Capitolo XXI.

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Barcollai su due piedi, come se fossi stato colpito da un colpo di cannone, colto alla sprovvista sia psicologica che fisica.

Anna.

Non sembrava vero, invece era lì, calda, reale, potevo toccarla, sentire il suo corpo, sentirla vicino a me.

Vicina al mio cuore.

Dopo la mia prima reazione sconvolta la strinsi e le diedi un bacio sulla guancia, e sentii la sua pelle morbida che non sentivo da un anno intero ormai.

In silenzio, con due sorrisi radiosi, ci separammo, e la vidi rossissima e già quasi in preda alle lacrime, fin quando vidi un'altra figura provenire dalla cucina.

Rimasi ancora immobile, non riuscendo a muovermi nè a parlare, sapendo solo accogliere in un altro braccio Elena che adesso era davanti a me.

Ci separammo e, sorridendo, dopo aver deglutito, riuscii a dire « Ma non dovevate essere qui doma... »

Fu allora che lo vidi, e mi si spezzò la voce in gola.

Dopo una breve corsa si era fermato esattamente al centro del salone, e ora mi guardava.

Era esattamente come lo ricordavo.

Alto quasi quanto me, i capelli castano chiari liscissimi con il suo solito ciuffo ondulato da una parte, la pelle chiara, il naso enorme che tanto odiava, gli occhi azzurri e limpidissimi, che ora sembravano chiamarmi, ordinarmi di raggiungerlo.

Giorgio.

Se fino a quel momento ero riuscito a trattenere le lacrime, adesso il mio autocontrollo era veramente messo a dura prova.

« Cucciolo.. » gemetti, prima di coprire la distanza che ci separava con una corsa e fiondandomi su di lui.

Lo abbracciai stringendolo forte a me, con molta più forza e disperazione di quanto avessi fatto con Anna ed Elena prima di lui, con un abbraccio molto simile a quello che ci eravamo scambiati quando partii.

Era lì, lo sentivo, finalmente di nuovo vicino a me, le nostre guance che si fioravano, le nostre braccia intrecciate. Inspirai il suo profumo inconfondibile e allora mi sentii finalmente vivo, vivo come quando ero ancora in Italia, diversamente vivo da come lo ero a Londra con Niall; non che questo significasse che lo fossi di più, ma semplicemente mi ricordai com'era la mia vita prima di trasferirmi, prima di Niall, sicuramente diversa ma non per questo più intensa.

Gli diedi un bacio sulla guancia e poi ci separammo, e lo vidi mentre mi guardava con il suo sorriso imbarazzato.

« Ma non dovevate arrivare domani? » chiesi con un sorriso radioso, rivolgendomi a tutti e tre.

« Sorpresa! » fece Elena « era tutto programmato per farti la sorpresa oggi »

« Beh, allora io vado... » sentii la sua voce imbarazzata, provenire dalla porta, vicino alla quale ancora si trovava.

Fui colto dai sensi di colpa e mi girai tornando verso di lui, rendendomi conto di averlo escluso così.

« Amore, scusa... l'emozione del momento... »

Sentii Anna ed Elena trattanere il fiato, e le conoscevo così bene che senza aver bisogno di voltarmi a guardarle, seppi il perchè.

Anna, perchè mi stava vedendo per la prima volta con un ragazzo,in quel senso. Non mi aveva mai visto con un ragazzo, ovviamente, visto che fin quando abitavo in Italia non ero mai stato fidanzato. E mi aveva sempre detto che le avrebbe dato una certa emozione vedermi con il mio fidanzato, quando sarebbe successo.

Ed Elena...Elena, perchè si era resa conto di trovarsi nella stessa stanza con Niall Horan, e ne era sconvolta.

« Tranquillo, lo so, posso andare.. » mi sorrise lui un po' imbarazzato davanti ai miei amici ma sincero.

I Know You'll Take Me To Another WorldDove le storie prendono vita. Scoprilo ora