quasi di dosso. Finalmente il triangolino scuro che aveva adocchiato sotto la doccia, il primo giorno che si erano incontrati, era tutto per lui, l'oggetto di un'inquietudine oramai incontrollabile. Sfiorò il polposo centro del suo piacere, penetrandola pure con le dita nel caldo e umido anfratto da scoprire. La ragazza quasi si contorceva, deliziata sotto le sue mani virili.

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