"La morte non esiste più non parla più
non vende più mio folle amore.
La vita non uccide più i nostri baci
i nostri sogni e le parole.
Il tempo non le imbianca più e non
si seccano a lasciarle stese al sole.
Stringimi le mani, non è niente,
che la guerra passerà."
Charlestown, 17 giugno 1775
Hanno lavorato per gran parte della notte.
Silenziosi, abili, precisi: nel giro di poche ore, al posto di una distesa di mota brulla è sorta una fortificazione quadrata di circa quaranta metri per lato, con tanto di fossati e muri di terra.
Dalla cima della ridotta, alta quasi due metri, Cassian Andor, Capitano delle milizie ribelli, osserva il nero profilo della faggeta stagliarsi nitido contro la bordura perlacea e luminosa dell'orizzonte.
Non manca che qualche istante all'alba.
L'aria è fresca, malgrado la giornata estiva che si appresta a sorgere, e la lieve brezza che proviene dal Mystic River porta con sé un leggero sentore dolciastro, un misto di erba fradicia e fiori di campo prematuramente appassiti.
Gli aghi di pino, di cui è ricoperta l'intera superficie della collina, emanano invece un profumo intenso, pungente, e scrocchiano appena sotto la pressione furtiva di centinaia di suole chiodate.
Più in basso, lo sciabordio del fiume è accompagnato soltanto dal canto armonioso delle allodole, che volteggiano leggiadre sopra i rami degli alberi, incuranti e libere, padrone assolute della penisola, delle sue verdi foreste, dei suoi prati rigogliosi.
Il luogo ideale per una grande battaglia.
- Capitano, crede che il Generale Putman s'infurierà perché abbiamo disobbedito agli ordini?[1] -
La voce del sergente Rook, ufficiale in seconda, è poco più di un sussurro inquieto.
- Dipende dal numero di inglesi che oggi riusciremo a uccidere, Bodhi. -
Le labbra di Cassian si piegano in un ghigno beffardo. - Comunque, tu cerca di non farti ammazzare, così potrai pagare di persona il prezzo per aver agito di testa tua. -- Questo vale anche per lei, Capitano. - Gli occhi del ragazzo, ombreggiati da lunghe ciglia scure, scintillano maliziosi nella penombra; per pochi attimi, la tensione che da giorni ne irrigidisce i tratti del viso sembra svanire, sostituita da un flebile barlume di quella gaiezza - un po' irriverente a volte, e spesso sciocca - tanto cara alla gioventù e agli anni spensierati che ad essa appartengono. Anni che, adesso, ad un soffio dalla morte, non sono altro che un ricordo sbiadito e lontano, per ciascuno di loro, giovani e vecchi, veterani e reclute.
Siamo tutti uguali qui, fra i boschi oscuri di Breed's Hill.
- Ci puoi contare, ragazzino. -
Perché io ho qualcuno da cui tornare.
Jyn.
Jyn dalla bocca imbronciata e lo sguardo fiero. Jyn dal cuore indomito e la testa dura come la pietra. Jyn, dagli splendidi occhi azzurri, perennemente rivolti al cielo. Jyn, che gli ha fatto giurare che sarebbe tornato. Jyn che gli ha stretto forte le mani, la sera prima di partire. Jyn, che non riusciva a lasciarlo andare - non voleva, non poteva.
"Tornerai da me, Cassian. Anche le guerre passano, come ogni cosa. Combatti per ciò che è giusto. Combatti per il nostro sogno. Tieni viva la speranza. Ma, alla fine, torna da me. Torna da me."
- D'accordo, vecchie comari. Smettetela di spettegolare. Gli inglesi stanno arrivando. Ai vostri posti, caricate i fucili. -
Gli ordini del Colonnello Prescott echeggiano limpidi nel forte, simili al vento che irrompe con furia impetuosa entro i confini di una vallata chiusa.
Non c'è più tempo per parlare - non c'è più tempo per pensare.
Cassian raggiunge rapido la sua postazione: il legno della piattaforma, contraendosi piano sotto il suo peso, emette un'intera sinfonia di scricchiolii striduli. Al di là delle massicce travi appuntite, il terreno è sgombro, la linea di tiro pulita.
Il Capitano Andor resta in attesa, il naso accostato al mirino del fucile, le dita agili premute sul grilletto.
Le allodole hanno smesso di cantare.
{Words Count, 595; RebelCaptain AmericanRevolution!AU}
[1] Ho scelto questo particolare momento della Guerra d'Indipendenza Americana perché ha, secondo me, due punticini di contatto con Rogue One: 1) la battaglia di Bunker Hill, anche se si è risolta con la vittoria di Pirro degli Inglesi (che subirono infatti pesantissime perdite), rappresenta il primo momento in cui l'Inghilterra si rende conto che i "ribelli" delle colonie non sono affatto degli sbandati facili da farmare, ma, al contrario, costituiscono una milizia perfettamente in grado di dar del filo da torcere anche ad un esercito ben organizzato come quello inglese. Un po' come la missione Rogue One, che rappresenta il primo vero atto significativo della Ribellione contro l'Impero (ci viene spiegato proprio all'inizio dell'Ep.IV, addirittura nel disclaimer). Mi è sembrata una analogia di un certo peso; 2) durante i preparativi della battaglia, sorsero delle controversie a proprosito del luogo su cui costruire le fortificazioni: inizialmente, il Generale Putnam, il Colonnello Prescott e il loro ingegnere, il capitano Richard Gridley, erano in disaccordo su dove posizionare le difese. Alcune operazioni furono eseguite su Bunker Hill, tuttavia Breed's Hill era più vicina a Boston e sembrava essere più difendibile. Disobbedendo agli ordini, Prescott e i suoi uomini, seguendo le linee guida di Gridley, costruirono le prime ridotte su quest'ultima collina. Se al posto del Capitano Gridley ci fosse stato un certo Capitano Andor, non credo che le cose sarebbero andate in maniera diversa.
Nota:
Buonasera 😊
Ecco il terzo capitolo della raccolta, spero che vi sia piaciuto.
Al prossimo aggiornamento!
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La morte (non esiste più) - RebelCaptain War!AU
FanfictionRaccolta di 6 short-stories War!AU (leggibili quindi come originali), auto conclusive e indipendenti, dedicate a Jyn Erso e Cassian Andor (Rogue One: A Star Wars Story). Sulle note di "La morte (non esiste più)", dei Baustelle. -- (Pubblicata per la...