Capitolo 8

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Angel

Quando mi ha proposto di andare in un posto più tranquillo, ho pensato a qualche locale dove poter ordinare da bere e parlare un po'. Invece Barrett mi porta a casa sua, un elegante attico sulla Brodway.

Sono imbarazzata.

Santo cielo, lui è il mio insegnante di letteratura inglese!

Non dovrei essere qui, non dovrei neppure prendere in considerazione l'idea di restare da sola con lui nel suo appartamento. Eppure non trovo il coraggio di andarmene, i miei piedi sembrano ancorati al suolo.

«Dammi il cappotto», mi dice Barrett avvicinandosi. «Mettiti pure comoda, fa' come se fossi a casa tua».

Avverto il suo profumo nelle narici e lo aspiro a pieni polmoni. «Sì, grazie». Mi dirigo verso il divano, in un salone circondato da immense vetrate. Mi siedo, ma non riesco a tranquillizzarmi; sono una pila di nervi.

«Tranquilla», mi dice lui accomodandosi al mio fianco. «Non ho intenzione di mangiarti, anche se ne ho una voglia matta».

«Come?». Sgrano gli occhi.

«Stavo solo scherzando».

Sospiro, la sua presenza mi rende nervosa. «Non dovrei trovarmi qui, sola con lei». Alla fine do voce ai miei pensieri. Sollevo lo sguardo e incontro i suoi bellissimi occhi. «Cosa vuole da me? Perché non mi lascia in pace?»

«Perché non posso». Mi prende una mano tra le sue e accarezza lentamente l'interno del polso, inviandomi scosse di desiderio in tutto il corpo.

Come ci riesce?

Ogni volta che la mia pelle entra in contatto con la sua è come un'esplosione; un calore improvviso mi invade. «Io ho un ragazzo». Non so perché lo dico, forse nella speranza di mettere un muro tra me e quest'uomo che mi confonde ogni secondo di più. O forse per ricordarlo a me stessa.

Lui, tuttavia, non sembra affatto turbato. «Non ho mai pensato neppure per un secondo che una creatura incantevole come te potesse essere single».

Le sue parole mi spiazzano. E incrementano il mio orgoglio.

Ma non voglio cedere, non posso.

«Allora cosa vuole da me?»

«Possederti, che altro?». Ride piano. «Voglio accarezzare ogni centimetro della tua pelle, assaporarla con la lingua. Voglio fondermi con te, bere i tuoi gemiti dalle labbra. Pensi di potermi concedere tutto questo?»

«Perché io?». Ho quasi le lacrime agli occhi per l'intensità delle sensazioni che sto provando in questo momento. La voce di Barrett è così calda e insinuante, è come il canto di una sirena che mi attrae e mi imprigiona. «Voglio dire, ci sono tante altre ragazze alla Columbia che farebbero carte false per uscire con lei, ragazze più affascinanti ed esperte di me. Daisy, per esempio».

«Non so chi sia questa Daisy e non m'importa. Non è lei che voglio. Voglio te, angelo».

«Io non sono la ragazza giusta per lei».

Ecco, l'ho detto.

Dopotutto è questo che mi tormenta dal giorno in cui ho posato lo sguardo su di lui per la prima volta: la consapevolezza di non essere abbastanza per un uomo così attraente e carismatico.

Scuoto la testa, disperata. «Sono ancora vergine». Sgancio la bomba così, all'improvviso, e lo guardo trasalire. Per la prima volta sono riuscita a sorprenderlo.

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